All’interno della Residenza Sabauda di Palazzo Chiablese a Torino, è stato consegnato allo Stato il dipinto raffigurante un Ritratto di gentiluomo con berretto nero attribuito a Tiziano Vecellio (Pieve di Cadore 1490 ca. – Venezia 1576). La tela è stata sequestrata nell’ambito di una attività di indagine internazionale e riconsegnata dal Comandante dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC), Generale di Brigata Roberto Riccardi, alla Soprintendente per la Città Metropolitana di Torino, Architetto Luisa Papotti.
L’indagine ha origine da una richiesta inoltrata nel 2020 all’Ufficio Esportazione di Torino da parte di una coppia di collezionisti piemontesi che dichiaravano il rientro in Italia dalla Svizzera dell’opera d’arte per l’esecuzione di alcuni esami diagnostici. Il valore dell’opera si aggirerebbe intorno ai 7 milioni di euro. Gli accertamenti successivi hanno dimostrato l’esportazione illecita della tavola dal territorio italiano. L’opera è stata sequestrata a giugno del 2020 dai Carabinieri TPC con un provvedimento della Procura della Repubblica di Torino al termine di una complessa attività investigativa e un articolato procedimento penale; è stata quindi confiscata e ora sarà restituita allo Stato per essere studiata ed esposta nuovamente al pubblico.
I Carabinieri, in collaborazione con i funzionari della Soprintendenza di Torino, oltre a ricostruire la storia del dipinto, hanno documentato la violazione delle prescrizioni sull’esportazione, essendo stata l’opera trasferita dall’Italia alla Svizzera in assenza di autorizzazione, quindi illecitamente. L’importante e recente riforma legislativa che ha introdotto il nuovo articolo 518 undecies del Codice Penale (in precedenza la norma era contenuta all’articolo 174, Illecita esportazione, del D.Lgs. 42/2004 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio), prevede ora un forte inasprimento delle pene (la reclusione da due a otto anni e la multa fino a euro 80.000) per coloro che trasferiscono all’estero beni culturali, cose di interesse artistico, storico, archeologico, etnoantropologico, bibliografico, documentale o archivistico o altre cose oggetto di specifiche disposizioni di tutela ai sensi della normativa sui beni culturali, senza attestato di libera circolazione o licenza di esportazione. Inoltre, l’attuale impianto normativo di tutela del patrimonio culturale prevede la confisca dei beni indicati all’articolo 518 undecies, che hanno costituito l’oggetto del reato.
[Fonte: Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Torino].
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