A Barumini in mostra i reperti recuperati dal TPC di Cagliari
Fino al 14 maggio presso Barumini (Medio Campidano) è possibile visitare Thesaurus – Il patrimonio usurpato, una nuova mostra sulla salvaguardia del patrimonio culturale.
Si tratta di un progetto in collaborazione tra la Fondazione Barumini Sistema Cultura e il Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Cagliari, con la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna e il Comune di Barumini, il cui scopo è quello di sensibilizzare i cittadini sui temi riguardanti la tutela e la protezione dei beni culturali e paesaggistici della Sardegna. Si tratta di quei beni che vengono sequestrati o recuperati durante attività di servizio del Nucleo che le restituisce alle comunità di appartenenza.
«I reperti in esposizione in questa mostra, di epoche e tipologie differenti e provenienti da più parti dell’Isola, al termine dell’iter giudiziale che li relegava presso i tribunali della Regione e nel caveau del Nucleo, finalmente sono resi alla fruizione del pubblico. Questa bellissima esposizione ci rammenta che l’ingente patrimonio sardo, così come quello nazionale, è costantemente a rischio: tra guerre, calamità naturali ed incuria senza dimenticare il maggior pericolo da cui è attaccato e che è sotto gli occhi di tutti i visitatori, l’avidità dell’uomo. Le donne e gli uomini di questo Nucleo hanno lavorato col massimo impegno per restituire alla cittadinanza, salvandole dall’oblio, le storie che questi reperti sono in grado di raccontare: una quotidianità spesso nascosta ed impensabile che merita di essere trasmessa ai giorni nostri» così commenta il Comando Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Cagliari.
In mostra è possibile ammirare reperti archeologici ma anche beni storici, documentari ed ecclesiastici che ricoprono un lasso di tempo che va dall’età del bronzo fino al secolo scorso.
Tra i beni in mostra vi è un manoscritto del 1592, rubato dall’Archivio Diocesano di Cagliari negli anni ‘70 contenente il processo canonico che portò al riconoscimento ufficiale della storia e delle attività miracolose attribuiti alla statua di Nostra Signora Bonaria. Vi sono anche beni restituiti attraverso attività subacquee come una mitragliera della seconda guerra mondiale recuperata grazie alla collaborazione tra il Nucleo Carabinieri TPC e la Soprintendenza di Cagliari.
Emanule Lilliu, presidente della Fondazione Barumini sistema cultura ha così commentato il progetto espositivo: «Siamo orgogliosi di poter ospitare e organizzare, insieme al Nucleo Carabinieri TPC di Cagliari, questa importante mostra: crediamo sia fondamentale sensibilizzare l’opinione pubblica, a partire dai più giovani, sulla necessità di tutelare a 360° le opere e i reperti archeologici e culturali che fondano le basi della nostra storia millenaria – aggiunge – questa mostra permetterà di far conoscere anche l’importante valore delle operazioni di recupero del Nucleo Carabinieri TPC che permettono di restituire alla comunità la fruizione di questi importantissimi tesori che richiamano la storia della Sardegna».
L’inaugurazione della mostra è stata anche l’occasione per promuovere delle attività didattiche per gli studenti delle scuole superiori che hanno potuto collaborare con le diverse istituzioni coinvolte: dopo la visita della mostra e aver raccolto il materiale didattico oggetto di studio, una volta in classe, i ragazzi saranno impegnati nell’elaborazione di un progetto. Il migliore sarà selezionato da una commissione giudicante composta dai rappresentanti sia della Fondazione sia del Nucleo Carabinieri TPC.
La mostra è visitabile tutti i giorni con ingresso gratuito nel rispetto del protocollo vigente per l’attuale emergenza sanitaria.
[Si ringrazia il Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Cagliari per la copiosa documentazione fotografica e video fornita].
Archeologa. Laurea magistrale in “Orientalistica: Egitto, Vicino e Medio Oriente” con una tesi in Archeologia dell’Arabia Meridionale. Ha frequentato la Scuola Interateneo di Specializzazione in Beni Archeologici di Trieste, Udine, Venezia Ca’ Foscari, concludendo con una tesi sulla legislazione dei bbcc, incentrata sui crimini contro i beni culturali in Sicilia. Alterna il lavoro di cantiere a quello di operatrice museale.