Il primo training NETcher a Lione: una full-immersion su ‘provenance’ e traffico illecito
Tra il 18 e il 21 febbraio scorsi si è tenuto il primo training programme nell’ambito del progetto europeo NETcher. Ospitati nella prestigiosa sede della École Nationale Supérieure de la Police (ENSP) a Lione, 15 trainees, professionisti del mondo della legislazione, delle forze dell’ordine e dei Beni Culturali, si sono confrontati in un’esperienza multidisciplinare sulle tematiche della provenance e della tracciabilità dei beni artistico-archeologici
Il corso intensivo, organizzato congiuntamente dall’ENSP francese, l’Università Ca’ Foscari di Venezia e il Centro di Tecnologia per il Patrimonio Culturale dell’Istituto Italiano di Tecnologia, mirava a fornire un approfondimento diretto delle pratiche della due diligence e dell’analisi della provenienza degli oggetti culturali presenti sul mercato e nei musei. Accolti dal capo del dipartimento di ricerca e valorizzazione professionale dell’ENSP, Didier Rosslin, i partecipanti hanno avuto modo di entrare fin da subito nel cuore delle problematiche complesse relative alla lotta al traffico illecito delle antichità.
I keynote speaker di questa prima sessione di training, Elie Cavigneaux (Consiglio dell’Unione Europea) e Philippe Boncour (Académie des Sciences), hanno aperto i lavori sottolineando l’importanza di stimolare azioni del Parlamento Europeo a concreta tutela del patrimonio culturale e l’urgenza di creare una rete che favorisca la comunicazione e la collaborazione tra gli specialisti dei diversi settori coinvolti, dagli archeologi e gli storici dell’arte alle forze di polizia e i rappresentati della legge, senza dimenticare gli esponenti del mercato dell’arte e gli stessi politici. La mission di NETcher, con lo sviluppo di una piattaforma per la condivisione e specifici programmi multidisciplinari, punta a rispondere a questa duplice necessità di formazione: individuale e di network.
Rispettando la vocazione esecutiva del programma NETcher, i docenti, acclarati esperti dei relativi ambiti, hanno strutturato le lezioni in modo da offrire sia un’analisi teorica delle problematiche, sia gli strumenti pratici per affrontarle.
Christos Tsirogiannis (Università di Aarhus, Danimarca) ha fornito un’utilissima disamina delle buone pratiche relative alla due diligence in sede di compra-vendita di beni archeologici, mettendo in rilievo gli elementi che devono suscitare allarme nel momento in cui si consulta un catalogo d’asta. L’esercitazione ha permesso ai partecipanti di toccare con mano cosa sia e come si debba presentare una corretta provenance archeologica.
Con Daniela Rizzo e Maurizio Pellegrini (MIBACT) ci si è invece immersi in uno dei casi più emblematici di traffico illecito di beni archeologici italiani provenienti da scavi clandestini: il famoso caso Medici-Becchina. I docenti hanno esposto la mole di corrispondenze fattuali ed evidenze documentarie che hanno reso possibile la ricostruzione dei circuiti illegali nei quali si sono mossi i vari protagonisti della vicenda, nonché la fitta trama di legami personali e professionali tra gli stessi.
Sam Hardy (Istituto Norvegese a Roma) si è concentrato sul rapporto tra mercato illegale delle Antichità, conflitti bellici, criminalità organizzata e disordini politici, esaminando in particolare la situazione di Medio e Vicino Oriente e il ruolo emergente dei social media quali canali di vendita illecita. Nel corso dell’esercitazione i partecipanti hanno potuto sperimentare in prima persona tecniche di analisi dati utili per verificare le informazioni presenti sui social media e l’origine non legittima dei beni proposti in vendita.
Ha concluso la settimana di training la lezione di Corrado Catesi, capo della Works of Art Unit dell’INTERPOL. Dopo aver illustrato l’attività dell’INTERPOL nella lotta al traffico illecito di opere d’arte, con interessanti approfondimenti statistici sull’andamento del fenomeno nelle quattro macro regioni Europa, Americhe, Africa e Asia, il docente ha presentato il progetto PSYCHE spiegando il funzionamento del relativo database di opere rubate. Ha infine descritto in dettaglio le caratteristiche della nuova applicazione per smartphone, in fase test, concepita in connessione con il database, che sarà in tal modo liberamente consultabile per la verifica degli oggetti d’arte e la creazione di inventari personali dove catalogare le opere possedute. Ulteriore importante funzionalità dell’applicazione è la Site Card, con la quale sarà possibile inviare un’immediata segnalazione e richiesta di aiuto all’INTERPOL, in caso di disastri naturali che comportino danni al patrimonio culturale.
Questo corso innovativo di NETcher ha dunque posto le basi per la creazione di un network di esperti pronti alla condivisione di buone pratiche e alla collaborazione a livello internazionale, per cercare di sviluppare un lecito ed etico mercato dell’arte.
Mercoledì 11 marzo 2020