Dove si trovano i dipinti di Van Gogh e Hals rubati in Olanda?
Gli ultimi sviluppi nelle indagini relative al furto dei due capolavori
La mattina del 6 aprile u.s. la polizia olandese ha arrestato un uomo di 58 anni, un francese residente a Baarn, sospettato dei furti dei due capolavori di Van Gogh e Hals, avvenuti circa un anno fa, nei musei di Laren e di Leerdam, nei Paesi Bassi. La polizia ha divulgato le generalità dell’uomo soltanto pochi giorni fa. Si tratta del ladro d’arte francese Nils M., perseguito nel 2009 per aver rubato sei dipinti dallo Stadsmuseum IJsselstein ma assolto nel 2014 per mancanza di prove. È stato condannato, tuttavia, per il furto (un po’ plateale) di un ostensorio a Gouda nel 2012.
Il collegamento dei due crimini, avvenuti nel giro di cinque mesi in luoghi vicini a Baarn (Laren è a soli 7 km e Leerdam a 38 km), suggerisce che gli investigatori stiano avvalendosi delle prove di entrambe le vicende per recuperare i dipinti. Purtroppo le perquisizioni nell’abitazione del sospettato sono state un buco nell’acqua ma gli inquirenti hanno rinvenuto altri elementi interessanti, tra cui un’arma, munizioni e una gran quantità di droghe pesanti. A causa della probabilità di recidiva e della gravità dei sospetti, il magistrato del tribunale di Utrecht ha deciso di allungare la custodia cautelare dell’indiziato, mentre il sindaco Mark Röell, dopo le scoperte della polizia, ha fatto sigillare l’appartamento dove Nils M. ha vissuto per tre mesi fino al 10 agosto.
Com’è giunta la polizia a questo arresto? Ripercorriamo la vicenda
Nelle prime ore del 29 marzo 2020 veniva rubato un dipinto di Vincent van Gogh al Singer Laren Museum, in Olanda. Si tratta dell’opera Lentetuin, de pastorietuin te Nuenen in het voorjaar (The Parsonage Garden at Nuenen in Spring), un olio su carta applicata su tavola, risalente al 1884. La rapina è avvenuta nel giorno del 167° compleanno dell’artista, due settimane dopo la chiusura forzata del museo a causa della pandemia da Covid-19.
Il Singer Laren è un museo privato costruito per ospitare la collezione di William e Anna Singer, specializzato in arte dal 1880 al 1950 e comprende, tra le altre, opere di Kees van Dongen e Auguste Rodin. L’opera, in mostra al museo della città olandese di Laren, a est di Amsterdam, era in prestito dal Groninger Museum e ne costituiva il fiore all’occhiello essendo l’unico dipinto di Van Gogh presente nella collezione. È stata dipinta quando il pittore viveva a Neunen, dove suo padre era pastore, tra il 1883 e il 1885, e raffigura le rovine della chiesa del villaggio, che l’artista poteva osservare dalla casa paterna.
Le telecamere di sicurezza hanno registrato un uomo sfondare una delle porte in vetro all’ingresso dell’edificio con una mazza, facendo così scattare l’allarme intorno alle 3.15 del mattino. La polizia è arrivata sulla scena poco dopo ma l’autore del furto, che probabilmente non ha agito da solo, si era già dileguato col prezioso bottino.
Questo è esattamente ciò che non vuoi da un museo che ha un dipinto in prestito. Un dipinto bellissimo e commovente di uno dei nostri più grandi pittori, rubato alla comunità… Deve tornare il prima possibile, in modo che possiamo goderci e essere confortati di nuovo da questa bellissima arte.
Jan Rudolph de Lorm
Quasi cinque mesi dopo, nella notte di mercoledì 26 agosto, il dipinto Twee lachende jongens (Two Laughing Boys with a Mug of Beer) del pittore Frans Hals, realizzato nel 1626 circa, veniva rubato all’Hofje van Aerden Museum di Leerdam, nella provincia dell’Olanda Meridionale. Stando ai resoconti della polizia, i ladri hanno forzato la porta sul retro del museo, facendo scattare un allarme. Anche in questo caso, gli ufficiali, arrivati intorno alle 3.30 del mattino, non sono riusciti ad acciuffare i malviventi.
A quanto pare questo dipinto sembra fare particolarmente gola ai criminali. È stato infatti rubato per la prima volta nel 1988, insieme a Forest View with Flowering Elderberry di Jacob van Ruisdael; entrambe le opere sono state restituite tre anni dopo. Sorprendentemente, nel 2011, gli stessi dipinti sono stati nuovamente rubati per essere poi recuperati dopo sei mesi. In seguito ai furti, il museo Hofje van Aerden ha rafforzato la sicurezza, consentendo ai visitatori di vedere gli Hals e altre opere di valore nella sua collezione solo sotto sorveglianza ma lo sforzo è stato evidentemente insufficiente.
Nel giugno 2020, Arthur Brand, detective privato olandese specializzato in crimini d’arte, dichiarò di aver ricevuto delle fotografie del quadro di Van Gogh, le cosiddette “prove di vita”, da una delle sue fonti, due delle quali vennero pubblicate sul quotidiano olandese, De Telegraaf. La prima è di un’etichetta posta sul retro del dipinto (registra l’artista, il titolo e un riferimento al catalogo ragionato di Baart de la Faille), dettaglio mai divulgato prima che ne stabilisce l’autenticità. La seconda foto, volutamente sfocata per mascherare i dettagli, mostra l’opera senza cornice su quello che sembra essere un sacco della spazzatura nero tra un giornale e un libro: il New York Times, probabilmente incluso perché in fondo alla prima pagina c’è un articolo di Nina Siegal sul furto di Laren, stabilisce che le fotografie sono molto recenti mentre Meesterdief (Master Thief), di Wilson Boldewijn, è una biografia di Octave Durham, uno dei due criminali responsabili del furto di due dipinti dal Van Gogh Museum di Amsterdam nel 2002, recuperati poi quattro anni fa a Napoli.
Inquirenti e direttori museali devono aver tirato un bel sospiro di sollievo alla vista delle foto, avendo così la prova che l’opera non è andata distrutta. Ma perché questa “scelta compositiva”? Si tentava miseramente di depistare le indagini su Durham, che all’epoca dei fatti però era ricoverato in ospedale? O di semplice emulazione?
Brand sospettava che le immagini fossero state fatte circolare negli ambienti criminali per allettare possibili acquirenti. E questo per un semplice motivo. Le persone non rubano opere d’arte perché vogliono appenderle al muro, ma perché vogliono far soldi. Oppure per usarle come lasciapassare, nel caso in cui possa essere necessario. Alla fine, è un investimento, anche se è un investimento illegale.
Grazie ad uno scambio di tweet dall’account di Brand risalenti al 2 aprile 2021 veniamo a sapere che il detective e la polizia sono riusciti a risalire al compratore, già in prigione, e che il ladro è un semplice “smash and grab” a noleggio. Il dipinto è stato tempestivamente nascosto da un complice in attesa di essere poi usato come merce di scambio.
In effetti, alla fine dello scorso anno, Nils M. era venuto all’attenzione della polizia come il possibile rapinatore dei quadri, e fu deciso di lasciarlo libero nella speranza che li avrebbe condotti al suo nascondiglio. All’inizio di aprile, però, nonostante i mesi di appostamenti infruttuosi, gli investigatori decidono di mettere dietro le sbarre il 58enne. Le informazioni che M. ha fornito alla polizia, anche se inconsapevolmente, li hanno portati a una banda di criminali il cui attore principale era Peter Roy K., 38 anni, di Amersfoort, proprietario di una società di trasporti e attualmente in prigione per traffico di cocaina. La magistratura, che già da febbraio stava indagando su K., grazie all’inchiesta 26Lemont sul gestore telefonico francese EncroChat (sistema di messaggistica criptata per telefoni cellulari spesso usato dai criminali) ha scoperto che in alcuni suoi messaggi poi decifrati faceva riferimento al Van Gogh.
Secondo quanto riferito dai media olandesi, K. avrebbe comprato il Van Gogh per 400.000 euro dal ladro, che a quanto pare vive a due passi dalla sua abitazione, per negoziare con le autorità giudiziarie la restituzione dell’opera in cambio di una riduzione della pena. Questa operazione, ad oggi, non sembra essere ancora andata in porto.
Il detective Brand ha ipotizzato che M. possa aver rubato per primo il Van Gogh di sua spontanea iniziativa mentre il Franz Hals su commissione. Dopo il grande hacking di EncroChat da parte della polizia, è scoppiato il panico totale nella malavita. I criminali che temevano di essere arrestati sulla base dei messaggi telefonici violati cercavano capolavori rubati come garanzia per ottenere una pena ridotta. Il Van Gogh era già stato venduto (a K.), quindi c’era bisogno di una nuova opera.
Spesso ci vogliono decenni prima che i dipinti rubati riaffiorino e pochissime opere, meno del 10% di quelle rubate, vengono restituite. Nei casi in cui i dipinti valgano milioni, però, la possibilità che esse vengano restituite è decisamente più alta. Nel nostro caso, né il Groninger Museum, né il Singer Laren hanno attribuito un valore al dipinto di Van Gogh che dovrebbe comunque aggirarsi intorno ai 5 milioni di euro (4,5 milioni di sterline; 6 milioni di dollari), mentre si ritiene che la tela di Hals valga circa 15 milioni di euro (13 milioni di sterline; 17,5 milioni di dollari).
Finora nessuno dei due malviventi ha condiviso alcun dettaglio sul luogo in cui si trovano i dipinti. E lo stesso Brand riferisce al De Telegraaf che entrambi ne hanno probabilmente perso le tracce e non sanno dove si trovino ora le opere.
La ricerca continua.
Diplomata in Scultura al Liceo Artistico Statale di Benevento, ha proseguito i suoi studi in Conservazione e restauro dei beni culturali presso l’Università degli Studi di Urbino conseguendo l’abilitazione come restauratrice. È specializzata in Arts Management e in Archeologia giudiziaria e crimini contro il Patrimonio Culturale. Co-founder dell’Associazione Art Crime Project, editore di The Journal of Cultural Heritage Crime. Membro del Direttivo Associazione Massimo Rao, è responsabile della Pinacoteca Massimo Rao. Vive e lavora a San Salvatore Telesino (BN).