In ricordo di Paolo Giorgio Ferri
Con profonda tristezza ci uniamo al coro di commiato per la prematura scomparsa di Paolo Giorgio Ferri, magistrato impegnato nel contrasto al traffico internazionale di beni culturali illecitamente sottratti e di reperti archeologici provenienti da scavi clandestini.
Numerose le indagini da lui condotte contro dealers e acquirenti di beni culturali in Italia e in tutto il mondo, a partire dalla sua prima indagine del 1994 riguardante una statua sottratta a Villa Torlonia e venduta all’asta da Sotheby’s a Londra, fino all’importante caso del 2015 contro Robert Hecht e Marion True del Getty Museum di Los Angeles, imputati per associazione per delinquere e ricettazione in relazione ad un ingente traffico illecito di reperti archeologici.
Come ha avuto modo di ricordare nella videoconferenza organizzata dal Journal il 16 maggio scorso sul recupero del Cratere di Assteas – tra quelli a cui era più legato – il caso contro il P.Getty Museum ha segnato l’inizio di una nuova politica in materia di acquisizioni da parte di molti musei in tutto il mondo che si sono resi disponibili a restituire molti beni culturali rubati dall’Italia in passato.
Una volta in pensione ha continuato a profondere la sua professionalità e la sua esperienza mettendole al servizio di enti e organizzazioni italiane e straniere, governative e non, senza disdegnare affatto attività didattiche e formative che hanno consentito a molti di noi di questa rivista di averlo come prezioso docente.
Diverse le attività e che stava portando avanti, con vecchi colleghi a cui era legato da grande amicizia così come con nuovi e compagni di viaggio che vedevano in lui un maestro sempre aperto al confronto e alla collaborazione.
Personalmente rammarica chi scrive per non aver potuto realizzare con lui un incontro programmato da tempo per confrontarci su un provvedimento di emersione del patrimonio archeologico sommerso – volgarmente detto “archeocondono” – che egli riteneva necessario, così come fortemente auspicato lo è stato da parte del compianto Generale Roberto Conforti col quale aveva lungamente lavorato e al quale, tra l’altro, era succeduto nella presidenza della Società Italiana per la Protezione dei Beni Culturali.
Paolo Giorgio Ferri lascia un vuoto incolmabile per tutti coloro che si interessano di reati contro il patrimonio culturale e che trovavano in lui un naturale punto di riferimento ricontrando sempre ampia disponibilità ad un confronto, con gentilezza e umiltà.
Da parte di The Journal of Cultural Heritage Crime un sentito cordoglio alla famiglia e agli amici più cari ai quali assieme ci raccogliamo “al rogo di Ettore luminoso”.