Si è tenuto venerdì 22 novembre l’opening della mostra Gli eroi del quotidiano. Le tavole di Mimmo Paladino per l’Arma dei Carabinieri e i testi di Margaret Mazzantini, realizzati per il Calendario Storico 2020, sono in una raccolta quanto intensa esposizione al Mart, il Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto.
Gianfranco Maraniello, Direttore del Mart dal 2015, nell’introduzione di apertura ha sottolineato quanto Mimmo Paladino sia un artista iconico per il museo: «la notevole iniziativa ha la capacità di condurre una memoria storica dell’identità che si pone in continuità con ciò che l’istituzione ha voluto condividere in maniera più ampia con il pubblico».
Sandro Lombardi, Prefetto di Trento, alla sua prima visita del Mart ha colto l’accento di modernità della struttura «quasi in contrasto con le tradizioni, la storia dell’Arma dei Carabinieri». Lombardi ha speso parole di elogio verso il Comandante provinciale, il Colonnello Simone Salotti, insediatosi a Trento il 9 settembre scorso, con cui condivide la gestione delle forze dell’ordine e della sicurezza pubblica, e parole di gratitudine verso i Carabinieri «apprezzati dai nostri concittadini e capillarmente distribuiti su un territorio particolare la cui presenza è essenziale quotidianamente», e parole di apprezzamento verso «un immobile (il Mart, ndr) che ci prospetta e ci traguarda il futuro, il futuro nella tradizione».
Riprendendo la parola, il Direttore Maraniello ha ricordato quanto futuro e tradizione rappresentino l’identità del Mart, «la prima grande architettura costruita in Italia per l’arte contemporanea. La nuova architettura del millennio ha inaugurato nel 2002 ma è stata costruita sulla solidità dei valori plastici e architettonici della tradizione. L’architetto Mario Botta aveva ben in mente il Pantheon, la misura aurea del nostro modo di percepire lo spazio, quindi lo spazio di accoglienza, di uno slancio verso la ricerca e la creatività del futuro ma nella solidità della struttura».
Il Generale Ugo Cantoni, Comandante della Legione del Trentino Alto Adige, ha rivolto «un grazie sentitissimo al Mart per la sensibilità, per averci accolto, per aver voluto sfruttare questa opportunità curata dal Generale di Brigata Massimo Mennitti, Capo del V Reparto del Comando Generale dell’Arma, che ha seguito personalmente la realizzazione di questo calendario e che ha voluto ritornare, poiché io “indegnamente” sono il suo successore».
Mennitti ha spiegato ai presenti, anche con un filo di personale soddisfazione, che «il calendario di quest’anno è una scommessa, una cosa diversa dal solito». Ha raccontato di una sera con il Maestro Paladino, al lavoro a Mattinata ammirando il mare, «perché gli artisti hanno bisogno di stimoli per lavorare altrimenti fumano, guardano l’infinito e pensano, ma non pittano», in cui disse «non è bello ciò che bello ma è bello ciò che piace. Il Maestro mi ha guardato e mi ha risposto: Generà, è bello ciò che è bello, punto. E questa cosa mi ha riempito di consapevolezza». «Ho voluto con questo calendario, e il Comandante Generale mi ha assecondato quando l’ho proposto, – ha proseguito Mennitti – creare una nuova icona dei Carabinieri. Perché l’icona dei Carabinieri di Fattori rimane, l’icona dei Carabinieri fatta da tanti artisti rimane, e rimarrà sempre, come rimarranno i Carabinieri nella tempesta, che sono di molto successivi alla fondazione dell’Arma, ma occorre ogni tanto rinnovare queste figure iconiche, lasciando invariato il sentimento profondo dell’Arma e il legame radicato dell’istituzione con il territorio e le genti d’Italia che ci accolgono, ci rispettano e ci amano. Il calendario di quest’anno non narra che i Carabinieri sono stati fondati nel 1814, che hanno 206 anni di storia: lo sappiamo, lo portiamo nel cuore e tutti gli italiani sanno che i Carabinieri sono sempre in mezzo ai piedi, da sempre e sempre lo saranno, purtroppo per questo Paese ma a tratti anche per fortuna. Quello che abbiamo voluto fare è un esperimento diverso: ho preso dodici storie vere e autentiche, dodici segnalazioni in sala operativa, e le ho portate a Margaret Mazzantini. Margaret Mazzantini ha scritto dodici storie – vere di conseguenza – con tutte le licenze poetiche e romantiche che possono avere gli scrittori, ma di gente salvata per davvero, che esiste e che alla presentazione del Calendario Storico (avvenuta al Palazzo dei Congressi a Roma il 15 novembre scorso, ndr) ho voluto presenti: avevamo sia i Carabinieri protagonisti delle storie – che non sapevano niente fino al giorno prima, quando sono stati convocati – sia alcune delle persone che sono state aiutate. Invito a leggere le storie di Margaret Mazzantini e a guardare in contropagina come il Maestro le ha interpretate: questo vuole essere un calendario di emozioni perché viviamo di emozioni e viviamo di storie. Da quando l’uomo esiste, l’uomo racconta storie e noi spesso, in questo mondo moderno, confondiamo la storia, cioè la cronaca, con le storie che sono la cosa importante del nostro essere uomini. Le storie, il dolore, la gioia, il piacere, lo stare insieme, l’aiuto, la solidarietà. Sono tutte storie di uomini e di donne e storie di uomini e di donne in uniforme che aiutano queste persone. Vuole essere un calendario emozionale. Poi, siccome le storie interne hanno un tratto patetico e i colori del Maestro sono inevitabilmente patetici, abbiamo fatto un’altra scelta importante: abbiamo dedicato la copertina alla prima medaglia d’oro alla bandiera dell’Arma dei Carabinieri a seguito dei fatti della Prima Guerra Mondiale. Questo centenario ricorre proprio l’anno prossimo. Troverete un calendario d’oro, non per essere eleganti e nobili, ma per il suo significato: sul calendario saranno chiari a tutti l’oro, che è anche la luce e la vita, la bandiera italiana e il Carabiniere, la nuova figura iconica del Carabiniere, che spero apprezzerete. Poi nel tempo apprezzerete sempre di più, e ricorderete un giorno di essere stati oggi qua, il giorno in cui abbiamo cambiato l’iconografia dell’Arma dei Carabinieri, rimanendo nella tradizione della storia dell’Arma dei Carabinieri». Nel suo sentito intervento, il Generale Mennitti ha espresso l’entusiasmo del Presidente della Repubblica che ha apprezzato «il paginone centrale dipinto dal Maestro che riporta i colori, la luce e la gioia, e racconta un fatto d’armi e di eroi come la carica di Pastrengo del 1848». Un momento storico impresso insieme alla sua rievocazione annuale, grazie al IV Reggimento a cavallo e al Carosello, tra colori, luci e gioia di vivere. «Perché è importante sapere – ha ammonito Mennitti – che siamo di passaggio su questa terra e che questo passaggio deve lasciare un segno. Noi dobbiamo trarre da questa terra tutto ciò che ci può dare: il suo colore, la sua luce, le cose belle. E l’arte è una cosa bella».
In conclusione il Direttore Maraniello ha manifestato soddisfazione, commozione e un sentimento di autentico ringraziamento non solo per questa attività: «non mi sorprende – non può e non deve sorprendere nessuno – l’incredibile qualità di questo progetto. Non mi sorprende anche per ragioni personali perché ormai conosco qualcuno di voi, in alcuni casi è nato un rapporto di amicizia, grazie alla frequentazione continua e alla vicinanza, alla sensibilità che sempre ho visto in questi anni in Trentino nei confronti del Mart; quindi l’assiduità e la qualità dei nostri rapporti oggi segna un momento di festa per i tanti anni trascorsi condividendo anche alcuni progetti speciali: chi, come me, ha spesso il piacere di aver a che fare con il Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale dei Carabinieri trova i migliori storici dell’arte che abbiamo in Italia. Quando recentemente ho scoperto che non sono storici dell’arte prestati all’Arma, ma sono dei grandi indagatori accumunati dal metodo che ha evidentemente qualche analogia con quello dello storico dell’arte e che conduce a dei risultati impressionanti. Mi onoro di poterli chiamare colleghi, se questo non offende loro. Potremmo – ha proseguito Maraniello – fare la menzione anche di qualcuno che non porta una divisa, ma che è stato un nostro collante che ci ha sempre aiutato come Stefano Andreis a cucire dei rapporti importanti per il Mart e per questa comunità. Mi preme sottolineare che il Mart è una istituzione pubblica, ne è espressione. Il Mart è un ente della Provincia autonoma e nella sua capacità di autonomia non fa altro che realizzare degli obiettivi che questo territorio si è dato per una forte ispirazione e vocazione: attraverso la cultura è possibile costruire riferimenti per una comunità, sostenuti dal Comune di Trento, dal Comune di Rovereto e dagli sponsor essenziali alla vita del museo. Sono anche particolarmente felice del valore di questa esposizione di per sé: si tratta, dal punto di vista artistico, davvero di un’opera pregevole di Paladino ma il rapporto tra immagine e scrittura è un movimento portante – curiosamente abbiamo inaugurato anche una mostra dedicata alle ricerche verbovisuali (Focus | Intermedia. Archivio di Nuova Scrittura. La Collezione di Paolo Della Grazia, in mostra fino al primo marzo 2020, ndr) – e coerente con le nostre ricerche. Inoltre il valore dell’oro, il valore simbolico dell’oro: l’esposizione è in uno spazio pubblico, di ricerca, all’ingresso dei luoghi della memoria e dello studio occupati dai nostri archivi e dalla nostra biblioteca; sono aree che si raggiungono quotidianamente senza biglietteria e rappresentano l’agorà di questo museo insieme all’opera, ormai iconica, di Penone (Spazio di luce, 2008, di Giuseppe Penone, ndr) che con la foglia d’oro interna ha fatto di questa struttura un’immagine della pura luce, simbolo del nutrimento dell’albero e nutrimento della crescita, di una crescita non soltanto vegetale ma anche evidentemente dei valori di una intera comunità. Perfettamente in sintonia con quanto ricordato dal Generale Mennitti».
Gli eroi del quotidiano
In mostra fino al 6 gennaio 2020
Piano – 1, Foyer Archivio del’900 al Mart
Corso Bettini, 43 a Rovereto (TN)
Infoline 800 397760
Orari: Martedì-Domenica ore 10:00-18:00, Venerdì ore 10:00-21:00. Lunedì chiuso.
Dopo la laurea a Trento in Scienze dei Beni Culturali, in ambito storico-artistico, ho “deragliato” conseguendo a Milano un Perfezionamento in Scenari internazionali della criminalità organizzata, un Master in Analisi, Prevenzione e Contrasto della criminalità organizzata e della corruzione a Pisa e un Perfezionamento in Arte e diritto di nuovo a Milano. Ho frequentato un Master in scrittura creativa alla Scuola Holden di Torino. Colleziono e recensisco libri, organizzo scampagnate e viaggi a caccia di bellezza e incuria.