A confermare il successo dell’app mobile ID-Art, INTERPOL ha reso noto attraverso un’efficace infografica il risultato riportato dalla Policía Nacional spagnola, che negli scorsi mesi ha recuperato tre aurei di età romana, ascrivibili a un periodo che va dal I sec. a.C al II sec. d.C. Trafugate in Svizzera nel 2012, le monete erano pronte per essere immesse sul mercato nero per un valore di ca. 200.000 Euro. Grazie alla soffiata di un numismatico londinese, due uomini sono stati arrestati proprio quando stavano cercando di vendere uno dei tre oggetti. Gli investigatori spagnoli, una volta sequestrati i reperti numismatici, hanno potuto identificarli utilizzando ID-Art. L’app infatti permette l’accesso diretto al database delle opere d’arte rubate di INTERPOL e quindi la sua consultazione immediata.
Un altro significativo risultato si è avuto sempre in Spagna, dove la Guardia Civil ha recuperato due dipinti su tavola di età rinascimentale, detenuti da un ignaro cittadino. Le opere pittoriche erano state rubate nel 1979 nella chiesa Barcial del Barco a Zamora e già segnalate come rubate a INTERPOL, che le aveva inventariate nel suo database corredandole di vecchie foto in B/N allora disponibili. ID-Art, grazie al sofisticato software di riconoscimento delle immagini di cui dispone, ha consentito anche stavolta di ricondurre le opere sequestrate al furto di 40 anni fa.
Con la prima “Success Story” già segnalata dal nostro Journal si era raccontato del recupero da parte della polizia rumena di una Croce processionale del XIII secolo, trafugata nel 2016 dal Museo della Chiesa evangelica di Cisnadie e restituita alla pubblica fruizione subito dopo il suo ritrovamento. Anche in questo caso, strumento essenziale per il riconoscimento del bene è stata ID-Art, che a un anno dal suo rilascio, scaricata più di 19.000 volte in 161 paesi, continua a registrare ottimi risultati.
[Fonte: INTERPOL].
Per scaricare l’app seguire i link sotto:
Archeologa PhD candidate e giornalista. Specialista in art crime e archeologia legale, si occupa di informazione e di comunicazione del patrimonio culturale.
Laureata con lode in Conservazione dei Beni Culturali, indirizzo archeologico, presso l’Università del Salento, ha conseguito con lode il diploma presso la Scuola di Specializzazione in Archeologia Classica “Dinu Adamesteanu”, il Master di II livello in “Valorizzazione del Patrimonio Culturale”, promosso dalla Scuola Superiore ISUFI dell’Ateneo salentino, e il Master biennale di II livello in “Esperti nelle attività di valutazione e di tutela del patrimonio culturale” all’Università di Roma Tre. Ha conseguito quindi l’attestato di partecipazione al corso on line su “Antiquities Trafficking and Art Crime” della Glasgow University e al corso promosso da UNESCO,“Engaging the european art market in the fight against illicit trafficking in cultural property”. Presso la LUISS ha frequentato il Corso Executive in “Intelligenza Artificiale e Personal Media: Nuovi Modelli per la Comunicazione e Giornalismo”, organizzato dal Master in “Giornalismo e Comunicazione multimediale” del Centro di Ricerca Data Lab in collaborazione con la School of Government dell’Università LUISS Guido Carli. Ha partecipato a numerose campagne di scavo in ambito universitario e successivamente come responsabile di cantiere per la Soprintendenza Archeologica di Roma. Ha fondato e dirige dal 18 settembre 2018 The Journal of Cultural Heritage Crime, la prima testata giornalistica on line in Italia sul tema del traffico illecito di beni culturali e, più in generale, sulla tutela del patrimonio culturale. È socio fondatore dell’Associazione Culturale Art Crime Project APS, socio di EAA – European Association of Archaeologists, socio simpatizzante dell’Associazione Nazionale Carabinieri-Tutela Patrimonio Culturale.