Il ritrovamento della Squadra mobile di Napoli che negli ultimi giorni sta dando adito a nuove ipotesi, speculazioni e dubbi sul dipinto di scuola leonardesca, il Salvator Mundi, è stato effettuato durante la perquisizione all’interno di un appartamento del capoluogo.
L’opera d’arte, risalente al XV secolo, è appartenuta fino alla sua recente scomparsa alla Sala degli Arredi Sacri del Museo Doma, parte del Complesso monumentale di San Domenico Maggiore di Napoli.
L’iconografia del Salvator Mundi, di origine bizantina, sarebbe ispirata al dipinto attribuito a Leonardo da Vinci, ora in una collezione privata ad Abu Dhabi e battuto all’asta da Christie’s nel novembre del 2017 per ben 450,3 milioni di dollari.
L’opera napoletana fu probabilmente acquistata a Milano dal consigliere e ambasciatore di Carlo V, Giovanni Antonio Muscettola, in passato proprietario della cappella di San Giuseppe. Ad oggi, l’autore dell’opera non ha ancora un nome, il che dà adito a numerose ipotesi, persino riguardo a un probabile contributo del Maestro da Vinci.
Stando alla notizia pubblicata dall’Ufficio Stampa della Polizia di Stato lo scorso 18 gennaio, il dipinto rubato “tempo fa” è stato recuperato durante un’attività d’indagine per altri reati, di cui il proprietario dell’immobile, incensurato e denunciato adesso per ricettazione, dovrà rispondere.
Inoltre, si cercherà di fare chiarezza in merito alla più recente esposizione del Salvator Mundi presso la mostra Leonardo a Roma: influenze ed eredità, allestita a Villa Farnesina tra il 4 ottobre 2019 e il 12 gennaio 2020.
Restano quindi da chiarire le dinamiche del furto, che al momento risultano ancora avvolte nel mistero.
Dottoressa in Scienze politiche, investigazione, criminalità e sicurezza internazionale.