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La Rapina alla Galleria Nazionale di Arte Moderna

(Tempo di lettura: 3 minuti)

Quanto è accaduto la sera del 19 maggio 1998 alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma potrebbe essere la trama per un avvincente film giallo. Tre uomini, a volto coperto, essendosi nascosti all’interno del museo prima della chiusura, dopo aver immobilizzato a mano armata le tre custodi notturne presenti, sottrassero tre importanti tele, due di Vincent Van Gogh, il “Giardiniere” e “l’Arlesienne”, ed un dipinto di Cezanne, “Le Cabanon de Jourdan”. La rapina, per il duro colpo inflitto al patrimonio storico-artistico, fu di forte impatto e suscitò grande preoccupazione sia nell’opinione pubblica sia nelle Istituzioni.

L’arte veniva aggredita a mano armata, in un modo violento che lasciava aperte tutte le ipotesi. Carabinieri e Polizia di Stato lavorarono così congiuntamente, coordinati dalla Procura della Repubblica di Roma, e si iniziò a seguire le tradizionali piste investigative, non escludendo una probabile matrice terroristica senza però trascurare la criminalità organizzata. Si pensò anche ad un furto su commissione poiché la notorietà dei dipinti sottratti ne rendeva impossibile una “normale” vendita sul mercato.

Dopo pochi giorni la svolta. Minuziosi accertamenti info-investigativi riuscirono ad avvalorare la pista “criminale” così da individuare un’organizzazione operante nel Lazio, in Piemonte ed all’estero, dedita a rapine in danno di istituti di credito. Per scongiurare il pericolo che le opere potessero essere distrutte dai malviventi se questi avessero intuito di essere stati individuati, i militari del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale e i componenti della Squadra Mobile della Questura di Roma eseguirono numerosi pedinamenti ed intercettazioni telefoniche ed ambientali per oltre due mesi.

Nella notte tra il 5 ed il 6 luglio 1998, avuta la certezza del luogo nel quale erano nascosti i dipinti, vennero eseguite le perquisizioni, nel corso delle quali furono sequestrate una mitraglietta, cinque pistole e diversi fucili e furono rinvenute le tre importanti opere, una a Torino e due a Roma. Furono così arrestati otto componenti del sodalizio criminale, tra cui anche una dipendente della Galleria che aveva avuto il ruolo di “basista”.

Tale operazione rappresenta un perfetto esempio di coordinamento tra una Forza di Polizia sul territorio, nel caso la Squadra mobile di Roma, e il reparto specialistico nel settore, il Comando Carabinieri TPC, quale componente della F.P. a cui è stata affidata la preminenza nel particolare settore della tutela del patrimonio culturale. Tale ruolo prioritario, consolidatosi nel tempo sin dalla costituzione del Comando Carabinieri TPC nel 1969, ha trovato una prima definizione normativa nel 1992 ed è stato ribadito con successivo D.M. Interno del 28 aprile 2006 che, nel confermare il ruolo di preminenza attribuito all’Arma nel comparto di specialità, ha conseguentemente assegnato al Comando Carabinieri TPC la funzione di polo di gravitazione informativa e di analisi a favore di tutte le Forze di Polizia.

Vincent Van Gogh (1853 -1890), Il giardiniere, olio su tela, cm. 61×50, 1889.
Luogo di conservazione: Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna
Rapina: 19/5/1998 alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma
Recupero: Roma, 6 luglio 1998

Vincent Van Gogh (1853 -1890), L’Arlesienne, olio su tela, cm. 60×50, 1890.
Luogo di conservazione: Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna
Rapina: 19/5/1998 alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma
Recupero: Torino, 6 luglio 1998

Paul Cezanne (1839 – 1906), Le cabanon de Jourdan, olio su tela, cm. 65×81.
Luogo di conservazione: Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna
Rapina: 19/5/1998 alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma
Recupero: Roma, 6 luglio 1998
Vincent Van Gogh (1853 -1890)

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