Un film nel 2014 li ha resi famosi. Erano i Monuments Men, 350 unità di ben tredici Paesi che salvarono i capolavori dell’arte dalle devastazioni della Seconda guerra mondiale. Di militare avevano ben poco, erano in prevalenza esperti di arti figurative, archivisti e restauratori.
Nello stesso periodo Rodolfo Siviero, agente segreto e critico d’arte, riportava in Italia con operazioni degne di un romanzo d’avventura i capolavori sottratti dal Kunstschutz voluto da Hermann Göring. Era figlio di un carabiniere.
Prima di lui c’era stato lo scultore Antonio Canova, nominato ambasciatore dal papa per recuperare le opere portate via da Napoleone in forza del Trattato di Tolentino.
Nel 1969 l’Arma ha creato una struttura dedicata alla salvaguardia dell’arte. Sono squadre abituate a lavorare sui grandi scenari internazionali utilizzando tecniche professionali e innovative. Hanno rimesso al loro posto La Muta di Raffaello, Il giardiniere di Van Gogh, il Vaso di Eufronio, la Triade Capitolina. I loro risultati non c’entrano con le cronache giudiziarie, viaggiano fra il passato e l’eterno.
Dalla riapertura delle domus di Pompei al giallo del Caravaggio rubato e ai falsi Modigliani: le indagini, i successi e i casi ancora aperti dei carabinieri della Tutela del Patrimonio Culturale. Sono nati da cinquant’anni, il 2019 celebra l’importante ricorrenza con eventi e mostre in tutto il mondo.
Prezzo di copertina: € 18,00
Editore: Rizzoli
Data uscita: 09/04/2019
Pagine: 235
Roberto Riccardi. Generale dei carabinieri, dirige l’ufficio stampa del Comando generale dell’Arma. Appassionato d’arte, giornalista e scrittore, ha diretto per diversi anni Il Carabiniere. Ha pubblicato saggi e romanzi, i più recenti La firma del puparo (e/o, 2015), Il prezzo della fedeltà. Storia di Giuseppe Giangrande (Mondadori, 2016) e La notte della rabbia (Einaudi, 2017). Si è aggiudicato, fra gli altri, i premi Acqui Storia, Tedeschi (annuale del Giallo Mondadori), Biblioteche di Roma, Piersanti Mattarella.
«Non amare l’arte, in Italia,
equivale a un delitto: è la premessa
per lasciarla distruggere.
Non difendere l’arte, se sei italiano,
è voltare le spalle alla tua storia,
disonorare tuo padre e tua madre».
Di seguito due interviste al Gen. Riccardi:
Radio24, MELOG. Il piacere del dubbio.
RaiPlay, Unomattina
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