The Stolen Cello, l’album di Redi Hasa in omaggio al suo violoncello

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È stato presentato lo scorso novembre, al Parco della Musica di Roma, l’album “The Stolen Cello, 2020” del violoncellista Redi Hasa. Un omaggio al suo strumento musicale, fedele compagno di viaggio, in tutti questi anni. Redi Hasa, fuggito dal conflitto albanese alla fine degli anni ’90, è approdato in Italia per cominciare una nuova vita. Con lui il suo inseparabile violoncello, rubato. Ebbene sì. Redi Hasa, figlio minore di una insegnante di violoncello di Tirana, aveva ricevuto in comodato d’uso dal Conservatorio nel quale studiava, un violoncello col quale aveva imparato l’intero repertorio del suo strumento all’età di soli 13 anni. Come molti ricorderanno nel 1989, dopo la caduta del muro di Berlino, l’Albania precipitò verso la guerra civile, sopraffatta dalla povertà e dai disordini finanziari che favorirono per molti mesi l’esodo albanese verso l’Italia. E così nel 1998 anche Redi Hasa, dopo aver conseguito il diploma al Conservatorio di Tirana, partì alla volta di Bari, su una di quelle navi stracariche, portando con sé il bene più prezioso che gli era rimasto: il violoncello del Conservatorio che, concesso al musicista per ragioni di studio, per molti anni non risultò più “restituito” e quindi classificato come “illecitamente sottratto”.

Recentemente lo strumento “inseparabile” è stato restituito al Conservatorio di Tirana ponendo fine ad una storia “sospesa”. Una storia straordinaria e a lieto fine sia per lo strumento sia per il suo musicista che, tramite il suo “Cello”, ha mantenuto un fil rouge con la sua terra d’origine e, non meno importante, ha avuto a disposizione uno strumento per poter continuare a studiare e a suonare. A Lecce, Redi Hasa ha proseguito gli studi perfezionandosi nel 2007 al Conservatorio “Tito Schipa” e integrandosi progressivamente nel sound della musica tradizionale pugliese che, in quegli anni, stava reinventando la tradizione musicale del Salento, contribuendo alla valorizzazione di ciò che poi verrà definito il “Rinascimento della Taranta”. Redi Hasa ha suonato con molti artisti, da Enza Pagliara all’Officina Zoè, da Manigold alla Compagnia delle Arti Xanti Yaca. Ha collaborato con artisti internazionali come la Kocani Orkestar, Boban Markovic, Ambrogio Sparagna, Antonella Ruggiero, Raiz, Bobby McFerrin, Paolo Fresu. Insieme a Claudio Prima ha dato vita ai progetti Adria e Bandadriatica con cui ha partecipato ad importanti festival e rassegne in Europa nel 2005 e 2007. Nel 2008 è entrato in pianta stabile nell’Orchestra Notte della Taranta, diretta successivamente da Mauro Pagani, Ludovico Einaudi, Goran Bregovic e Giovanni Sollima. Assieme alla cantante Maria Mazzotta ha formato un duo che nei due album “Ura, 2014” e “Novilunio, 2017” propone legami musicali e poetici che contraddistinguono e talvolta uniscono le due coste opposte dell’Adriatico. Dopo la restituzione dell’ “inseparabile Stolen Cello”, Redi Hasa suona ora un violoncello ottocentesco, nuovo compagno di vita musicale.

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