Napoli. Attività operativa del Nucleo Carabinieri TPC
Sono 466.241 i beni recuperati l’anno scorso dal Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Napoli, unità periferica con competenza regionale sulla Campania del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale.
La maggior parte dei recuperi del 2020 riguarda il settore antiquariale, archivistico e librario (458.040), a seguire vi sono i beni di carattere scultoreo (7.299) per concludere con i reperti archeologici e numismatici provenienti da scavi clandestini (769). Per quanto attiene alla contraffazione, sono 238 le opere sequestrate: falsi di arte contemporanea – ma non solo – che, qualora immessi sul mercato, avrebbero fruttato alle organizzazioni criminali più di un milione di euro.
Ci sono queste e altre buone notizie, sul contrasto dei traffici d’arte, nella pubblicazione “Attività operativa 2020”, pubblicata in questi giorni dal Comando Carabinieri TPC. Per quanto attiene al territorio campano, si registra un decremento del 16% dei furti in genere, confermato da un decremento anche degli oggetti trafugati del 27% (sia per luogo che per tipologia).
Il contrasto alle attività illecite è stato invece costante sia per quanto riguarda l’attività preventiva effettuata dai controlli e verifiche museali che repressiva relativamente alle denunce e al numero di reati perseguiti. Nel corso dell’anno sono stati recuperati e restituiti dal Nucleo TPC di Napoli numerosi beni di elevatissimo valore storico-artistico, opere meglio descritte nella nota allegata al presente comunicato.
Di particolare rilievo, fra le opere recuperate dal Nucleo, vi è l’intero patrimonio facente parte dei Monasteri delle Clarisse. Nel corso di molteplici e concatenati controlli su siti on-line le indagini hanno consentito di pervenire all’identificazione di un antiquario romano che poneva in vendita, ed aveva venduto, numerosissimi beni, sia artistici che bibliografici – l’intera biblioteca racchiudeva infatti oltre 1200 volumi antichi che costituiscono un’importante testimonianza della storia dell’ordine religioso – provenienti dai Monasteri della Clarisse di Sezze (LT), di Latina e di Vitorchiano (VT). La complessa attività di recupero si è sviluppata oltre che nei confronti del citato antiquario anche attraverso il sequestro delle opere vendute ai vari acquirenti sparsi su tutte il territorio nazionale che, ignari della provenienza, hanno acquistato i beni. Sono in corso approfonditi accertamenti finalizzati ad accertare ulteriori responsabilità nonché finalizzati al recupero dei beni venduti all’estero.
San Giuseppe con Bambino (1790), 61×48 cm, Monastero di Santa Chiara di Latina Immacolata Concezione (1850), 200 x 115 cm, Monastero di Santa Chiara di Sezze –Chiesa di Santa Chiara (LT)
Crocifisso in legno e cartapesta policromo (1750), h 110 cm, Monastero Santa Chiara Latina (LT) Statua in terracotta e seta (1800) raffigurante una Madonna con il Bambino, 100 x 74 cm, Monastero di Santa Chiara di Latina (LT)
Paliotto in seta (1800), 170×87 cm, Monastero di Santa Chiara ordine delle Clarisse di Vitorchiano (VT) Madonna con Bambino (1700), olio su tela, 130 x 90 cm, Monastero di Santa Chiara ordine delle Clarisse di Vitorchiano (VT)
Il 2020 è stato un anno particolarmente significativo per i recuperi effettuati. Il Nucleo TPC di Napoli ha restituito anche una serie di opere dettagliatamente descritte nelle “Storie investigative dei recuperi”.
I recuperi significativi
DIPINTO FUGA DALL’EGITTO”
Il 5 gennaio 2020, a Ruffano (LE), nella Chiesa del Buon Consiglio, alla presenza del Sindaco di Ruffano (LE) Antonio Rocco Cavallo, del Parroco don Nicola Santoro e del Comandante del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Napoli, Maggiore Giampaolo Brasili, si è svolta la cerimonia di riconsegna del dipinto raffigurante una Fuga dall’Egitto di autore ignoto, asportato dalla citata Chiesa il 5 maggio 1992.
L’attività, coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli, è scaturita da un controllo amministrativo effettuato presso un esercizio di antiquariato partenopeo, all’esito del quale venivano individuate delle opere che per la loro natura e iconografia potevano corrispondere a quelle trafugate da istituti di culto.
“LA RESURREZIONE DI CRISTO” DI AUTORE IGNOTO E LA “SACRA FAMIGLIA”
Il 19 febbraio 2020, ad Acerra (NA), nella Chiesa del Santissimo Purgatorio, alla presenza del Sindaco di Acerra (NA) Raffaele Lettieri, del Vescovo della Diocesi di Acerra S.E. Mons. Antonio Di Donna e del Comandante del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Napoli, Maggiore Giampaolo Brasili, si è svolta la cerimonia di riconsegna di una parte del dipinto (la più significativa dal punto di vista iconografico) dal titolo “La Resurrezione di Cristo” di autore ignoto, asportato dalla citata Chiesa nell’anno 1991.
Dipinto trafugato Dipinto ritrovato
Il 25 settembre 2020, a Rieti, nella sede della Diocesi, alla presenza del Vescovo S.E. Mons. Domenico POMPILI edel Sindaco Antonio CICCHETTI, il Comandante del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Napoli, Maggiore Giampaolo BRASILI, ha restituito a Padre Tommaso ALESSANDRO, Parroco della chiesa “Madonna della Neve”, il dipinto raffigurante “Sacra famiglia”, asportato da quel luogo di culto il 4 maggio 2008.
L’attività, coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli, trae spunto dalla denuncia di furto, presentata da un antiquario napoletano, di numerose opere d’arte in suo possesso e conservate all’interno del magazzino. Oltre ad accertare che la denuncia non era altro che un mezzo, messo in atto dallo stesso antiquario per tornare in possesso di beni da lui posti in commercio indebitamente (nell’abitazione del denunciante sono stati rinvenute opere d’arte da lui stesso inserite in denuncia), i riscontri investigativi hanno consentito, altresì, di sequestrare numerosissime opere provenienti da 12 furti avvenuti in tutta Italia in danno di private abitazioni e di istituti di culto. Oltre alle opere di antiquariato, nel corso delle indagini sono stati sottoposti a sequestro, altresì, più di 4000 reperti archeologici tra monete e vasi.
Non solo San Gennaro. Furti d’arte, i Carabinieri del Nucleo napoletano per la Tutela del Patrimonio Culturale restituiscono preziosi beni
Nel Duecento Napoli traboccava di ori, smalti, argenti e gemme. Cuore pulsante di arte e cultura, crocevia tra le regioni d’Oltralpe e il Mediterraneo, il capoluogo campano era una delle città più prospere d’Europa e quel suo “Secolo d’oro” è tuttora raccontato da mostre che ne ripercorrono la storia millenaria, unica al mondo per l’intreccio di ricchezza, fede e sapienza popolare. In quel tempo la città è divenuta luogo di produzione senza eguali per reliquiari, dipinti, statue, oggetti preziosi ma anche simboli di fede, un’eredità molto sentita in territorio campano. Un reliquiario non è solo un bell’oggetto, ma il riflesso di un credo profondo che si alimenta della vicinanza alle spoglie terrene del Santo. Il fedele, volgendo lo sguardo al suo volto dipinto, crede di essere dinnanzi a lui in carne e ossa, come i primi cristiani al cospetto alle icone. Quando un’opera d’arte legata al culto è rubata da una chiesa, è un danno inestimabile per il ruolo e l’importanza che quel bene riveste per la comunità.
Il 12 febbraio 2020, a Castel San Pietro Terme (BO), nella Chiesa Santa Maria Maggiore, alla presenza di Mons. Silvano Cattani, parroco della chiesa di Santa Maria Maggiore di Castel San Pietro Terme (BO), del Sindaco Fausto Tinti e del Maggiore Giampaolo Brasili, Comandante del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Napoli, si è svolta la cerimonia di riconsegna di una parte del tesoro asportato dalla citata Chiesa nell’anno 2010 e consistente in 4 reliquiari/stauroteche, nr. 2 candelieri ed 1 cornice (relativa al dipinto tondo olio su tela raffigurante Gesù).
Nella medesima circostanza sono stati riconsegnati ai rappresentanti delle rispettive parrocchie:
- nr. 2 reliquiari asportati il 18.05.2007 dalla chiesa “San Paolo” di Mirabello (FE);
- nr. 1 cornice asportata il 13.05.2010 dalla chiesa “Santa Lucia” di Savignano Sul Rubicone (FC);
Il 30 giugno 2020, a Tito (PZ), nella Chiesa della “Madonna delle Grazie”, in occasione della sua riapertura ai fedeli, alla presenza dell’Arcivescovo della Diocesi di Potenza S.E. Mons. Salvatore Ligorio, del Sindaco Graziano Scavone e del Comandante del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Napoli, Maggiore Giampaolo Brasili, si è svolta la cerimonia di riconsegna di due sculture raffiguranti “Gesù Bambino” e il “Volto della Madonna”, entrambe asportate da quel luogo di culto il 16 novembre 2010.
Il 13 luglio 2020, a Gorgoglione (MT), nella Chiesa “Santa Maria Assunta”, alla presenza del Vescovo della Diocesi di Tricarico (MT) S.E. Mons. Giovanni Intini, del Sindaco Carmine Nigro e del Comandante del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Napoli, Maggiore Giampaolo Brasili, si è svolta la cerimonia di riconsegna di una scultura raffigurante “Cane San Rocco”, asportata da quel luogo di culto il 25 aprile 2008.
A pochi giorni dalla liquefazione del sangue di San Gennaro nella Cappella del Succorpo a Napoli, il Nucleo TPC del capoluogo campano ha preso parte a una celebrazione importante a Monguelfo, che vede la restituzione al territorio di appartenenza di beni particolarmente cari ai fedeli, due reliquiari e due porta-dipinti.
Il 29 settembre 2020, nella Chiesa di Santa Margherita a Monguelfo (BZ), il comandante del Nucleo dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Napoli, Maggiore Giampaolo Brasili, ha restituito al parroco Paul Schwiebacher duereliquiari placcati in oro, dell’altezza di 116 cm, rubati il 27 dicembre 2010.
Nella stessa occasione, alla presenza di Fritz Egarter, Sindaco di Sesto (BZ), il magg. Giampaolo Brasili ha riconsegnato due porta-dipinti in legno intagliato a Padre Andreas Seehauser, rappresentante della parrocchia San Giuseppe, rubati il 26 dicembre 2009.
Il 2 dicembre 2020, iCarabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) hanno effettuato due importanti restituzioni nella Chiesa di San Lorenzo a Occhiobello (RO).
Un inginocchiatoio in legno intagliato, rubato il 13 maggio 2010, è stato consegnato al Parroco della Chiesa, Padre Patrizio Bodrini, alla presenza del Vescovo di Adria-Rovigo S.E.R. Mons. Pierantonio Pavanello.
Nella stessa circostanza, l’Ufficiale ha consegnato una scultura in legno raffigurante Gesù Bambino, rubata il 10 febbraio 2011, a Cremonese Giuseppe, rappresentante della Parrocchia di San Bartolomeo di Porto Viro (RO).
Importanti opere d’arte trafugate dalle chiese della Diocesi di Aversa, di Capua e di Teano sono state restituite il 5 dicembre 2020, nella sede del Seminario Sacro-Cuore del Pontificio Istituto Missioni Estere di Trentola Ducenta (CE) al Responsabile Regionale Campania CEI e Direttore dell’Ufficio per i Beni Culturali Ecclesiastici di Aversa (CE), Mons. Ernesto Rascato. Saranno presenti il Vescovo S.E. Mons. Angelo Spinillo.
Papa Leone XIII, dipinto asportato dal Palazzo Arcivescovile di Capua (CE) in epoca imprecisata. Cardinale Francesco Serra di Cassano, dipinto asportato dal Palazzo Arcivescovile di Capua (CE) in epoca imprecisata.
I Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale del Nucleo di Napoli, coordinati dalla Procura della Repubblica partenopea, hanno individuato un’organizzazione criminale che agiva con base logistica in Campania, coinvolta nel furto di opere d’arte e manufatti nei luoghi di culto e negli istituti religiosi dell’intero territorio nazionale.
Attraverso una complessa indagine,sono state individuate 29 persone. Quattro i ladri che organizzavano i ‘colpi’, da cui il nome dell’indagine “FourFour”, i rimanenti indagati sono ricettatori e acquirenti. L’attivissima banda criminale è ritenuta responsabile di 55 furti, molti dei quali si sono conclusi con lieto fine e beni restituiti, come per il Tesoro di San Donato di Acerna (SA) e altri beni in tutta Italia, a Potenza, Matera, Occhiobello, per citarne soltanto alcuni. Ladri senza scrupoli che non hanno esitato, dopo aver discusso con i ricettatori, a dedicarsi ad altri tipi di crimini, come la rapina e il sequestro di un anziano.
Le indagini hanno fatto accertare che la banda era attiva già da numerosi anni nel settore dell’antiquariato e dei beni ecclesiastici grazie alle specifiche conoscenze dei ricettatori che, appassionati d’arte o, in alcuni casi, ex titolari di negozi, erano il tramite per la commercializzazione degli oggetti proventi di furto. L’iter era consolidato: alcuni avevano il compito di effettuare sopralluoghi per individuare luoghi di culto vulnerabili e non vigilati, altri si occupavano del reperimento dei beni per individuare i canali illeciti di vendita, ad altri ancora spettava infine la collocazione dei pezzi rubati, dai mercati rionali per gli oggetti di minore rilevanza a trattative private nel caso di opere di notevole valore commerciale.
Di fondamentale importanza, per l’individuazione dei beni, è risultata la comparazione delle immagini degli oggetti sequestrati con quelle contenute nella “Banca dati dei beni culturali”.
Nell’abitazione di un medico, un vero e proprio museo. L’indagine dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale
Sono stati restituiti tre volumi dell’Ottocento alla Biblioteca Caproni di Trento, alla presenza dell’Assessore alla Cultura dott. Mirko Bisesti e del direttore dell’Archivio, dott. Armando Tomasi. La cerimonia si è svolta il 30 settembre 2020 alle 10 presso la Soprintendenza per i Beni Culturali di Trento.
Una complessa indagine condotta da quel Nucleo, coordinata dalla Procura della Repubblica di Isernia, ha permesso di individuare nel settembre 2017 un’organizzazione criminale che ricettava beni preziosi rubati da luoghi di culto, istituti religiosi e biblioteche tra l’Alto Casertano e la provincia di Isernia. Una ventina gli indagati, tra ladri, ricettatori e acquirenti, a cui sono imputabili ben 67 furti. Una trentina dei beni trafugati illegalmente sono stati recuperati nella casa-museo di un medico di Ciampino, dove i Carabinieri hanno ritrovato anche la pala d’altare raffigurante la “Dodicesima Stazione della Via Crucis: Gesù muore in croce”. Rubata in Belgio nel 1980, gli investigatori dell’arte l’hanno restituita due anni fa.
Padova: Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale restituiscono prezioso dipinto del Cinquecento rubato nel 1969
Il 4 dicembre 2020, a Padova, presso la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le province di Βelluno, Padova e Treviso, è stato restituito il dipinto a olio su tavola risalente al Cinquecento “Madonna con Bambino e San Giovannino”, delle dimensioni di 57×45 cm, rubato da un’abitazione privata in Portogruaro (VE) nel 1969.
Erano presenti il Soprintendente dott. Fabrizio MAGANI, il funzionario responsabile dott. Luca MAJOLI e il Comandante del Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Napoli, maggiore Giampaolo BRASILI.
L’attività di recupero dell’opera d’arte trae origine da approfondimenti investigativi condotti nell’ambito di una più articolata indagine del Nucleo TPC di Napoli, coordinata dalla Procura della Repubblica di Reggio Emilia, che ha permesso di acquisire elementi certi di colpevolezza nei confronti di due persone, gravitanti nell’ambiente del mercato antiquariale, che ricettavano beni d’arte provenienti da luoghi di culto e istituti religiosi dell’intero territorio nazionale.
Nell’ambito della stessa attività investigativa venivano recuperati due pannelli Luigi XVI in marmo policromo trafugati dalla Chiesa di Santa Maria della Consolazione di Pozzuoli (NA), già restituiti alla Diocesi.
La comparazione delle immagini del dipinto con quelle contenute nella Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, gestita dal Comando TPC, ha consentito di individuare l’abitazione di Portogruaro (VE) quale luogo del furto, avvenuto nel ’69, stesso anno di costituzione del Reparto specializzato dell’Arma.
Il denunciante, nonché proprietario, settantasettenne all’epoca del furto, non aveva eredi a cui i Carabinieri potessero restituire l’opera. Pertanto, in considerazione dell’importanza del dipinto e del soggetto religioso raffigurato, al fine di consentirne la pubblica fruizione, il Tribunale di Reggio Emilia, su richiesta del Nucleo TPC di Napoli, ha disposto la restituzione del bene alla Soprintendenza di competenza, per la sua prossima collocazione presso chiese, strutture religiose o museali del territorio del comune di Portogruaro.
Di fondamentale importanza per l’individuazione di tutti i preziosi beni è risultata la comparazione delle immagini, con quelle contenute nella Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti, gestita dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, che ne ha confermato la provenienza illecita.
Le restituzioni effettuate nell’anno 2020, avvalorano, l’importanza dell’opera di sensibilizzazione che le articolazioni di questo Comando quotidianamente compiono con i responsabili degli Uffici Diocesani, anche attraverso la divulgazione, ai Parroci, della pubblicazione “Linee Guida per la Tutela dei Beni Culturali Ecclesiastici”, realizzata da questo Comando nel 2014 unitamente alla Conferenza Episcopale Italiana che, oltre a contenere consigli pratici per la difesa dei beni chiesastici da eventi predatori, diffonde e valorizza le iniziative di catalogazione e censimento dei beni delle Diocesi che, con grande impegno, stanno conducendo in ordine al proprio patrimonio culturale.
(Fonte: Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Napoli).
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