Ha preso il via al Tribunale di Torino il processo per tentata truffa e messa in commercio di opere contraffatte, nei confronti di Giuliano Arbulla, unico imputato dopo la morte dei suoi datori di lavoro, Maria Rosa Pirosu e Amelio Stoppa.
I due quadri in questione erano dei falsi d’epoca messi in vendita per milioni di euro e falsamente attribuiti al celebre Rembrandt. Le tele, “Ritratto di donna-figura di suora” e “Il ritratto d’uomo”, che erano di proprietà dei citati coniugi, si ipotizza fossero opera di un allievo di Rembrandt, e che la firma fosse stata falsificata in seguito.
Come hanno spiegato in aula gli investigatori che hanno indagato sul caso, coordinati dal pm Gianfranco Colace, la dichiarazione di autenticità era contraffatta. Ai possibili acquirenti venivano mostrate delle dichiarazioni di autenticità datate 1979, in cui il professor De Wetering, della Foundation Rembrandt Research Project di Amsterdam, attesta l’autenticità delle opere.
Quest’ultimo documento, secondo il consultante dell’accusa sentito in aula, è stato abilmente contraffatto dai coniugi. I dipinti erano stati offerti per cifre che arrivano fino a cinque milioni di euro. L’ultimo interessato ai quadri era stato un cittadino cinese.
Laureata in Design e Comunicazione visiva presso il Politecnico di Torino. Ha conseguito il master in Management dei Beni Culturali presso Palazzo Spinelli di Firenze, con uno stage nella redazione di The Journal of Cultural Heritage Crime.