Bronzetto proveniente da scavo clandestino tornerà al Museo Nazionale Etrusco di Chiusi
I miti narrano che Cluso, figlio di Tirreno o di Telemaco, fondò l’antica città di Chiusi, centro molto popolato sin dall’età della pietra. Il re Porsenna e la sua tomba labirintica raccontata da Plinio il Vecchio, il coinvolgimento con i Romani nella guerra contro Annibale, la colonia militare di Silla, sono solo alcune delle soste che la Storia ha fatto in questo territorio, che vede oggi il ritorno di un bronzetto di II secolo a.C., opera di un artigiano locale dell’epoca, rubato in epoca imprecisata nel corso dell’ennesimo scavo clandestino.
La Figura maschile orante con patera, dell’altezza di 15 cm., sarà consegnata domani al Museo Nazionale Etrusco di Chiusi dal Comandante del Nucleo dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) di Udine, il Magg. Lorenzo Pella, alla presenza del Direttore Regionale Musei della Toscana, dott. Stefano Casciu, del Sostituto Procuratore della Repubblica di Udine, dott.ssa Elena Torresin, e della locale Direttrice, dott.ssa Maria Angela Turchetti.
Il bronzetto, di eccezionale pregio e rarità, fa parte di una serie di esemplari limitati che derivano da una matrice a fusione unica, alcuni dei quali esposti nei musei d’Oltreoceano.
Le indagini hanno accertato che il manufatto, del valore di mercato di 80.000 euro, è stato prima commercializzato in Friuli e poi, dal 1998, da un antiquario in Veneto. Nel corso degli anni, l’opera è passata tra le mani di proprietari diversi, dal Friuli al Veneto e viceversa. Nel febbraio del 2019 è stata infine individuata dai Carabinieri del Nucleo TPC di Udine sul sito web di un’attività antiquariale friulana. In seguito alle verifiche effettuate in collaborazione con il Museo Nazionale Etrusco di Chiusi, la Procura della Repubblica di Udine ha emesso decreto di sequestro dell’opera.
La collaborazione tra i militari e il museo continua a rivelarsi fruttuosa: le analisi tecnico-scientifiche (microscopia ottica, analisi stilistica e comparazione con altri reperti della collezione museale) riconducono la produzione del bronzetto al territorio di Chiusi in epoca etrusca. Le indagini condotte dai Carabinieri, tuttora in corso, hanno portato alla denuncia di due esercenti per ricettazione e mirano a risalire alla filiera criminale.
Circostanze curiose riguardano questo bronzetto e due esemplari simili: nel n. 1° del “Bollettino delle opere d’arte trafugate” a cura del Comando dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, un manufatto gemello figura tra le opere da ricercare, riconducibile al furto più importante subito dal Museo di Chiusi, avvenuto nel 1971. In quella occasione furono trafugati anche altri beni archeologici, parte dei quali è stata individuata nei decenni successivi in varie collezioni italiane e statunitensi. Ancora, un terzo bronzetto ellenistico, riconosciuto quale oggetto di furto perpetrato nel 1988, è stato restituito dall’Inghilterra all’Italia nell’ottobre 2018.
(Fonte: Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Udine).
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