Da una prima ricostruzione risulterebbe che i malviventi siano riusciti ad entrare da un accesso secondario dove non sono state rilevate tracce di scasso o effrazione. Nonostante l’attivazione dell’allarme antifurto, i ladri hanno avuto tutto il tempo di prelevare alcuni reperti archeologici dai depositi del museo e, durante la fuga, scaraventare in terra e mandarne in pezzi altri. Sono stati proprio i frammenti rinvenuti sul pavimento a destare l’attenzione dei dipendenti museali nel tardo pomeriggio di oggi, che hanno poi avvertito le autorità.
Sul posto sono intervenuti gli agenti della Squadra Mobile, delle Volanti e della Scientifica per i rilievi del caso e l’avvio delle indagini. Domani mattina i tecnici del Museo effettueranno un inventario approfondito per capire l’entità del danno.
Seguiranno aggiornamenti.
Ladri al Museo del Sannio, rubati reperti
Gravissimo episodio in pieno centro. Il furto nella notte ma scoperto solo questo pomeriggio… [l’articolo completo qui ].
Aggiornamento del 24 marzo 2018
Proseguono senza sosta le indagini al Museo del Sannio dopo il furto avvenuto nella notte tra martedì e mercoledì scorsi. Secondo una prima ricognizione, la responsabile della gestione museale della Provincia, Gabriella Gomma, ha individuato l’assenza di venti vasi mentre durante la fuga i ladri sono riusciti a danneggiarne una decina. I reperti di epoca ellenistica erano custoditi presso il deposito museale e la Gomma ha assicurato che entro lunedì 26 sarà completato l’inventario dei beni trafugati e che verrà consegnato agli Organi di Polizia e alla Soprintendenza competente.
Intanto, nel corso della giornata odierna, sono proseguiti i rilievi da parte degli inquirenti per acquisire nuovi elementi e ricostruire quanto accaduto. Il personale della Squadra Mobile, diretta dal vicequestore Emanuele Fattori, ha visionato le registrazioni delle telecamere di sorveglianza, collocate all’interno del Museo, individuando almeno tre o quattro persone in azione. Gli inquirenti hanno avuto modo di ricostruire così le varie fasi del raid, constatando che i sensori posti nelle sale e sulle porte del Museo hanno funzionato correttamente tant’è che i vigilanti sono intervenuti per una verifica che però non ha portato alla scoperta del fatto. Ipotizzando un malfunzionamento dell’impianto, il giorno successivo sono stati chiamati i tecnici per un controllo e da lì la scoperta del furto nei locali adibiti a deposito.
Il danneggiamento degli oggetti è stato probabilmente causato dalla fretta di guadagnare l’uscita e, in questi primi momenti, fa ipotizzare una certa maldestrezza e ‘non professionalità’ degli autori del colpo. Purtroppo gli impianti di videosorveglianza esterni all’edificio, nel cuore del centro storico beneventano, non sono attualmente funzionanti a causa dei numerosi atti vandalici subìti, e quindi la polizia non ha filmati che chiariscano le modalità di entrata e uscita dal Museo dei malviventi, probabilmente attuate forzando una porta di emergenza che affaccia su piazza Arechi, di fronte al Conservatorio.
Sul campo anche i carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale che hanno effettuato un sopralluogo e acquisito le fotografie dei vasi trafugati così da poterle divulgare e bruciare sul tempo l’eventuale tentativo di piazzare la refurtiva sul mercato.
Il Presidente della Provincia di Benevento, Claudio Ricci, sta seguendo fin dall’inizio con molta attenzione la vicenda, dando pieno sostegno alle Autorità competenti per l’individuazione dei responsabili e l’accertamento delle responsabilità, auspicando il recupero dei beni illecitamente sottratti. Condannando fermamente il gesto, Ricci ha lanciato l’iniziativa di solidarietà “Una firma per il Museo”: domenica 25 marzo sarà possibile visitare gratuitamente il Museo del Sannio e il Museo Arcos (dalle 9.00-13.00 alle 15.00-18.30) in cambio di una firma a testimonianza del sostegno e dell’amore della comunità verso le prestigiose istituzioni culturali locali colpite da questo vile atto.
Diplomata in Scultura al Liceo Artistico Statale di Benevento, ha proseguito i suoi studi in Conservazione e restauro dei beni culturali presso l’Università degli Studi di Urbino conseguendo l’abilitazione come restauratrice. È specializzata in Arts Management e in Archeologia giudiziaria e crimini contro il Patrimonio Culturale. Co-founder dell’Associazione Art Crime Project, editore di The Journal of Cultural Heritage Crime. Membro del Direttivo Associazione Massimo Rao, è responsabile della Pinacoteca Massimo Rao. Vive e lavora a San Salvatore Telesino (BN).