Da tempo il problema della sicurezza e della prevenzione anticrimine nelle città è in cima all’agenda politica. Anche in Italia sono state molte le proposte e i progetti: dall’esercito impiegato sul territorio nazionale con l’Operazione “Strade Sicure” in virtù delle leggi. n. 125 del 24 luglio del 2008 e n. 178 del 30 dicembre 2020 che ha prorogato l’operazione in relazione alle straordinarie esigenze di prevenzione e contrasto della criminalità e del terrorismo, all’impiego della musica classica, filodiffusa, nelle stazioni o nei centri storici.
I governanti non si illudono certo di sconfiggere la criminalità a suon di sonate di Mozart, ma l’impiego della musica filodiffusa è una delle componenti di un programma per la sicurezza più ampio che comprende anche l’utilizzo di una migliore illuminazione dei quartieri, una più diffusa sorveglianza con telecamere e un numero adeguato di agenti di polizia nelle strade durante le ore serali. Cominciare dalla filodiffusione di opere d’arte musicali non è una operazione bizzarra come potrebbe apparire da una prima lettura e, altro aspetto non trascurabile, ha costi ridottissimi. All’inizio della sperimentazione, iniziata oltre trent’anni fa, sono state molte le domande poste da parte degli operatori della sicurezza che si domandavano se, davvero, la filodiffusione di opere di Mozart, di Bach o di Beethoven nelle stazioni della metropolitana o lungo le vie affollate potesse servire a qualche cosa. E le risposte al quesito sono giunte abbastanza rapidamente. Dalle analisi condotte dai ricercatori si è constatato che, ad esempio, la musica classica ha il potere di regolare le disarmonie energetiche aiutando a ritrovare l’equilibrio delle persone. Certo, considerato da solo, l’ascolto della musica classica non può avere lo stesso effetto dell’antipiretico quando sale la febbre del sabato sera…
Se è vero che in taluni casi determinate armonie musicali possono ispirare calma e mitigare l’aggressività, dall’altra non basta certo l’audizione della sonata K 545 di Mozart per far abbandonare a taluni comportamenti anti sociali e di microcriminalità. Chi sfoga la propria rabbia o i propri malesseri distruggendo le panchine nei parchi pubblici o compiendo scippi ha altro per la testa ed è poco interessato alle fughe di Johann Sebastian Bach per clavicembalo e molto interessato, per contro, alle fughe dalle volanti di pattuglia. Il progetto dell’uso di musica classica in versione anticrimine è nato a Montreal (Canada) agli inizi degli anni ’90 ed è transitato per Londra agli inizi del nuovo millennio dove la musica classica è stata diffusa in alcune fermate della metropolitana facendo registrare, nel periodo di osservazione, una riduzione del 33% delle rapine ai viandanti, del 25% degli assalti al personale ferroviario e del 37% degli atti di vandalismo. In tempi più recenti l’esperimento è stato condotto in Nuova Zelanda dove la musica classica è stata diffusa lungo le strade delle principali e popolate città osservando nei mesi successivi una sensibile riduzione delle risse, delle molestie e della microcriminalità. Anche l’amministrazione della città di Berlino ha deciso recentemente di compiere una sperimentazione in tal senso. Dagli studi sin qui condotti è emerso che la musica classica ascoltata facilita la produzione di dopamina nel cervello e, in un certo qual modo, migliora la percezione del benessere generale.
La musica non è e non sarà mai la panacea per tutti i tipi di disagio sociale ma di sicuro rappresenta una parte significativa della cultura umana e, senza musica, il nostro mondo sarebbe molto più povero e triste. La musica è uno straordinario mezzo di formazione della personalità, educa la percezione estetica del mondo, aiuta a conoscere ciò che ci circonda attraverso le emozioni e le associazioni con i suoni. E per questa ragione, come diceva Beethoven, dove le parole non arrivano… la musica parla.
Fabio Perrone, cultore di Strumenti Musicali (L-ART 07) presso la Facoltà di Musicologia dell’Università degli Studi di Pavia. Si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio di Verona, laureato a pieni voti in Musicologia presso l’Università degli Studi di Pavia e con lode in Conservazione dei Beni Culturali presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Parma. Esercita dal 2000 attività di consulente in materia di beni culturali. È iscritto al Collegio Lombardo Periti-Esperti-Consulenti e al Collegio Periti Italiani. Dal 2004 è Perito e CTU presso il Tribunale di Cremona e CCIAA e collabora con le Compagnie di Assicurazione nel settore tecnico (servizi di stima e perizie di strumenti musicali nonché consulenza assicurativa specifica). Oltre alla libera professione esercita attività di insegnamento: è stato docente di strumenti musicali presso il Conservatorio di Musica “Briccialdi” di Terni, è stato docente di Legislazione e Museologia presso la Scuola Internazionale di Liuteria di Cremona e dal 2002 tiene regolarmente seminari presso il Dipartimento di Scienze Musicologiche dell’Università degli Studi di Pavia. Collabora col Sole24Ore e ha insegnato al Master Management dell’Arte e dei Beni Culturali presso la Business School del Sole24Ore.