Liquidi tracciabili forensi: un potenziale deterrente per il traffico illecito di antichità
Il gruppo di lavoro dell’EUI sul patrimonio culturale ospita una discussione di Alesia Koush (RASHID International)
Il saccheggio e il traffico di manufatti archeologici causano danni irreversibili al patrimonio culturale delle comunità. Tuttavia, poche strategie efficaci di deterrenza del crimine sono attualmente impiegate per frenare questo fenomeno. La tecnologia dei liquidi tracciabili invisibili forensi è uno strumento recente nella protezione del patrimonio che fornisce ad un oggetto un marchio unico simile al DNA, garantendo la sua tracciabilità, aumentando la probabilità di scoprire trattazioni di materiale illecito, ed affrontare in modo proattivo il circuito dell’illegalità sia dal lato della fonte che da quello del mercato.
Nel 2020, il liquido tracciabile forense è stato usato per contrassegnare oltre 273.000 manufatti archeologici non organici in due importanti musei in Iraq nell’ambito del progetto internazionale finanziato dal British Council e guidato dall’Università di Reading, Regno Unito. Grazie a questo colloquio, organizzato da Department of Law dell’European University Institute previsto oggi 14 febbraio dalle ore 15 alle ore 16, si spera di riuscire a svelare il potenziale effetto deterrente dei liquidi invisibili forensi, mostrando nuovi dati empirici ottenuti da un sondaggio e da interviste individuali ad oltre 40 agenti internazionali specializzati in oltre 20 paesi.
Alesia Koush è un’esperta in protezione del patrimonio, traffico illecito di antichità ed educazione ai valori culturali, e sta attualmente svolgendo il suo dottorato all’Università di Reading (Regno Unito). Il suo progetto di dottorato esplora le implicazioni sui diritti umani del traffico illecito di antichità in Iraq. Oltre al suo dottorato, Alesia è ricercatrice presso la RASHID International (Ricerca, Valutazione e Salvaguardia del Patrimonio dell’Iraq in Pericolo) e insegna all’Istituto d’Arte e Restauro Palazzo Spinelli di Firenze. Collabora inoltre con CAMNES Centro Studi Antichi del Mediterraneo e del Vicino Oriente, Ufficio UNESCO del Comune di Firenze, Rondine Cittadella della Pace, Associazione MUS.E e Commissione per la Tutela del Patrimonio Culturale Italiano e Straniero dell’Accademia delle Arti e dei Disegni di Firenze. Alesia ha conseguito tre master in Politica e Amministrazione dell’UE (Collegio d’Europa, Belgio), Storia dell’Arte (Università di Firenze, Italia) e Diritti Umani, Migrazioni e Sviluppo (Università di Bologna, Italia). È anche membro di ICOM, ICOMOS e del Centro UNESCO di Firenze Onlus.
L’evento si terrà tramite Zoom ed è possibile registrarsi qui.
Diplomata in Scultura al Liceo Artistico Statale di Benevento, ha proseguito i suoi studi in Conservazione e restauro dei beni culturali presso l’Università degli Studi di Urbino conseguendo l’abilitazione come restauratrice. È specializzata in Arts Management e in Archeologia giudiziaria e crimini contro il Patrimonio Culturale. Co-founder dell’Associazione Art Crime Project, editore di The Journal of Cultural Heritage Crime. Membro del Direttivo Associazione Massimo Rao, è responsabile della Pinacoteca Massimo Rao. Vive e lavora a San Salvatore Telesino (BN).