Dall’inizio della guerra in Ucraina l’UNESCO ha intrapreso azioni nell’ambito del suo mandato e, in particolar modo, per proteggere il patrimonio culturale. Oggi, dopo poco meno di quattro mesi dall’inizio del conflitto, anche le attività di rilevamento e verifica dei danni al patrimonio culturale sono incorse in organizzazione ed efficientamento dopo lunghe settimane di informazioni non indipendenti e non verificate. L’UNESCO sta conducendo ora una valutazione preliminare dei danni ai beni culturali attraverso un controllo incrociato degli incidenti segnalati con più fonti ritenute attendibili. Sta inoltre sviluppando, con le sue organizzazioni partner, un meccanismo per la valutazione coordinata e indipendente dei dati di quanto sta avvenendo in Ucraina, compresa l’analisi delle immagini satellitari, in linea con le disposizioni della Convenzione de L’Aja del 1954 per la protezione dei beni culturali in caso di conflitto armato.
Alla data del 10 giugno l’UNESCO ha verificato i danni a 143 siti avvenuti dall’inizio del conflitto il giorno 24 febbraio: 65 siti religiosi, 12 musei, 27 edifici storici, 17 edifici dedicati alle attività culturali, 15 monumenti e 7 biblioteche. L’UNESCO però non ha diramato alcuna specificazione ulteriore in ordine al loro essere configurabili o meno quali attacchi intenzionali e quindi configurabili come crimini di guerra. In questo caso ragioni di rigore impongono di evidenziare come la Convenzione de l’Aja del 1954 sulla protezione dei beni culturali in caso di conflitto armato ponga anche delle eccezioni al generale divieto di aggressione e di esposizione a pericolo dei beni culturali qualora sussistano determinate condizioni. Pertanto, per in ogni caso esecrabile, non ogni fatto di danneggiamento o di distruzione di beni culturali durante un conflitto armato è ascrivibile ad una violazione di una norma di diritto internazionale e rilevare quindi come crimine di guerra o come crimine contro l’umanità.
A tal proposito alla stampa spagnola di elDiario.es il presidente di Blue Shield International, Peter G. Stone, ha evidenziato come vi sono diverse segnalazioni di attacchi intenzionali al patrimonio culturale ma che devono ancora essere verificate in modo indipendente, evidenziando a tal fine la necessità di inviare una missione in Ucraina per verificare queste affermazioni il più rapidamente possibile in modo da non disperdere prove.