Ecco i dettagli dell’accordo per il rientro temporaneo del frammento di marmo dal Partenone
Il Museo Archeologico “A. Salinas” di Palermo trasferisce il frammento in cambio di due reperti importanti della collezione del Museo dell’Acropoli e compie un’azione con un’alta carica simbolica
Sono stati resi noti in un’esclusiva ANSA i dettagli per il rientro del bel frammento di marmo con la raffigurazione del piede di Artemide. Un rientro temporaneo, già lo avevamo raccontato, in cambio di due pezzi conservati al Museo dell’Acropoli di Atene: una statua acefala interpretata come Atena, ascrivibile cronologicamente alla fine del V secolo a.C., e un’anfora in stile geometrico, di VIII secolo a.C.
L’accordo tra il Museo Archeologico Regionale “A.Salinas” di Palermo e il Museo dell’Acropoli di Atene è di straordinaria importanza: la Sicilia fa da apripista sul tema del ritorno in Grecia dei reperti del Partenone conservati nei musei di tutto il mondo. Giunge, infatti, a qualche mese di distanza dalla decisione del 29 settembre 2021 in cui la Commissione Intergovernativa dell’UNESCO per la promozione della restituzione dei beni culturali ai Paesi di origine (ICPRCP) ha richiamato il Regno Unito affinché cambi atteggiamento e proceda verso un dialogo in buona fede con la Grecia. Quest’ultima è dal 1984 che chiede la restituzione delle sculture del Partenone tuttora conservate al British Museum di Londra.
Ora i protagonisti della vicenda sono l’Assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana Alberto Samonà e la Ministra greca della Cultura e dello Sport Lina Mendoni. I due in conferenza stampa hanno speso parole di gratutidine e soddisfazione per il risultato raggiunto e credono che questo sia il primo passo per rafforzare una dimensione europea basata sulle radici comuni culturali.
Infatti, l’accordo prevede anche l’organizzazione congiunta di iniziative su temi di interesse culturale e archeologico di respiro internazionale.
Il trasferimento è temporaneo per un periodo di 4 anni, rinnovabile una sola volta. È normato dall’articolo 67 del nostro Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, che prevede il trasferimento pluriennale e lo scambio di reperti archeologici tra i due istituti museali. C’è da dire, però, che l’assessore Samonà sta dialogando con il Ministero della Cultura affinché il fregio palermitano venga definitivamente sdemanializzato e possa permanere nel suo luogo naturale ad Atene.
Anche la direttrice del Museo Archeologico Regionale di Palermo, Caterina Greco, e il direttore del Museo dell’Acropoli di Atene, Nikolaus Stampolidis, sono estremamente soddisfatti dell’accordo. Dichiara la direttrice Greco: “Riportare ad Atene il frammento del fregio del Partenone […] significa infatti non soltanto restituire alla Grecia un pezzetto della sua più illustre storia archeologica, ma anche illuminare di nuova luce la vicenda complessa e affascinante del collezionismo ottocentesco, che contraddistingue i nostri più antichi musei e di cui la testimonianza della presenza a Palermo della “lastra Fagan” rappresenta un episodio tra i più intriganti”.
Il frammento di fregio, il cosiddetto “Reperto Fagan”, arriva all’inizio del XIX secolo in Italia con il console inglese Robert Fagan in circostanze poco chiare. Alla sua morte il reperto passa in eredità alla moglie, che lo vende tra il 1818 e il 1820 al Regio Museo dell’Università di Palermo. È così che arriva all’odierno Museo Archeologico Regionale “A. Salinas”. Già in passato si è tentato di far tornare il fregio ad Atene, in particolare in occasione della visita di Stato in Grecia del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi in vista delle Olimpiadi ad Atene nel 2004. Di nuovo nel 2008 si riapre il dialogo mediato al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ma ci si accorda solo su un prestito del frammento del Partenone ad Atene dal settembre 2008 al marzo 2010. È per questo che il risultato dei due musei oggi è così rilevante.
L’arrivo dei due reperti in Sicilia, la statua in marmo pentelico e l’anfora in stile geometrico, è una testimonianza delle nuove relazioni culturali tra la Sicilia e la Grecia, improntate alla pariteticità tra le parti e a un reciproco rapporto di collaborazione, che prevede anche l’organizzazione condivisa di mostre, conferenze e ricerche scientifiche.
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