Negli ultimi anni sono stati molti i violini di pregio oggetto di illecite sottrazioni: dal Canada (Toronto, violino Lorenzo Carcassi, 1757), alla Svizzera (Ginevra, violino Giovanni Battista Guadagnini 1747) agli USA (Los Angeles, violino Girolamo Amati 1710), per citare solo alcuni esempi tra i più recenti e noti a causa dell’elevato valore economico dei beni. Qualcuno ogni tanto riemerge dall’oblio e viene restituito al legittimo proprietario, come avvenuto recentemente, nel mese di settembre 2020 a Parma, quando è stato rinvenuto durante un controllo di polizia il violino Nicolò Amati del 1675 rubato in Giappone nel 2005. Altri rimangono “invisibili” a seguito di interpolazioni e modifiche. Altri ancora, sebbene rintracciati, non riescono a rientrare nei luoghi da quali furono a suo tempo sottratti in virtù di particolari interpretazioni o applicazioni delle norme vigenti.
Quest’ultimo aspetto ha interessato il violino Gand&Bernardel del 1879 donato dalla concertista Teresina Tua – accettato per decreto dell’ex Presidente della Repubblica Luigi Einaudi nel 1948 e incluso nel Patrimonio inalienabile dello Stato Italiano – illecitamente sottratto al Conservatorio di Torino nel 1988. Lo strumento non rientrerà più in Italia. Ritrovato a Berlino dopo alcuni passaggi di mano, è stato al centro di una disputa tra la Procura di Torino, che ne ha chiesto la restituzione immediata, e la magistratura tedesca, che ha negato la restituzione del violino avendo scoperto che esso era stato regolarmente venduto per 27 mila euro ad un musicista della Berliner Philharmoniker e dunque acquistato in buona fede. Nell’aprile 2014 è pervenuta alla Procura di Torino una missiva da parte dell’autorità tedesca nella quale i magistrati d’oltralpe comunicavano di ritenere chiusa la rogatoria in atto e rigettavano, di fatto, la richiesta di restituzione dello strumento all’Italia, tesi che non è stata successivamente impugnata dall’Avvocatura di Stato. Dunque nel 2018 pare che la vicenda sia stata risolutivamente archiviata.
Un altro violino che lascia per sempre il nostro Paese senza che ciò desti adeguato interesse nell’opinione pubblica. Una sottrazione illecita di un bene culturale, generosamente donato al Conservatorio di Torino, che ha causato un ammanco economico per l’istituzione musicale e, se è consentito dirlo, una perdita di credibilità collettiva interna ed esterna che mina l’immagine dell’Italia e può non favorire futuri e generosi lasciti di beni musicali ai Conservatori da parte di collezionisti benefattori.
A dispetto del modesto valore economico del violino Gand&Bernardel del 1879, esso ha una notevole importanza storica. Ripercorrendo le vicissitudini della proprietaria che lo ha donato al Conservatorio di Torino, apparirà evidente.
Teresina Tua, nata a Torino nell’aprile 1866, come è noto proveniva da una indigente famiglia che viveva di musica suonata agli angoli delle strade e delle piazze di Torino e che grazie ad una benefattrice di Nizza riuscì a studiare nel Conservatorio di Parigi e a diventare un’apprezzatissima e famosa violinista. Una bella storia umana e professionale che nel violino Gand&Bernardel del 1879 trovava la sua massima sintesi. Gli strumenti musicali non hanno solo un valore “materiale-economico”, ma hanno e conservano anche altri valori tra i quali quello “rimemorativo”. Nel caso del violino di Teresina Tua questo valore non è trascurabile: grazie al suo maestro Lambert Joseph Massart (1811-1892) del Conservatorio di Parigi, il quale organizzò una colletta tra i suoi amici francesi che versarono 30 lire al mese per diverso tempo al fine di mantenere la ragazzina e la sua famiglia a Parigi, Teresina Tua riuscì a diplomarsi in violino nel 1879. Il violino Gand&Bernardel, costruito lo stesso anno del diploma, costituiva per la musicista il ricordo e al tempo stesso lo spartiacque tra l’indigenza vissuta e patita prima del 1879 e l’agiatezza economica che dopo il diploma si unirà alla meritata fama ottenuta grazie ai numerosissimi concerti che la videro protagonista in tutta Europa.
Teresina Tua fu accolta con simpatia ed ammirazione nei migliori salotti europei non solo per il suo virtuosismo, ma anche perché la sua cultura (parlava correntemente italiano, francese, tedesco e russo), la sua eleganza nel vestire, la sua dolcezza, il suo garbo unito all’attenzione per le persone in difficoltà verso le quali non lesinò mai aiuti economici, borse di studio e concerti di beneficenza, la resero una delle donne più ammirate del tempo.
Ma non ebbe solo gioie: nel 1883 perse la madre, Marianna Rabino, in tragiche circostanze; qualche anno più tardi perse i due gemelli avuti dal matrimonio con il conte Giuseppe Ippolito Franchi-Verney della Valletta che la lascerà prematuramente nel 1911 dopo una lunga e incurabile malattia. Teresina, abituata a guardare avanti grazie alla forza di carattere, nonostante gli shock emotivi che la vita le aveva riservato, superò le difficoltà. Nel 1913 sposò Emilio Quadrio (1858-1933) e si trasferì a Sondrio dove trascorrerà il suo tempo impegnata in opere di beneficenza e promozione culturale nel Palazzo Quadrio che divenne in breve tempo un noto circolo culturale e musicale. Di lì a poco, nel 1915, abbandonerà definitivamente il palco per dedicarsi all’insegnamento del violino presso il Conservatorio di Milano dove le venne offerta una cattedra per chiara fama. La Prima Guerra Mondiale era alle porte e Teresina Tua decise di attivarsi come crocerossina prestando servizio all’Ospedale di Torino e all’Ospedale da campo di Sondrio. Dopo il conflitto non dimenticherà la sofferenza vista e donerà una cospicua somma di denaro da destinarsi ad opere per i mutilati e gli invalidi di guerra.
Il suo impegno verrà riconosciuto con tre medaglie d’argento da parte del Ministero della Guerra, del Ministero degli Interni e della Croce Rossa.
Nel 1924 i coniugi Quadrio lasciarono Sondrio per trasferirsi Roma dove Teresina fu invitata ad insegnare all’Accademia di Santa Cecilia. Quando nel 1933 morirà Emilio Quadrio, Teresina, unica erede di un immenso patrimonio, donerà nel 1935 al Comune di Sondrio la Villa Quadrio, vincolandone l’uso a scopi culturali, e acquisterà un grande convento a Firenze per offrirlo all’Istituto dell’Adorazione Perpetua.
Teresina, prima della dipartita avvenuta nell’ottobre 1956, disporrà che tutti i suoi averi venissero dati in beneficenza per borse di studio ed attività benefiche e che i suoi strumenti musicali, i quadri, le sculture ed altri oggetti d’arte venissero donati al Conservatorio di Torino.
Questa dunque la storia di Teresina Tua e del suo violino Gand&Bernardel del 1879.
Fabio Perrone, cultore di Strumenti Musicali (L-ART 07) presso la Facoltà di Musicologia dell’Università degli Studi di Pavia. Si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio di Verona, laureato a pieni voti in Musicologia presso l’Università degli Studi di Pavia e con lode in Conservazione dei Beni Culturali presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Parma. Esercita dal 2000 attività di consulente in materia di beni culturali. È iscritto al Collegio Lombardo Periti-Esperti-Consulenti e al Collegio Periti Italiani. Dal 2004 è Perito e CTU presso il Tribunale di Cremona e CCIAA e collabora con le Compagnie di Assicurazione nel settore tecnico (servizi di stima e perizie di strumenti musicali nonché consulenza assicurativa specifica). Oltre alla libera professione esercita attività di insegnamento: è stato docente di strumenti musicali presso il Conservatorio di Musica “Briccialdi” di Terni, è stato docente di Legislazione e Museologia presso la Scuola Internazionale di Liuteria di Cremona e dal 2002 tiene regolarmente seminari presso il Dipartimento di Scienze Musicologiche dell’Università degli Studi di Pavia. Collabora col Sole24Ore e ha insegnato al Master Management dell’Arte e dei Beni Culturali presso la Business School del Sole24Ore.