Focalizzando l’attenzione su 10 paesi dell’Europa sudorientale, ICOM ha lavorato con esperti e coordinatori di tutta la regione per creare una Lista Rossa con la presentazione di 119 oggetti provenienti da 45 musei di Albania, Bosnia ed Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Montenegro, Macedonia del Nord, Repubblica di Moldavia, Romania, Serbia e Slovenia.
Il 14 ottobre 2021, ICOM ha lanciato ufficialmente la sua 18a Lista Rossa. Se la pandemia globale ha infranto qualsiasi aspettativa di una presentazione su larga scala della Lista Rossa degli oggetti culturali a rischio dell’Europa sudorientale, non è però riuscita a fermare il team di esperti di ICOM che ha continuato a lavorare a distanza in tutta Europa per portare a termine questo importante strumento di protezione del patrimonio. La prima Lista Rossa che pone l’enfasi sul continente europeo, sarà anche la più grande di ICOM fino ad oggi. Non solo questo strumento è una testimonianza del ricco e vario patrimonio della regione, ma ICOM e i suoi esperti sperano sinceramente che contribuirà a contrastare la piaga del traffico illecito di beni culturali.
L’idea errata che il traffico illecito sia un problema che riguarda solo le regioni in stato di crisi è molto diffusa.
L’ICOM ha preparato delle Liste Rosse “di Emergenza” per i paesi che affrontano disastri bellici, civili o naturali, tra cui Haiti, Iraq e Yemen, non trascurando il fatto che il traffico illecito ha un impatto su tutti i paesi, indipendentemente dalla loro situazione politica o socio-economica. Recentemente – e come numerose altre regioni del mondo – molti paesi del Sud-Est europeo hanno visto un’impennata nella vendita online di antichità. Le chiusure dovute al COVID-19 hanno in qualche maniera contribuito all’aumento dei saccheggi, ma gli esperti sottolineano come i problemi esistessero da tempo.
Sebbene la storia recente della regione sia stata segnata da sconvolgimenti politici e conflitti, che hanno anche contribuito alla perdita del patrimonio culturale, il flusso contemporaneo non regolamentato di beni culturali dalla regione è qualcosa di completamente diverso. Nessun paese è stato esente da questa piaga, che ha visto oggetti rubati da musei e altre istituzioni culturali e siti archeologici danneggiati da scavi clandestini, spesso condotti da gruppi criminali organizzati o da individui senza scrupoli.
Per quanto tali minacce al patrimonio della regione siano preoccupanti, l’ICOM e i suoi esperti non sono soli ad agire per proteggere il patrimonio. Realtà internazionali sono impegnate in loco in attività che mirano a tutelare il patrimonio. ICOM, inoltre, continua a incoraggiare la ratifica delle convenzioni internazionali, quali la Convenzione UNESCO del 1970 e la Convenzione UNIDROIT del 1995, così come gli accordi bilaterali tra gli stati, che sono vitali per combattere il commercio illecito. La cooperazione internazionale è al centro della lotta contro il furto di beni culturali, tanto che nell’ambito della regione sudorientale molte forze di polizia nazionali hanno fatto parte dell’operazione congiunta Europol-INTERPOL-WCO Pandora V (2020), che ha avuto risultati positivi nel colpire il traffico illecito del patrimonio culturale in Europa.
Il lancio della nuova Lista Rossa degli oggetti culturali a rischio dell’Europa sudorientale rappresenta quindi un prezioso contributo alla tutela del patrimonio. ICOM spera sinceramente che essa diventi parte importante e duratura di un kit di strumenti utilizzati per aiutare gli agenti di polizia, i funzionari doganali e i privati cittadini a identificare i beni a rischio e a proteggere così il ricco e prezioso patrimonio della regione.
[Fonte: ICOM].
Il fascicolo da sfogliare
Laureata in Design e Comunicazione visiva presso il Politecnico di Torino. Ha conseguito il master in Management dei Beni Culturali presso Palazzo Spinelli di Firenze, con uno stage nella redazione di The Journal of Cultural Heritage Crime.