Nella notte tra il 7 e l’8 gennaio la “Scala dei Turchi” si è tinta di rosso. Non si è trattato di un fenomeno naturale ma di un atto vandalico compiuto da ignoti. Dopo la segnalazione, sul posto si sono recati i Carabinieri di Agrigento coordinati dal maggiore Marco La Rovere. Le immagini delle telecamere di videosorveglianza sono al vaglio dei militari e dei magistrati. Nella mattinata si è svolto anche il sopralluogo dei tecnici della Soprintendenza, che hanno potuto constatare che la sostanza usata per imbrattare la famosa falesia di marna bianca è costituita da ossido di ferro. Questo materiale dovrebbe essere eliminato facilmente, al punto che le onde stanno già contribuendo a ripulire la parte bassa della scogliera.
«Condanniamo gli autori di tale gesto vigliacco, un oltraggio non solo a un bene paesaggistico di rara bellezza, ma anche all’immagine della nostra Isola» ha dichiarato il presidente della Regione Nello Musumeci.
La “Scala dei Turchi”, lungo la costa di Realmonte (Agrigento), è tra le più famose bellezze naturalistiche della Sicilia, candidata a diventare patrimonio Unesco. Il delicato ecosistema di questa “scala” naturale è stato già vittima di abusivismo edilizio su cui le autorità competenti stanno svolgendo un cauto lavoro di ripristino.
L’anno scorso il sito fu al centro di una disputa giudiziaria che comportò anche il sequestro preventivo dell’area. Il contezioso riguardava il comune di Realmonte e Ferdinando Sciabbarà, proprietario di alcune particelle catastali. Per la Procura di Agrigento il bene è da considerarsi interamente di proprietà demaniale. Di recente Sciabbarà si è detto disposto a cedere la sua parte del bene a patto che diventi una riserva naturale. Si attende che la “Scala dei Turchi” venga acquisita direttamente al patrimonio della Regione che, come ha rimarcato il presidente Nello Musumeci, si sta impegnando «nella tutela e nella salvaguardia dell’integrità di questo meraviglioso angolo della Sicilia».
Archeologa. Laurea magistrale in “Orientalistica: Egitto, Vicino e Medio Oriente” con una tesi in Archeologia dell’Arabia Meridionale. Ha frequentato la Scuola Interateneo di Specializzazione in Beni Archeologici di Trieste, Udine, Venezia Ca’ Foscari, concludendo con una tesi sulla legislazione dei bbcc, incentrata sui crimini contro i beni culturali in Sicilia. Alterna il lavoro di cantiere a quello di operatrice museale.