Dopo essere stato rubato dalle truppe britanniche, parte di un tesoro viene restituito all’Etiopia dopo più di un secolo e mezzo. La Fondazione Scheherazade, una no-profit britannica, ha acquistato i manufatti all’inizio di questa estate e li ha consegnati all’ambasciatore etiope in una cerimonia all’Athenaeum Club di Londra.
Gli oggetti restituiti, che includono un testo religioso etiope scritto a mano, croci e uno scudo imperiale, rappresentano solo una parte dei molti beni di valore che i soldati britannici rubarono dopo la battaglia di Maqdala nel 1868.
Le opere saranno accorpate alla collezione del Museo Nazionale di Addis Abeba e alcuni degli oggetti religiosi recuperati potrebbero essere restituiti alla Chiesa ortodossa etiope.
“Maqdala non rappresenta un’avventura o un racconto eroico di conquista per riempire le pagine di un diario vittoriano… è una ferita”, ha dichiarato l’ambasciatore Teferi Melesse durante la cerimonia. “Questo significa che gli oggetti, i tesori o i di Maqdala sono dei ricordi. Ci permettono di piangere ed elaborare ciò che abbiamo perso”.
Il governo etiope sostiene che tutti i manufatti Maqdala detenuti nel Regno Unito dovrebbero essere restituiti. Anche altri paesi si sono attivati per la restituzione di oggetti sequestrati durante il periodo coloniale, come i bronzi del Benin.
La restituzione dei manufatti del Maqdala “può attivare iniziative simili finalizzate al rimpatrio culturale, come quello che è in corso”, ha detto Jason Webster, membro del consiglio della Fondazione Scheherazade. Il rimpatrio “sta diventando una questione sempre più grande e sempre più persone stanno prendendo coscienza della sua estrema importanza culturale”.
Laureata in Design e Comunicazione visiva presso il Politecnico di Torino. Ha conseguito il master in Management dei Beni Culturali presso Palazzo Spinelli di Firenze, con uno stage nella redazione di The Journal of Cultural Heritage Crime.