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“ASSTEAS – Storia del vaso più bello del mondo” in concorso all’Archeofilm 2020 di Firenze

ASSTEAS va a Firenze
(Tempo di lettura: 2 minuti)

“ASSTEAS – Storia del vaso più bello del mondo”, il documentario di Michele Porcaro prodotto da ANTICAE VIAE e da KIM – International Magazine con la partecipazione di Vittorio Sgarbi è stato selezionato per il Firenze ArcheoFilm Festival, il grande Festival Internazionale del Cinema di Archeologia Arte Ambiente a cadenza annuale, organizzato da Archeologia Viva (Giunti Editore) nell’ambito delle manifestazioni promosse da “tourismA”. Dopo un’anteprima nazionale all’Università degli Studi di Roma Sapienza e una proiezione a Montesarchio, il docufilm sul Vaso di Assteas è in concorso alla più importante rassegna di cinema archeologico italiana.

Il documentario racconta la storia del Vaso di Assteas, meglio noto come Cratere del Ratto di Europa, dalla sua creazione nella bottega del ceramista pestano Assteas fino alle indagini dei Carabinieri del Comando Tutela del Patrimonio Culturale, passando per il ritrovamento ad opera di un contadino a Dugenta-Sant’Agata de’ Goti e l’arrivo illecito al Getty Museum di Malibu.

La proiezione fiorentina del documentario è prevista Mercoledì 11 Marzo alle 11:45 nella Sala Piccola (riservata ai film che, come il documentario su Assteas, durano più di 60’) del Teatro La Compagnia di Firenze, dove si svolge l’intero festival.

«ASSTEAS», ci tiene a dichiarare il regista Michele Porcaro, «è un progetto in cui tutti noi abbiamo creduto fin dal primo momento, nelle intenzioni di ricostruire la vita di un grande artista dell’antichità e la storia di un meraviglioso reperto, testimone oculare di un viaggio lungo 2400 anni. Nato come un omaggio alle mie origini caudine, ma allo stesso tempo come tributo a un magnifico capolavoro dell’arte antica, questo documentario è un’avventura a metà tra archeologia, storia dell’arte, il poliziesco e il “giallo”. Vederlo in concorso in un festival cinematografico internazionale, soprattutto di argomento archeologico, è per noi motivo di grande orgoglio. Per quel che ci riguarda, è un successo che premia il nostro amore per il mondo antico e per la classicità, un mondo a cui noi guardiamo con rispetto, distanza e devozione. Le numerose ore di riprese, le settimane di montaggio e gli innumerevoli sacrifici impiegati per produrre questo documentario si sono concretizzati in un risultato che per noi è incredibilmente significativo. Magari il nostro documentario riuscirà ad aggiudicarsi la “Chimera” o forse no, ma la sola partecipazione a questa importante kermesse ci riempie il cuore di gioia e fierezza».

La produzione e il regista tengono inoltre a precisare che «questo risultato non sarebbe stato possibile se non ci fossero state tante meravigliose personalità, enti e istituzioni che hanno creduto nel progetto e hanno voluto collaborare con attivo entusiasmo: dal ceramista Roberto Paolini fino all’ex Carabiniere del Comando TPC, Roberto Lai, passando per il nostro media partner The Journal of Cultural Heritage Crime, i vari musei e comuni della Valle Caudina, la dottoressa Elisabetta Vitale e Laura Noviello, nostre consulenti archeologiche, lo storico Aniello Troiano e tutti coloro che hanno contribuito, anche solo con supporto morale, alla realizzazione del documentario».


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