L’Eretteo, il tempio ionico del V sec. a.C. sorretto dalle Cariatidi e dedicato agli dèi Atena e Poseidone, si erge ancora oggi sull’Acropoli di Atene, accanto al Partenone che si trova a pochi metri.
Le Cariatidi che attualmente si possono ammirare sull’edificio sono solamente delle copie, mentre i cinque originali sopravvissuti agli uomini e al tempo si trovano al Museo dell’Acropoli. La sesta Cariatide, invece, fu brutalmente portata via dalle sue “sorelle” da Thomas Bruce, ambasciatore della Gran Bretagna che prestò servizio presso l’Impero Ottomano agli inizi del XIX secolo.
L’enormità di questo furto culturale fu evidente anche all’epoca, tanto che il “dono” offerto al governo britannico fu oggetto di animata discussione in Parlamento, dove alcuni affermarono che non esistevano ragioni per rimuovere la scultura dal posto in cui era nata.
La statua finì al British Museum, collocata in una galleria senza finestre e lì è ancora possibile ammirarla, in discutibile scelta espositiva che ha alimentato numerose critiche. Secondo alcuni esperti, infatti, non viene valorizzata al meglio la sua bellezza né tantomeno la sua unicità. Privata inoltre del contesto in cui è stata concepita, il valore e l’immensità dell’intera composizione sono sminuiti: se le sculture fossero riunite costituirebbero uno spettacolo unico al mondo.
Il Governo Greco non intende mollare la presa e continua a invocare la restituzione della scultura, coinvolgendo anche i media con l’obiettivo di tenere alta l’attenzione.
Il Museo dell’Acropoli di Atene intanto ha lasciato uno spazio libero al suo interno per la collocazione della “sorella” mancante, nella speranza che il British Museum restituisca presto la statua rimasta orfana del suo contesto originario.
Laureata in Design e Comunicazione visiva presso il Politecnico di Torino. Ha conseguito il master in Management dei Beni Culturali presso Palazzo Spinelli di Firenze, con uno stage nella redazione di The Journal of Cultural Heritage Crime.