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Ladri di antichità in Sicilia. Una recensione

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(Tempo di lettura: 3 minuti)

Ladri di antichità. Il mercato clandestino di reperti archeologici e di opere d’arte in Sicilia: traffici illeciti e leciti recuperi, il volume a cura di Simona Modeo e Serena Raffiotta per Edizioni Lussografica, vede una selezione di contributi di autori che, in modalità diverse e con differenti strumenti, sono impegnati nel contrasto al traffico clandestino di testimonianze culturali, anche sensibilizzando l’opinione pubblica che, com’è noto, si mobilita solo in occasione di “eventi di grande impatto emotivo, di accadimenti che mettano a nudo in modo plateale le trasgressioni […] da parte di alcuni Paesi a danno di altri”. Magistrati, come Silvio Raffiotta e Francesco Augusto Rio, archeologi come Tsao Cevoli, Lidia Vignola, Orazio La Delfa e la stessa co-curatrice Serena Raffiotta, le accademiche Elisa Chiara Portale e Antonella Privitera; e ancora Simona Modeo e Giuseppe Rosario Biondi, rispettivamente Presidente Regionale e membro di SiciliAntica, il giornalista Gioacchino Schicchi e il Generale di Brigata in congedo della Guardia di Finanza Giovanni Carlo Listro offrono al lettore un ricco mosaico di argomenti, di racconti avvincenti, come il rimpatrio della Testa di Ade, e di prospettive che rendono il volume un buon “manuale” per chi cerca riferimenti ed esempi di una materia complessa, quella della tutela, e multidisciplinare che evolve grazie alla conoscenza e alla sensibilità diffuse, all’aggiornamento degli standard etici, ai risultati ottenuti più dalla diplomazia culturale che dalle Convenzioni o dalla giurisprudenza, alla disponibilità di risorse economiche e di professionalità da spendere sul terreno della prevenzione e della repressione.

Il geografico “centro di gravità permanente” del volume è la Sicilia, ma le ricerche archeologiche, le indagini giudiziarie e le analisi proposte travalicano i confini e i continenti per inseguire e restituire oggetti e protagonisti al proprio contesto di origine. Rimpatri che vanno a segno, dopo anni di riscontri e di rogatorie internazionali, e solo se riescono a superare “la disomogeneità delle politiche [di tutela dei beni culturali] adottate da ogni stato nel proprio ordinamento, [che] finisce per favorire il traffico transfrontaliero di reperti archeologici”; a cui si somma l’impossibilità istituzionale dell’Unione Europea “di intraprendere azioni che realizzino l’armonizzazione delle disposizioni normative“. I recuperi e le restituzioni tuttavia “riguardano una minima percentuale di quanto illecitamente sottratto”, rappresentano il segmento emerso di un mercato connotato – anche nella sua parte lecita – da opacità e scarsa trasparenza: “il depauperamento dei territori di provenienza e la cancellazione della loro identità culturale, provoca quella che non esitiamo a definire una vera e propria deportazione della memoria“.

Dalle monete alle tombe, dalle sculture ai vasi, l’ineluttabile evidenza è che “si protegge solo ciò che si ama, e che si ama solo ciò che si conosce“, e proprio per questo è così importante investire in formazione e informazione e nel coinvolgimento fattivo delle istituzioni e della società civile, come ampiamente argomentato nel contributo di Lidia Vignola.

Nella sua eterogenea genesi, il volume, curato da Simona Modeo e Serena Raffiotta, paga in alcuni interventi il dazio di uno zelante citazionismo e il ricorso a tecnicismi che possono rendere a tratti ostica la comprensione ai non iniziati all’archeologia pura. Va altrettanto riconosciuta e sottolineata un’intuizione semplice ma potenzialmente di estrema utilità per chi avesse dubbi o ulteriori curiosità sui numerosi casi presentati: di tutti gli autori è fornito l’indirizzo di posta elettronica, il che appare come un segnale di apertura al dialogo e di costruzione del confronto con la comunità scientifica e con la Comunità nel suo complesso. Disponibilità che sappiamo essere tutt’altro che scontate.

Simona Modeo e Serena Raffiotta (a cura di), Ladri di antichità. Il mercato clandestino di reperti archeologici e di opere d’arte in Sicilia: traffici illeciti e leciti recuperi, Edizioni Lussografica, 2020, pp. 312, € 22,00.

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