Nuovo episodio della saga Medici
Christos Tsirogiannis, noto studioso greco, da anni attivo nell’individuazione di antichità provenienti da traffici illeciti e collegate agli archivi Medici e Becchina, ha ricevuto una lettera da Giacomo Medici, in cui si sostiene la sostanziale illegalità dell’utilizzo del noto archivio fotografico
Dopo i recenti sviluppi giudiziari sul caso Schinoussa, che dal 2006 ha visto coinvolti per ricettazione Despina Papadimitriou, sorella del defunto collega di Robert Symes, Christo Michaelides, e il di lei figlio Dimitri Papadimitriou, Christos Tsirogiannis, noto studioso greco, da anni attivo nell’individuazione di antichità provenienti da traffici illeciti e collegate agli archivi Medici e Becchina, ha ricevuto una lettera da Giacomo Medici, in cui si sostiene la sostanziale illegalità dell’utilizzo dell’archivio fotografico dello stesso Medici.
La lettera, intitolata Medici Archive (“l’Archivio Medici”), messa in copia-conoscenza con Phoenix Ancient Art, Christie’s e Sotheby’s recita:
Caro Professore,
è da molto tempo che stai allarmando il mondo dell’arte in modo illecito e falso. Non dovresti essere fiero di questa cosa! Diffondere false notizie è un crimine!
Questa è una notifica formale che ti chiede di interrompere questo atteggiamento. La prossima volta che renderai note all’opinione pubblica notizie infondate, chiederò immediatamente al mio avvocato di muovere azione legale contro di te per i danni subiti in seguito alle tue dichiarazioni. Chiedo che tu accetti e rispetti la decisione dei giudici, così come ho fatto io e continuo a fare.
Le migliaia di fotografie che furono sequestrate a Ginevra nel 1995 hanno composto l’allegato ‘A’ dei capi d’accusa, poi noto come ‘Archivio Medici’.
Ora, nei tre gradi di giudizio, i giudici hanno deciso che solo per una piccola parte di queste foto sussiste colpa, mentre tutto il resto dell’archivio ha ricevuto sentenza di assoluzione con la formula, “perché il fatto non sussiste”.
Voglio sottolineare il fatto che il giudizio della corte di Roma, emesso dal Dr. Guglielmo Muntoni il 13 Dicembre 2004, era di proscioglimento per quasi tutte le foto.
Un appello fu mosso contro questa sentenza di assoluzione dal PM Dr. Giorgio Paolo Ferri, che ha perseguito con tenacia la mia condanna di fronte alla Corte di Appello. Beh, ora, anche la Corte di Appello ha confermato la sentenza di assoluzione che è stata emessa dalla Corte di Roma.
Conseguentemente, a seguito di mia richiesta, il 6 Giugno 2011 (Allegato 1) la Corte di Appello di Roma, presieduta dal Giudice Dr. Luca, ha ordinato la restituzione di tutte le foto dell’archivio Medici per le quali è stata emessa sentenza di assoluzione. I Carabinieri del TPC di Roma furono incaricati di provvedere al dissequestro dell’archivio. L’allora Maresciallo Salvatore Morando fu responsabile della relazione sul dissequestro del 27 Giugno 2011 (Allegato 2).
Ho esposto quanto sopra per chiarire che nessuno ha il diritto di usare le foto del mio archivio senza il mio permesso, specie quando il proposito è di usarle per far credere che gli oggetti in esse rappresentati siano di provenienza illecita! Questo è falso!
Il giudizio di tre differenti corti, e definitivo, ha stabilito esattamente l’opposto. A ulteriore conferma di ciò, e ancora a conferma dell’ordine impartito dalla Corte di Appello, i Carabinieri del TPC di Roma hanno cancellato dal loro database le foto dell’Archivio Medici per le quali è stata emessa sentenza di assoluzione (Allegato 3).
Che altro devo aggiungere? Questa, in breve, è la verità! Ho rispettato e pagato per le sentenze di condanna contro di me. Allo stesso modo chiedo che coloro che continuano a screditarmi rispettino le mie sentenze di assoluzione.
In fede,
Giacomo Medici.
J/Red/mdb-rg
The Journal of Cultural Heritage Crime (JCHC), con sottotitolo L’Informazione per la Tutela del Patrimonio Culturale, è una testata giornalistica culturale, registrata presso il Tribunale di Roma con n. 108/2022 del 21/07/2022, e presso il CNR con ISSN 2785-7182. Si configura sul web come contenitore di approfondimento, il primo in Italia, in cui trovano spazio i fatti che quotidianamente vedono il nostro patrimonio culturale minacciato, violato e oggetto di crimini. I fatti sono riportati, attraverso un linguaggio semplice e accessibile a tutti, da una redazione composta da giornalisti e da professionisti del patrimonio culturale, esperti nella tutela. JCHC è informazione di servizio, promuove le attività di contrasto ai reati e sostiene quanti quotidianamente sono impegnati nella attività di tutela e valorizzazione del nostro patrimonio culturale.