L’incendio, di natura molto probabilmente e vergognosamente dolosa, è scaturito nei pressi di Calci, arrivando a lambire le mura perimetrali della stessa famosa Certosa. Fondato nel 1366 dai Certosini e ampliato tra XVII e XVIII secolo, lo splendido complesso è oggi ristrutturato e visitabile in un percorso che fa riscoprire gli ambienti affrescati, la vita claustrale e le attività dei monaci. La Certosa offre inoltre una magnifica collezione di Scienze Naturali risalente alla fine del XVI secolo e comprendente reperti di zoologia, paleontologia e mineralogia, nonché il più grande acquario di acqua dolce d’Italia.
Se tutto ciò si è finora salvato, grazie al pronto intervento delle squadre antincendio e al mutato corso della linea di fuoco, non si può dire lo stesso dei vari complessi medievali sparsi sui Monti Pisani (quali la Rocca della Verruca e l’abbazia di San Michele), che servirono da roccaforti pisane nella prolungata lotta con Firenze. L’incendio infatti, tuttora non contenuto a causa del forte vento, sta dilagando in un’area amplissima tra le zone di Montemagno e Vicopisano e non è stato possibile accertare lo stato di conservazione di queste antiche rovine. Nella tragedia, oltre 700 persone sono sfollate e non sanno quando e se potranno rientrare nelle proprie case.
Quando si poseranno le ceneri e l’ultimo focolaio sarà spento, rimmarrà un paesaggio spettrale, lontano anni luce da quella bellezza che gli aveva fatto guadagnare il nome di Valgraziosa. Sarà del tutto perduta quella speciale armonia tra Patrimonio Paesaggistico e Patrimonio Culturale, che creavano qui un connubio dal fascino unico.