I Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Torino, al termine di un’attività investigativa denominata “Kristall”, coordinata dalla Procura della Repubblica di Asti, hanno recuperato cinque opere d’arte in cristallo, risalenti al XV e XVI secolo e di eccezionale valore storico-artistico, rubate l’8 febbraio 2000 al Kunstpalast, Glasmuseum Hentrich di Düsseldorf (Germania) con l’effrazione di una teca. Questa la vicenda.
Dopo il colpo, per anni non se ne sa più nulla. Poi qualcuno si fa vivo, raggiungendo i responsabili del museo e indicando di essere in possesso degli oggetti, che possono tornare al loro posto a patto di ungere le giuste ruote… I contatti sono dapprima epistolari e poi telefonici, mano a mano che i possessori della refurtiva acquistano fiducia. Il valore commerciale è superiore, ma sul mercato clandestino le quotazioni si abbassano e così la richiesta “scende” alla cifra di 200 mila euro. Lo scambio fra denaro e opere è richiesto in Italia. Così ai primi di luglio, a Roma, si svolge un incontro fra personale dell’Ambasciata tedesca e i responsabili del Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale. La decisione possibile è una sola: fingere di accettare la richiesta e organizzare un’operazione sotto copertura per intervenire non appena si vedranno arrivare i possessori con gli oggetti. Lo scambio informativo prelude all’invio di un Ordine Europeo d’Indagine da parte dell’Autorità Giudiziaria di Düsseldorf a quella italiana, diretto a identificare gli autori dell’estorsione.
La zona indicata per lo scambio si trova in Piemonte al confine con la Liguria, così dell’attività viene investito il Nucleo TPC di Torino. Con le indicazioni fornite dalla polizia tedesca, i Carabinieri del Nucleo piemontese avviano le indagini riuscendo in breve tempo, grazie anche alla conoscenza del territorio delle Stazioni Carabinieri di Dego (SV) e Cortemilia (CN), a individuare – quale principale artefice di questo singolare “cavallo di ritorno” – un cittadino tedesco da anni dimorante a Gorzegno (CN) e noto in paese come “l’avvocato”, per la sua abitudine di presentarsi in pubblico come esperto di diritto.
L’ulteriore richiesta di pagamento, indirizzata dal Museo a un autorevole esperto del particolare settore artistico, porta all’organizzazione di un incontro per effettuare lo scambio all’interno di un hotel del centro di Alba. La struttura è letteralmente imbottita dal ROS di telecamere e microfoni, numerosi Carabinieri si infiltrano tra i clienti e il personale dell’albergo. L’ “avvocato” viene osservato da lontano uscire di casa con due grosse borse. Le ripone con cura nei sedili posteriori della sua Audi e si avvia verso il suo appuntamento. È il segno che tutto sta andando per il verso giusto, scatta il pedinamento.
Durante l’incontro, verificate l’autenticità delle opere e l’effettiva provenienza dal furto del 2000, i Carabinieri intervengono, arrestando il responsabile e una sua complice per tentata estorsione e ricettazione e recuperando l’intera refurtiva. Nel corso delle perquisizioni si rinviene un altro importante oggetto in cristallo, di dubbia provenienza, sul quale saranno condotti ulteriori accertamenti. Gli arrestati, un uomo di sessantasette anni e una donna di sessantatré, entrambi di origine tedesca, incensurati e dimoranti in una masseria di Dego, sono condotti presso le case circondariali di Asti (l’uomo) e Torino (la donna).
Gli oggetti artistici recuperati, assicurati per un valore economico di 700 mila euro, sono ora custoditi a disposizione dell’Autorità Giudiziaria dai Carabinieri del Nucleo di Torino, in attesa della formale restituzione alle istituzioni tedesche.
Di seguito le immagini e le descrizioni, nell’ordine, dei cinque oggetti rubati al museo di Düsseldorf e di quello di sospetta provenienza.
Tazza con aquila imperiale e stemma di Norimberga
Titolo: Becher inciso a punta di diamante su tre piedini
Nome oggetto: Tazza
Artista: Sconosciuto
Data: Intorno al 1660
Materiale e tecnica: Vaso cilindrico con piedini a sfera applicati. Vetro decolorato, soffiato con incisione a punta di diamante.
Dimensioni: Altezza: 10,2 cm
Luogo d’origine: Norimberga, Media Franconia, Bavaria, Germania
Provenienza: Collezione Johannes Jantzen (1887-1972)
Boccale con scena di caccia al cervo a cavallo
Titolo: Vaso su tre piedini a sfera con scena di caccia al cervo a cavallo.
Nome oggetto: Becher.
Data: Intorno al 1665-1670.
Materiale e tecnica: Vetro trasparente, modellato, con tre piedini cavi e attaccati;
Decorazione in Schwarzlotmalerei inciso (pittura a saldatura nera ).
Dimensioni: (H x P): 10 x 9,1 cm
Luogo di origine: Norimberga, Germania
Provenienza: Collezione Johannes Jantzen (1887-1972)
Coppa con trofei di vittoria
Titolo: Coppa con simboli di vittoria
Nome oggetto: Becher
Artista: Paul Eder, Norimberga (1685-1709)
Data: circa 1700
Materiale e tecnica: Vetro trasparente, decolorato, soffiato a stampo con decoro impresso a ruota in rame e inciso a punta di diamante.
Dimensioni: (H x P): 9,5 x 8,6 cm
Luogo di origine: Norimberga, Germania
Provenienza: Collezione Johannes Jantzen (1887-1972)
Brocca a costine in vetro agata
Titolo: Brocca “calcedonio” a coste con supporti applicati in argento.
Descrizione dell’oggetto: Rippenkrug (Brocca a coste).
Artista: Sconosciuto.
Datazione: fine del XV / inizi del XVI secolo.
Materiale e tecnica: Vetro calcedonio marmorizzato (calcedonio o imitazione agata), soffiato in uno stampo a 12 coste. Fusione di due parti. Applicati parzialmente supporti d’argento, probabilmente a seguito di danneggiamento della base e del coperchio. Il puntale del coperchio di vetro originale è stato montato sul coperchio d’argento postumo.
(H x P): 36 x 12,3 cm
Diametro (fondo): 13 cm
Luogo di origine: Murano, Venezia, Italia.
Provenienza: Principessa Costanza Marie zu Salm-Reifferscheid-Dyck (1767 – 1845)
Provenienza: acquisizione con fondi dello Stato del Nord Reno-Westfalia Provenienza: acquisizione con fondi della Fondazione Art and Culture
Note aggiuntive :
Presentato alla mostra di storia dell’arte di Düsseldorf nel 1902. Sin dagli anni ’60 è stato incluso nell’elenco completo dei beni culturali di valore nazionale. La montatura in metallo sembra ricondursi alla prima metà del XVIII secolo, probabilmente inserita per la riparazione di un danno da caduta.
Il calcedonio è uno dei più antichi e rari tipi di vetro. Parte della letteratura riconduce l’invenzione di questa tecnica di lavorazione al maestro Angelo Barovier, a Murano, nella seconda metà del XV secolo, ma il segreto della tecnica di lavorazione si perse con la caduta della Repubblica veneziana. Il segreto della produzione del calcedonio fu successivamente riscoperto da Lorenzo Radi nel 1856 ma andò nuovamente perduto fino ai giorni nostri.
Nel 1977 il maestro Loredano Rosin, lavorando con il fratello Dino, sono arrivati Ad una nuova produzione artistica utilizzando questo prezioso ma difficilissimo materiale
I colori, le ombre e sfumature del misterioso calcedonio vengono dal processo chimico intrinseco ad ogni fusione di vetro che rende ogni pezzo, un capolavoro unico e irripetibile.
Coppa con coperchio e allegorie di autunno e inverno
Titolo: Calice coperto con allegorie autunnali e invernali
Nome oggetto: Hohlbalusterpokal
Autore: Hermann Schwinger Attr. (1640-1683).
Data: circa 1670/1680
Materiale / tecnologia: vetro trasparente, soffiato con bordo inferiore ripiegato, opaco e taglio bianco. Decorazione incisa a ruota in rame.
Altezza: 38,4 cm Diametro: 13,5 cm (piedi).
Decorazione: personificazione allegorica dell’autunno, con raccolta delle mele e dell’inverno con putto davanti a un fuoco, con alberi spogli e rovina. Ghirlanda alla base del piedi, viti di vite e rametti di vischio in copertina.
Luogo di origine: Norimberga, Germania.
Provenienza: precedentemente Collezione Johannes Jantzen (1887-1972).
Istituto: Art Palace Dipartimento: Art Palace – Glass Museum Hentrich Permalink:
Coppa in Waldglas “Vetroforesta” produzione medievale germanica
Titolo: Becher alto con coperchio e decorazione.
Nome oggetto: Coppa Waldglas con coperchio.
Autore: ignoto sconosciuto.
Data: incerta XVIII o XIX secolo.
Materiale e tecnica: vetro verde.
(Fonte: Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Torino).
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