Quale destino per Villa Verdi?
In questi giorni (26-28 maggio 2022) si sta svolgendo a Venezia presso la Fondazione Cini, il Convegno La filologia all’opera: Verdi e le nuove prospettive sul processo compositivo. Un momento di confronto tra musicologi di fama internazionale attorno ai problemi metodologici ed ermeneutici legati alla filologia musicale e in particolare a quella del teatro lirico. Gli studiosi coinvolti stanno ribadendo l’importanza della ricerca applicata al processo compositivo per la comprensione della drammaturgia di un’opera, nonché la necessità del lavoro sulle edizioni critiche dei capolavori verdiani attraverso il ripristino dei colori originali dei pentagrammi delle sue partiture al fine di scoprire aspetti che la prassi esecutiva legata alle vicende dei repertori aveva, col tempo, coperto di grigio, adeguandosi all’evoluzione del gusto.
Ma un’altra vicenda verdiana si sta definendo contemporaneamente a meno di 200 km da Venezia: quella della vendita di Villa Verdi a Sant’Agata di Villanova, in provincia di Piacenza. Questa Villa, dimora di campagna diventata un museo, accolse il Cigno di Busseto dal 1851 fino alla morte, avvenuta nel 1901 a Milano. Passata in eredità, i successori l’hanno custodita per oltre un secolo ed ora, in attesa dell’ordinanza del Tribunale di Parma che porrà fine alla lunga vicenda giudiziaria sorta vent’anni fa tra gli ultimi eredi del maestro, si decideranno i destini futuri di un luogo simbolo della musica italiana. La Cassazione ha confermato che l’eredità di Alberto Carrara Verdi, scomparso nel 2001, deve essere divisa tra i figli in parti uguali: questa la ragione per la quale la vendita di Villa Verdi è diventata inevitabile perché nessuno degli eredi ha la possibilità di tenere per sé la proprietà di Sant’Agata e contestualmente liquidare gli altri. Lo Stato avrà naturalmente il diritto di prelazione che, come è noto, costituisce un privilegio a favore della Pubblica Amministrazione giustificato dal fine al quale è preordinato di salvaguardare interessi primari per la vita culturale del Paese, costituzionalmente garantiti.
Villa Verdi non rappresenta solo un edificio rurale ma “è il luogo” dove sono nate moltissime delle pagine più belle della produzione verdiana. Attraverso la lettura dei luoghi si possono comprendere anche molti degli aspetti creativi del Maestro. Ecco perché risulterebbe importante un acquisto pubblico del sito: garantirebbe il perseguimento di finalità politico-culturali, connotate da una duttilità di impieghi e indirizzate sia alla tutela e conservazione dei beni culturali ivi conservati (arredi, strumenti musicali, biblioteca, archivi) sia alla loro promozione e valorizzazione, alla luce dei principi costituzionali e della normativa di settore. Un appello, dunque, ad un impegno collettivo ed istituzionale affinché la prelazione possa essere pienamente esercitata e, attraverso questa, realizzare l’interesse pubblico al godimento del patrimonio culturale e musicale di Villa Verdi nella sua interezza.
Fabio Perrone, cultore di Strumenti Musicali (L-ART 07) presso la Facoltà di Musicologia dell’Università degli Studi di Pavia. Si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio di Verona, laureato a pieni voti in Musicologia presso l’Università degli Studi di Pavia e con lode in Conservazione dei Beni Culturali presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Parma. Esercita dal 2000 attività di consulente in materia di beni culturali. È iscritto al Collegio Lombardo Periti-Esperti-Consulenti e al Collegio Periti Italiani. Dal 2004 è Perito e CTU presso il Tribunale di Cremona e CCIAA e collabora con le Compagnie di Assicurazione nel settore tecnico (servizi di stima e perizie di strumenti musicali nonché consulenza assicurativa specifica). Oltre alla libera professione esercita attività di insegnamento: è stato docente di strumenti musicali presso il Conservatorio di Musica “Briccialdi” di Terni, è stato docente di Legislazione e Museologia presso la Scuola Internazionale di Liuteria di Cremona e dal 2002 tiene regolarmente seminari presso il Dipartimento di Scienze Musicologiche dell’Università degli Studi di Pavia. Collabora col Sole24Ore e ha insegnato al Master Management dell’Arte e dei Beni Culturali presso la Business School del Sole24Ore.