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Per fortuna i database non dimenticano

(Tempo di lettura: 3 minuti)

La brutta notizia è che il tempo vola. La bella è che, anche se il tempo vola, i database non dimenticano… La tecnologia e l’uso sapiente dei database, negli ultimi anni, hanno avuto una evoluzione straordinaria e possono essere decisivi per la risoluzione di problematiche ritenute fino a qualche anno fa complesse.

Due casi tra loro differenti, ma che hanno coinvolto in vario modo gli strumenti musicali, ci possono illuminare in tal senso.

A luglio 2021 è stato risolto un vero e proprio “cold case” relativo al furto avvenuto 17 anni fa in una villa nel torinese. I carabinieri di Cuorgnè insieme ai colleghi del Ris di Parma sono venuti a capo di un intricato caso che aveva visto illecitamente sottratti quattro fucili (legalmente detenuti dal proprietario di casa), alcuni televisori, macchine fotografiche, oggetti in oro e argento e diversi strumenti musicali, il tutto per un valore economico considerevole. Il ladro è stato riconosciuto grazie ad approfondite indagini biologiche riattivate a seguito di ulteriori e recenti sviluppi investigativi che hanno dato un nome ed un volto all’autore del furto. Nel 2004, dopo l’avvenuto furto, i rilievi condotti dai Carabinieri all’interno della villa svaligiata avevano permesso di repertare e sequestrare due mozziconi di sigaretta, successivamente inviati al Ris di Parma per estrarre il relativo profilo genetico. All’epoca i risultati emersi non furono sufficienti per associare quel Dna ad un nome e ad un volto. Ma oggi, a distanza di anni e grazie soprattutto al database del Ris e all’evoluzione tecnologica, è stato finalmente possibile dare un’identità all’autore del furto, essendo emersa la piena concordanza tra il genotipo del Dna recentemente estratto da un campione salivare dell’indagato e quello genetico risultante dai mozziconi di sigaretta rinvenuti 17 anni fa.

In modo analogo, e sempre grazie alla tecnologia e ad un database, è stato possibile a maggio 2021 datare uno strumento musicale rinvenuto fortuitamente. L’esame condotto è stato quello dendrocronologico che misura gli anelli di accrescimento del legno e, attraverso un confronto con un ricchissimo database, consente di verificare quando la pianta fu tagliata e, di conseguenza, stabilire il terminus post quem lo strumento è stato costruito. È in questo modo che è stato possibile datare un violino settecentesco e restituirgli la “paternità” perduta.

Tra le tecnologie adottate per l’analisi degli strumenti musicali, oltre alla dendrocronologia, si annoverano oggi: la spettroscopia FT-IR in riflessione, la spettroscopia di fluorescenza XRF, le riprese fotografiche in luce visibile ed UV, le indagini endoscopiche, gli esami radiografici ad alta definizione con sistema di acquisizione digitale; i rilievi microdimensionali delle superfici (stereo microscopia con acquisizione digitale ad alta risoluzione); la caratterizzazione chimica dei materiali (vernici, preparazioni, colle, decorazioni, pigmenti).

Analisi non invasive su un violino

Molte sono indagini non invasive che non presuppongono il prelievo di campioni né il contatto diretto della strumentazione adoperata con lo strumento musicale analizzato riuscendo ad ottenere numerose informazioni sulla composizione chimica organica ed inorganica e sulla struttura fisica del bene.

Ecco, dunque, il valore dei due casi risolti grazie alla scienza e all’uso delle tecnologie disponibili che generano conoscenza e non opinioni.

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