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Il lago di Viverone: un patrimonio da proteggere e valorizzare

(Tempo di lettura: 7 minuti)

di Cristian Lo Iacono

I siti palafitticoli sono un unicum nell’universo storico-culturale mondiale. Una delle loro attrattive è il perdurare di quel fascino ancestrale che ci proietta immediatamente nella vita quotidiana di migliaia di anni fa, restituendo preziose informazioni che hanno consentito di approfondire, sul piano scientifico, come sia stata possibile l’evoluzione delle pratiche di sostentamento di civiltà arcaiche.  

Siti palafitticoli in Italia (Elaborazione grafica da Google Earth di C. Lo Iacono)

Insediamenti simili, seriali, sono disseminati nel nord Italia: nelle zone limitrofe al Lago di Garda, nei pressi dei laghi alpini del Trentino, nella pianura Padana, in Friuli Venezia Giulia e nei bacini piemontesi (19 siti). Realtà analoghe si trovano anche oltre i confini nazionali: Austria, Francia, Germania, Slovenia e Svizzera ne ospitano numerosi, per un totale di 111 siti iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale. La trans-nazionalità è un’altra peculiarità di queste antiche vestigia: un terreno ancora fertile su cui è stato avviato un ampio e fruttuoso dialogo culturale, un esempio di best practice e di collaborazione tra stati nazionali sotto l’egida dell’UNESCO.

Dal punto di vista culturale e scientifico, alla base dei criteri di selezione per la loro ascrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, la serie dei villaggi palafitticoli è certamente una delle più importanti fonti storico-archeologiche per lo studio delle prime società agrarie del continente europeo. Le condizioni di conservazione in ambiente umido hanno favorito la sopravvivenza di materiali organici che hanno permesso agli archeologi di comprendere i significativi cambiamenti intervenuti nel corso del Neolitico e dell’Età del Bronzo in Europa e in particolare le connessioni fra i vari gruppi di  abitanti delle aree alpine.

Reperti ceramici, asce in bronzo, strumenti in pietra dal villaggio palafitticolo dell’età del Bronzo del Lago di Viverone (Foto: Museo del Territorio Biellese, Sezione Archeologica)

Queste tracce preistoriche sono le prove documentate dell’esistenza delle prime forme di società agraria diffusa nelle regioni alpine e subalpine per circa 5000 anni. Tra queste pregevoli testimonianze rientrano anche i reperti del lago di Viverone, individuati nel corso delle campagne di scavo negli anni ’60 – ’70 del secolo scorso e più recentemente nel 2016, che hanno permesso lo studio dei gruppi sociali, del cambiamento del territorio, delle pratiche basate sull’impiego di strumenti tecnici rudimentali in relazione all’evolvere dell’impatto climatico. 

Agenda Unesco 2030 per lo Sviluppo Sostenibile

Il progetto elaborato sul sito sommerso di Viverone-Emissario VI.1, in aderenza agli obiettivi inseriti nell’agenda UNESCO 2020-2030, si prefigge di rendere attuabile la fruizione di un’area archeologica inserita in una riserva naturale e paesaggistica. L’area sommersa d’interesse, vasta circa 5.000 mq e sita a circa due metri sotto il livello dell’acqua, si trova al confine tra le province di Biella e Torino: essa conserva i resti di migliaia di pali che costituivano in origine un abitato di forma circolare, del diametro di circa 70 m, risalente all’età del Bronzo. Questo villaggio fu il centro da cui, a partire dal 1600-1500 a.C., si propagò in altri territori la produzione di ceramica con motivi decorativi del tutto peculiari. Tale diffusione è strettamente connessa alla lavorazione dei metalli che gradualmente soppiantarono l’impiego di attrezzi e oggetti costruiti in pietra.

Emissario I (Elaborazione grafica da Google Earth di C. Lo Iacono)

Nello studio progettuale, questo peculiare contesto dalle caratteristiche uniche è stato considerato il centro di una serie di iniziative culturali a favore dell’intero distretto: le ricchezze del lago e delle aree limitrofe potranno così essere apprezzate attraverso forme di accessibilità innovative e integrate fra loro.
L’itinerario è stato elaborato col fine di tutelare l’area e, allo stesso tempo, garantire i massimi standard di sicurezza per i visitatori, coniugandoli con un’inedita esperienza culturale e formativa

Per attuare concretamente l’obiettivo è essenziale il coinvolgimento e il coordinamento degli stakeholder in modo che le risorse disponibili siano utilizzate al meglio adottando scelte basate su:

Panorama del Lago di Viverone (Foto di C. Lo Iacono)

Il territorio che comprende il bacino di Viverone, disteso ai piedi della serra morenica di Ivrea, la più grande d’Europa, è un habitat particolare, caratterizzato da una spiccata biodiversità e da una componente paesaggistica pregna di testimonianze: scorci naturalistici, tra cui si segnalano le tappe di antichi camminamenti lungo la via Francigena, architetture devozionali, antichi villaggi e i tipici terrazzamenti collinari che ospitano le pergole per la coltivazione della vitigno Erbaluce

L’offerta turistica del lago si concentra, tradizionalmente, nella stagione primaverile/estiva, in cui, in virtù del clima più mite, è possibile valersi delle strutture ricettive e delle aree di campeggio presenti lungo le rive del lago (sponde biellesi). Le attività turistiche principali sono la balneazione, gli sport acquatici e la nautica. Il progetto ha l’obiettivo di implementare tutte le attività finalizzate ad ampliare e diversificare l’offerta culturale/turistica, focalizzando l’attenzione sul sito sommerso attraverso lo sviluppo sostenibile delle risorse territoriali, realizzando un percorso esperienziale destinato principalmente alle scuole di ogni ordine e grado.

Panorama del Lago di Viverone (Foto di C. Lo Iacono)

La visita in situ, come accennato, grazie a un percorso appositamente dedicato,  prevede anche l’immersione subacquea con l’ausilio di guide qualificate, praticando lo snorkeling per apprezzare da vicino le testimonianze risalenti a migliaia di anni fa in un ambiente sommerso contraddistinto da una flora e una fauna acquatica di alto valore naturalistico (Sito di Importanza ComunitariaSIC).
Un’opportunità nuova, originale, l’ultima frontiera in termini di fruizione, come quella dei siti accessibili in aree marine (ad esempio il Parco Archeologico di Baia, Napoli), che sarà possibile realizzando il miglioramento delle strutture esistenti e/o l’edificazione di nuove: appositi corridoi di transito dei natanti rispettosi dell’ecosistema, installazione di impianti di sorveglianza all’avanguardia e di approdi idonei a coniugare la sicurezza contro le aggressioni criminali con la tutela del sito, in relazione al flusso di visitatori.

L’esperienza potrà essere integrata con la promozione di iniziative per la diffusione della cultura della legalità in rapporto alla fruizione dei siti culturali. E’ auspicabile perciò rafforzare ulteriormente la collaborazione con le comunità locali, le istituzioni di tutela, le municipalità, la scuola, la comunità scientifica.
Nell’ambito delle iniziative volte alla diffusione della cultura della legalità, considerate le conoscenze specialistiche maturate sul campo dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale e dai Carabinieri Subacquei, è stata valutata l’ipotesi di redigere un manuale per la conservazione e la salvaguardia dei siti sommersi in un’ottica di sicurezza partecipata.
Il sito di Viverone, in questo senso, rappresenta un ottimo banco di prova per sperimentare soluzioni che potrebbero essere estese ad altri contesti, fornendo linee guida funzionali all’attività di tutela e prevenzione.

Carabinieri del TPC impegnati in una ricognizione subacquea (Fotogramma da filmato istituzionale del TPC)

Tutte le iniziative cui si è accennato confluiscono nel management del progetto e dovrebbero pertanto essere finanziate, oltretutto in un momento non favorevole per la nostra economia, anche alla luce del recente impatto pandemico.

Nell’ambito dei contenuti formativi del Master dell’Università di Torino in Cultural Property Protection in Crisis Response (a.a. 2019-2020), che ha coinvolto partner istituzionali nazionali ed esteri, istituti di formazione e anche istituti bancari nazionali ed esteri, si è potuto valutare la fattibilità economica del progetto, seppur a livello teorico. Più in generale, si sono considerate le iniziative economiche in relazione allo sviluppo di politiche culturali di ampio respiro, prevedendo una work map triennale e un investimento iniziale di poco più di 80.000 Euro. 

Schema complessivo del progetto (Ideazione ed elaborazione di C. Lo Iacono)

Il lago di Viverone è amministrato da enti pubblici attraverso il contratto di lago che rappresenta il documento di riferimento principale di gestione. L’amministrazione attuale potrebbe perciò tenere conto del progetto per creare sinergie utili a stimolare anche attività imprenditoriali (preferibilmente del territorio, per rinsaldare l’identità culturale e attuare in pieno la sostenibilità), patrocini e sponsor, per creare possibili sbocchi occupazionali nel settore culturale/turistico.
Un’opportunità che guarda al futuro, con rinnovata fiducia, nella consapevolezza che ogni risorsa sarebbe destinata a valorizzare un bene comune, unico nel suo genere.


The protection activities, which are part of the institutional tasks of the Carabinieri TPC Command, as contemplated by art. 9 of the Italian Constitution, have inspired this design study for the enhancement of the pile-dwelling site of Lake Viverone (UNESCO site since 2011). The operational synergy with the Carabinieri Underwater Corp of Genoa has allowed deepening our knowledge of a context of “exceptional universal value”, dating back to the Bronze Age and located a few meters from the lake surface. Such peculiar information has made it possible to evaluate the extraordinary potential of the Viverone site, in accordance with the objectives of the UNESCO 2020-2030 agenda and in the light of the advanced training contents of the Cultural Property Protection in Crisis Response Master of the University of Turin. The project aims to develop and organize innovative, safe, and sustainable ways to enjoy the submerged site while, above all, promoting the culture of legality and working towards the cultural education of future generations.

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