Venezia. Attività operativa del Nucleo Carabinieri TPC per il 2020
I risultati operativi per l’anno 2020 del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Venezia riguardano soprattutto la prevenzione ed il contrasto dei reati nel settore di specialità, consumati sia in Italia, sia all’estero, che hanno comportato la denuncia all’Autorità Giudiziaria di 52 persone, prevalentemente per ricettazione, danneggiamento e in materia paesaggistica.
Sotto il profilo preventivo, si segnala l’aumento (+6,3%) delle attività ispettive presso archivi, biblioteche e musei. In particolare, presso questi ultimi sono state effettuate verifiche secondo le linee guida della pubblicazione “La sicurezza anticrimine nei musei”, a cura del Ministero della cultura, dell’International Council of Museums e del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale.
Sono stati altresì intensificati i controlli presso le aree archeologiche (+7,4%), per un totale di 87 ispezioni effettuate di concerto con le competenti Soprintendenze A.B.A.P. e il supporto logistico di altri reparti speciali dell’Arma.
Il Nucleo TPC di Venezia ha inoltre effettuato una complessa attività di tutela dei siti architettonici e paesaggistici del Veneto, in osservanza del principio fondamentale sancito dall’art. 9 della Costituzione: la Repubblica
tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. L’attività di controllo e di contrasto è stata esercitata d’iniziativa, a seguito di segnalazioni da parte delle Soprintendenze A.B.A.P. di Venezia, Padova e Verona nonché da parte di privati cittadini. Nell’individuazione dei siti oggetto delle verifiche, i militari dello speciale reparto dell’Arma si sono avvalsi delle Banche Dati del Ministero della cultura “Vincoli in rete” e “Sitap”, e dell’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro, “Carta del Rischio”.
Per i siti paesaggistici e architettonico-monumentali più estesi, l’individuazione delle violazioni è avvenuta anche grazie al sorvolo ravvicinato in elicottero, effettuato dai Carabinieri insieme al personale delle
Soprintendenze.
La Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti gestita dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale ha rivestito un ruolo fondamentale anche nelle predette attività preventive, per il censimento dei
siti, la documentazione delle attività poste in essere e l’inserimento dei rilievi fotografici delle opere d’arte. Quest’ultimo elemento ha visto l’aumento del 8,5% degli accertamenti rispetto all’anno precedente.
L’impegno del Nucleo per l’anno 2020 ha portato al recupero di circa 166 beni culturali, di cui 111 tra libri e documenti, 55 reperti archeologici. Notevole è stato anche il numero di sequestri di opere false, o contraffatte, con una particolare attenzione per il settore archeologico (18 beni sequestrati), per un valore complessivo di circa 2 milioni di euro.
Tra le indagini più significative condotte dal Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Venezia si segnalano la denuncia in stato di libertà di soggetti dediti a furti di sculture lapidee presso le ville sottoposte a specifico
vincolo ai sensi del D.Lgs. 42/2004 “Codice dei Beni Cultuali e del Paesaggio”, sparse nel territorio veneto; il recupero all’estero di opere d’arte illecitamente esportate dall’Italia, messe in vendita da parte di note case d’asta; il contrasto agli abusi sui beni monumentali sottoposti ai vincoli di specie, il sequestro di strutture sorte in violazione al vincolo paesaggistico. In relazione a quest’ultimo aspetto, il 14 ottobre 2020 la centralina idroelettrica sorta in prossimità del c.d. “Ponte Degli Alpini’” di Bassano del Grappa (VI) è stata sottoposta a sequestro preventivo d’iniziativa, per violazioni in materia di tutela del paesaggio.
Numerose sono state le riconsegne di beni sottratti. Il 4 novembre 2020 è stata restituita all’Archivio di Stato di Venezia, una pergamena, manoscritta e miniata dell’anno 1362, raffigurante “la promissione del Doge Andrea Dandolo”, opera asportata il 1° novembre 1949 dalla sala diplomatica ‘Regina Margherita’ dell’Archivio di Stato di Venezia.
Infine, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Venezia, nei giorni scorsi, hanno restituito al legittimo proprietario un dipinto, olio su tela, raffigurante “La morte di
Epaminonda”, di G. A. FUMIANI (Venezia 1640 – ivi 1710), trafugato presso una privata abitazione a Casalserugo (PD), il 27 dicembre 1972. Dopo il furto e la ricettazione, il dipinto è stato oggetto di svariati passaggi di proprietà, a
partire dal 1985, che hanno interessato diverse regioni italiane, sino all’ottobre 2020, quando l’opera è stata individuata all’incanto dalla Sezione Elaborazione Dati del Comando Carabinieri TPC di Roma, grazie alla comparazione delle immagini contenute nella Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti, il
più grande database di opere d’arte rubate al mondo.
Le attività investigative poste in essere dai Carabinieri TPC di Venezia hanno permesso di ricostruire i vari “passaggi” dell’opera. Prima di arrivare in asta, il dipinto era stato oggetto di vendita tra antiquari lombardi e veneti. Nel 1986 l’opera è stata altresì recensita dalla rivista ‘Padova e il suo territorio’, dove veniva presentata con la medesima attribuzione, ma una diversa interpretazione iconografica “Menelao Re di Sparta curato dal medico Macaone”, come narrato nel IV libro dell’Iliade. Nel dicembre 2020, i militari dello speciale reparto dell’Arma hanno quindi sequestrato l’opera presso una Casa d’Aste piemontese, che lo aveva posto in vendita con una base d’asta di 8.500 euro.
Il dipinto recuperato ha un valore commerciale stimabile in oltre 20.000 euro e si colloca nel periodo ‘maturo’ di FUMIANI, famoso per aver realizzato il più grande dipinto ad olio su tela al Mondo “Il martirio di San Pantalon”, opera che si trova nell’omonima Chiesa a Venezia.
(Fonte: Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Venezia).
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