Ancona. Oltre 1600 beni recuperati per un valore di oltre 2,5milioni di Euro. Il resoconto dei Carabinieri TPC
Nel 2019 i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Ancona (TPC), con competenza sulle regioni Marche e Abruzzo, hanno proseguito nelle attività tese al recupero dei beni culturali illecitamente sottratti. L’azione operativa, grazie alla preziosa collaborazione dell’Arma Territoriale, con le Stazioni capillarmente presenti sul territorio, si è estrinsecata attraverso attività preventive e repressive. Fondamentale strumento di supporto e di analisi per le attività svolte è la Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti, gestita dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, la più grande banca dati di opere d’arte da ricercare al mondo.
ATTIVITÀ PREVENTIVA E DI CONTROLLO
- Verifiche della sicurezza nei Musei, biblioteche e archivi: 9;
- Controllo aree archeologiche: 42 ;
- Controlli aree paesaggistiche: 70 ;
- Controllo esercizi antiquariali: 77 ;
- Controllo mercati e fieri antiquariali: 59.
In sensibile diminuzione i furti di beni d’arte sia in musei , luoghi espositivi pubblici o privati, luoghi di culto, archivi e biblioteche e luoghi di privati. Infatti nel 2018 nelle regioni Marche ed Abruzzo si erano registrati 58 furti mentre nel 2019 16. Tale risultato è il frutto dell’intensa collaborazione instaurata dai Carabinieri con vari soggetti deputati alla salvaguardia e custodia dei beni culturali , tra questi possiamo ricordare: i funzionari delle soprintendenze (Archeologia Belle Arti e Paesaggio- Archivistica e bibliografica) la cui collaborazione già attiva si è ulteriormente saldata, formando, secondo le rispettive attribuzioni e competenze , un unico fronte di protezione a favore dei beni culturali; i responsabili delle strutture museali, archivi e biblioteche, dove a seguito delle verifiche da parte dei Carabinieri sono stati innalzati i livelli di sicurezza ; i responsabili degli uffici beni culturali delle Diocesi con i quali si sono istaurati frequenti contatti e specifici incontri a cui hanno preso parte i parroci e il personale incaricato della gestione dei beni culturali ecclesiastici; i sindaci delle città e dei piccoli borghi marchigiani e abruzzesi coi i quali si è istaurato un frequente e positivo dialogo. In ultimo e non per importanza si sottolinea il ruolo fondamentale di molti cittadini che hanno fornito ai Carabinieri un prezioso supporto soprattutto in fase preventiva.
Inoltre i Carabinieri del TPC di Ancona in collaborazione con l’Arma Territoriale hanno effettuato incontri con varie realtà del territorio quali Ordini Professionali, Associazioni di Volontariato, Enti locali etc. al fine di sensibilizzare il maggior numero di persone possibili circa la Tutela e la Salvaguardia dei beni culturali. In seno a tali attività un ruolo predominante è stata la presenza dei Carabinieri all’interno degli Istituti Scolastici di ogni ordine e grado, calibrando gli incontri in base all’età degli studenti . Oltre a presentare i compiti e le attività del TPC sono stati effettuati veri e propri progetti di collaborazione. Progetti attivati e sviluppati di concerto con i dirigenti scolastici e gli insegnanti sensibili a far acquisire ai propri studenti quante più possibili informazioni sulla tutela dei beni culturali e coinvolgerli alla tutela e salvaguardia degli stessi.
ATTIVITÀ REPRESSIVA
Le attività di contrasto poste in essere dal Nucleo TPC di Ancona hanno consentito il recupero di 1.635 beni antiquariali, archivistici, librari e archeologici, di pregevole fattura, per un valore stimato di oltre duemilioni e mezzo di euro.
Persone denunciate a piede libero: 123 di cui 32 per reati in danno del paesaggio;
Beni recuperati:
• beni antiquariali, archivistici e librari: 242;
• reperti archeologici: 1.344 di cui 830 interi e 514 frammenti;
• reperti paleontologici: 42;
• opere d’arte contemporanea contraffate: 7 sequestri.
Tra le attività repressive condotte si ricordano, come più significative:
Ancona. A seguito di una complessa e prolungata attività investigativa condotta dal Nucleo TPC di Ancona in collaborazione con Carabinieri del Comando Provinciale Carabinieri di Ancona e del V Nucleo Elicotteri di Pescara , veniva individuato un noto professionista anconetano nella cui abitazione venivano detenuti illegalmente pregevoli reperti di natura archeologica. La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ancona concordando pienamente con le risultanze investigative prodotte dai Carabinieri del Nucleo TPC di Ancona emetteva decreto di perquisizione a carico del citato professionista. A seguito dell’attività di P.G. nella sua disponibilità veniva rinvenuta e sequestrata una importante collezione archeologica che raccoglie materiali eterogenei di diversa natura e qualità; questi abbracciano un arco cronologico che va dalla Preistoria al Medioevo, anche se riferibili principalmente al periodo preromano e romano. Il nucleo principale della raccolta è costituito da un insieme di reperti lapidei di pregevole fattura quali sculture in marmo (sia virili che femminili), frammenti di bassorilievi e di elementi architettonici decorativi. Un altro nucleo non trascurabile è quello delle ceramiche: dall’urna cineraria all’anfora da trasporto, dal bucchero alla ceramica a vernice nera. Spiccano, nel complesso eterogeneo di reperti, un raro insieme di strumenti chirurgici, ancora posizionati all’interno dell’involucro che li conteneva, e il ceppo in piombo di un’ancora romana eccezionalmente integro.
Falconara Marittima (AN). Presso una privata abitazione veniva rinvenuta e sequestrata, da parte dei Carabinieri del Nucleo TPC di Ancona e della Tenenza di Falconara Marittima (AN), una importante collezione di reperti archeologici illegalmente detenuti. I beni costituiscono una cospicua collezione di beni archeologici databili principalmente tra il VII secolo a.C. e il III secolo d.C. La raccolta è composta da due nuclei principali, uno di reperti lapidei e l’altro di reperti ceramici. Tra i reperti lapidei spiccano un tronco di statua virile acefala in marmo e una porzione di sarcofago (altorilievo) in marmo. Altresì, tra i reperti ceramici sono da evidenziare una oinochoe in bucchero, una olpe protocorinzia, una kylix in ceramica a figure nere, un lebes gamikos, tre lekanides e un cratere a campana in ceramica a figure rosse. L’attività coordinata e diretta dalla Procura Della Repubblica di Ancona è ancora in corso e dai primi accertamenti è emerso che la porzione di sarcofago è provento del furto consumato a Roma il 19 settembre 1978 nell’area dell’antiquarium comunale del Celio. Sono in corso ulteriori accertamenti al fine di verificare se gli altri beni sono oggetto dello stesso furto.
Recanati (MC) – Campli (TE). A Recanati (MC) nel corso del mercatino antiquariale, I Carabinieri del Nucleo TPC di Ancona in collaborazione con quelli della Stazione di Recanati (MC) e Campli (TE) , rinvenivano e sequestrato il dipinto olio su tela di autore ignoto, ambito abruzzese sec. XVII, asportato in data 13 novembre 2011 dalla Chiesa di san Gennaro di Campli (TE) frazione Collicelli. Il dipinto a cui i pochi abitanti della frazione sono molto legati su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Macerata- che ha coordinato le indagini- è stato restituito all’ufficio beni Culturali della Diocesi di Teramo- Atri che ne curerà il restauro e la ricollocazione dal luogo ove fu asportato e dove gli abitanti lo aspettano con impazienza.
Provincia di Fermo e Venarotta (AP). Nel Fermano a seguito di una più complessa ed articolata indagine, condotta dai Carabinieri del TPC di Ancona in collaborazioni con quelli della Stazione di Monterubbiano (FM) e Venarotta (AP) è stato rinvenuto e sequestrato un dipinto olio su tela raffigurante Santa Lucia. Da indagini eseguite è stato appurato si tratti di un dipinto olio su tela delle dimensioni di 90X65, asportato negli anni 60 del secolo scorso dalla chiesa Santissima Annunziata di Venarotta (AP) frazione Cepparano, senza peraltro sia stata sporta
denuncia. Un ausilio alle ricerche , che si sono dimostrate abbastanza complesse, è stato dato dal parroco Don Umberto Puglia il quale consultando il “libro dei conti della Confraternita del SS Sacramento”, ha accertato che nel 1833 fu affidato l’incarico ad un pittore tale “Marini” di ritrarre un quadro di Santa Lucia per un compenso pari a 2 scudi , inoltre nello stesso periodo venne dato mandato ad un intagliatore tale Rinaldo di realizzare una cornice per lo stesso quadro. Del quadro tuttavia non era presente nessuna riproduzione fotografica, ma molti abitanti della piccola frazione ne avevano nitida memoria, in quanto era collocato nell’unica navata della chiesa in corrispondenza delle scale che portano alla cripta. Infatti alcuni anziani lo hanno riconosciuto senza ombra di dubbio, in particolare due sorelle ora ottantenni , hanno affermato di avere una nitida memoria del quadro in quanto la nonna era cieca e la madre pregava sempre quell’immagine della Martire Siracusana protettrice degli occhi. Un altro elemento ulteriore è stato riscontrato a seguito del sopralluogo eseguito nella piccola chiesa rurale, infatti nella parete opposta a quella dove era posizionato il quadro, si intravede un antico affresco che riproduce Santa Lucia e la tela ritrovata è molto simile all’immagine dell’affresco quindi non si esclude che la confraternita commissionò il dipinto per conservare la memoria dell’affresco che si andava deteriorando. La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Fermo che ha coordinato le indagini ha disposto la restituzione del quadro alla Diocesi di Ascoli Piceno che sta provvedendo a restaurare il dipinto al fine di farlo tornare nella chiesa ove fu asportato da oltre 60 anni .
(Fonte: Nucelo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Ancona, che si ringrazia per l’invio della copiosa documentazione fotografica).
(Fonte: Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Ancona, che si ringrazia per l’invio della documentazione).
The Journal of Cultural Heritage Crime (JCHC), con sottotitolo L’Informazione per la Tutela del Patrimonio Culturale, è una testata giornalistica culturale, registrata presso il Tribunale di Roma con n. 108/2022 del 21/07/2022, e presso il CNR con ISSN 2785-7182. Si configura sul web come contenitore di approfondimento, il primo in Italia, in cui trovano spazio i fatti che quotidianamente vedono il nostro patrimonio culturale minacciato, violato e oggetto di crimini. I fatti sono riportati, attraverso un linguaggio semplice e accessibile a tutti, da una redazione composta da giornalisti e da professionisti del patrimonio culturale, esperti nella tutela. JCHC è informazione di servizio, promuove le attività di contrasto ai reati e sostiene quanti quotidianamente sono impegnati nella attività di tutela e valorizzazione del nostro patrimonio culturale.