La questione della restituzione dei beni culturali rimossi durante il periodo coloniale è diventata scottante e riguarda non solo i musei delle ex potenze coloniali come Francia, Germania e Paesi Bassi, ma anche la Svizzera. Molte domande sono sorte a riguardo e spaziano tra diritto internazionale, diplomazia culturale, storia, etica e memoria collettiva.
Saranno proprio queste domande il perno della conferenza internazionale che si terrà a Ginevra dal 23 al 24 settembre, organizzata dalla UNESCO Chair in International Law of the Protection of Cultural Heritage, Art-Law Centre, dal Department of Public International Law and International Organization dell’Università di Ginevra, con la collaborazione di Permanent Mission of the Republic of Senegal to the United Nations Office, Global Studies Institute, African Union e UNIDROIT di Roma.
L’obiettivo di questa conferenza è di passare in rassegna la storia delle spoliazioni coloniali e analizzare gli ostacoli alla restituzione, così come le possibili soluzioni a disposizione degli Stati africani e dei popoli indigeni che vogliono recuperare il loro patrimonio culturale. Il convegno fungerà anche da lancio di un progetto della cattedra UNESCO sulla diplomazia del patrimonio culturale.
Le lingue ufficiali sono francese e inglese, senza interpretazione.
La registrazione all’evento è richiesta entro il 20 settembre.
Info e programma qui.
Diplomata in Scultura al Liceo Artistico Statale di Benevento, ha proseguito i suoi studi in Conservazione e restauro dei beni culturali presso l’Università degli Studi di Urbino conseguendo l’abilitazione come restauratrice. È specializzata in Arts Management e in Archeologia giudiziaria e crimini contro il Patrimonio Culturale. Co-founder dell’Associazione Art Crime Project, editore di The Journal of Cultural Heritage Crime. Membro del Direttivo Associazione Massimo Rao, è responsabile della Pinacoteca Massimo Rao. Vive e lavora a San Salvatore Telesino (BN).