Inaugurato a Roma il Museo dell’Arte Salvata
Sotto l’egida del Ministero della Cultura e grazie al sostegno della Direzione generale Musei, il Museo dell’Arte Salvata farà parte del Museo Nazionale Romano, andando ad arricchire il percorso museale delle Terme di Diocleziano e delle altre tre sedi di Palazzo Massimo, Palazzo Altemps e Crypta Balbi.
La prima esposizione di ritrovamenti, in occasione dell’inaugurazione del Museo, è stata possibile grazie al Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale
di Manuela Ferrari e Arnaldo Matania
Nella Sala Ottagona delle Terme di Diocleziano, sede del Museo Nazionale Romano, si è tenuta la conferenza stampa di presentazione del nuovo Museo dell’Arte Salvata. Questa iniziativa rende omaggio e allo stesso tempo valorizza i recuperi effettuati dal Comando Tutela Patrimonio Culturale dell’Arma dei Carabinieri. Dopo oltre cinquant’anni dalla fondazione dell’allora Nucleo Tutela Patrimonio Artistico e oltre un milione di pezzi recuperati finalmente una parte dei reperti sarà anche esposta al pubblico.
Ma torniamo alla cronaca. Presenti al tavolo dei relatori, citati in rigoroso ordine di posizione dalla sinistra: il direttore del Museo Nazionale Romano Stephane Verger per gli onori di casa, il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri Generale di Corpo d’Armata Teo Luzi per la sua Alta Funzione di rappresentanza, il Ministro Dario Franceschini al quale va il merito dell’iniziativa politica, il Direttore Generale dei Musei del MIC Massimo Osanna sotto la cui responsabilità ricade anche l’istituendo museo e il Comandante Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale il Generale di Brigata Roberto Riccardi.
Presenti in aula moltissimi esponenti del mondo della cultura e della ricerca, docenti universitari, archeologi, architetti, giuristi oltre ovviamente a una nutrita rappresentanza del TPC e delle Associazioni ad esso collegate come la ANC TPC.
La conferenza è stata aperta dal Direttore Verger che da padrone di casa ha reso omaggio alla magnifica sede dell’Aula Ottagona sottolineando al contempo la nuova pagina che il luogo sta per vivere grazie alla scelta di porvi questo museo nato dalla stretta collaborazione tra il CC TPC e il Museo Nazionale Romano. Il direttore ha illustrato al pubblico come la collezione temporanea verrà rinnovata ogni quattro mesi al fine di sottolineare il lavoro svolto da questo speciale reparto dell’Arma dei Carabinieri, spiegando come dopo essere state esposte le opere verranno riconsegnate ai luoghi di origine o, almeno, alle aree dalle quali provengono nel caso in cui non si sia riusciti a risalire al preciso contesto. “Con questo museo si vuole porre l’attenzione sull’arte che viene salvata ma che è comunque ferita nel profondo, non avendo più contesto e perdendo la sua storia peculiare”. I reperti esposti coprono un arco cronologico dal IX/VIII al III secolo a.C. e sono di provenienza etrusca o magno greca. Avere a disposizione un luogo come questo permetterà anche di poter analizzare in maniera più approfondita i reperti ed individuare eventuali falsi attraverso analisi specifiche, dal momento che nel commercio di reperti trafugati spesso vi sono anche opere non autentiche o modificate.
Ha preso poi la parola il Ministro Franceschini, il quale ha ribadito che l’idea di questo museo è stata pensata e poi realizzata in modo spettacolare allo scopo di mostrare l’eccellenza del TPC nel contrasto al traffico dei beni culturali, donando all’Italia grande onore non solo per le operazioni di recupero ma anche, e soprattutto, per l’immagine di efficienza e professionalità del reparto. Il Ministro ha sottolineato l’importanza di far tornare le opere nel loro contesto originale, non lasciando questi reperti solo nei grandi musei e tal proposito cita l’esempio del Cratere di Euphronios, prima esposto al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, prestato per una mostra temporanea a Cerveteri, suo contesto di origine. In quell’occasione si è deciso fosse giusto che quella diventasse la sua sede definitiva, dando il via, con questa scelta, alla restituzione ai musei locali affinché ne traggano il giusto rappresentativo lustro. Questo museo sarà la vetrina iniziale temporanea di queste opere prima del ritorno a casa e potrà dimostrare l’eccellenza del TPC.
È stato quindi il turno del Comandante Riccardi, dalle cui parole traspare lo spessore dell’uomo di cultura, oltre che di legge, cita con la stessa passione e competenza Antigone o il maestro Tornatore che nel film La migliore offerta rappresenta da par suo l’allegoria del collezionista ossessivo che, pur di avere solo per sé la bellezza di opere antiche, foraggia i mercati illeciti.
Secondo il Generale questo è un museo speciale, un’iniziativa eccezionale come i Caschi Blu della Cultura, reparti speciali che hanno tra i compiti quello di salvare i beni in zone di guerra o colpite da calamità, sottolineando che il salvataggio va fatto anche dall’incuria e dall’abbandono attraverso il restauro e conservando le opere, proteggendole dal trafugamento.
Il Comandante ha spiegato che i pezzi esposti sono rientrati dagli Stati Uniti e la restituzione è avvenuta a New York a dicembre 2021. Il modo in cui si scoprono scavi clandestini, opere trafugate ed esportazioni illecite avviene soprattutto grazie al monitoraggio delle case d’asta o dei musei che li espongono, dimenticando che l’arte è una testimonianza storica e identitaria dei luoghi dove sono stati creati. Ha ricordato il generale Riccardi che l’arte è fondamentale perché senza di essa non si avrebbe il progresso, tornando sul concetto che la cultura, però, va anche tutelata dal progresso stesso, comportandosi come Antigone che onora Polinice: “Chi preserva il passato preserva il futuro”.
L’intervento successivo è del Comandante Luzi: “Questo museo, ha spiegato, è una grande idea ed è un unicum a livello nazionale e internazionale, la cui importanza sta nel racchiudere i tre concetti fondamentali di protezione, legalità e speranza”.
Protezione perché in questo luogo urbanisticamente strategico i reperti saranno esposti temporaneamente prima di essere riportati a casa propria in quanto anima del popolo che li ha prodotti.
Legalità perché mostra sia la tutela del proprio patrimonio che la restituzione internazionale, sottolineando anche che l’Italia non solo riceve ciò che le è stato sottratto ma a sua volta restituisce ciò che non le appartiene e solo così si può riuscire a prevalere su tombaroli e trafficanti, non dimenticando che il recupero porta in sé anche un messaggio di socialità.
Speranza che più beni si riescono a recuperare più opere si possono restituire ai luoghi di origine. Il Comandante Generale auspica che questo museo sia sempre ricco di materiali da esporre perché significherebbe aver recuperato tanti oggetti da riportare a casa.
Infine il generale Luzi ha enumerato le sue due speranze più grandi: riportare finalmente in Italia l’Atleta di Fano, le cui cause giudiziarie stanno dando ragione all’Italia e riuscire a ritrovare la Natività del Caravaggio. “Per questa purtroppo non ci sono certezze che esista ancora o che sia integra ma nessuno ci impedisce di sognare in grande”. Luzi ha ringraziato tutti i carabinieri del TPC che ogni giorno si prodigano in questo lavoro e anche l’ANC TPC che, nel pomeriggio, ha sottoscritto un accordo di collaborazione con il Ministero per poter collaborare alla gestione questo Museo. Infine la parola è passata al direttore Osanna il quale ha espresso la gioia per la nascita di questo museo grazie ai rapporti di collaborazione tra TPC e istituzioni, uno spazio per restituire al pubblico capolavori spesso sconosciuti perché sottratti subito dopo lo scavo. Ha ricordato l’importanza del coinvolgimento anche delle Procure della Repubblica e di come queste collaborazioni siano state fondamentali sottolineando la necessità di alimentare la nuova sensibilità che si sta diffondendo a livello generale e internazionale per favorire i piccoli musei locali restituendo loro quanto illecitamente sottratto. Il direttore ha rivolto un ricordo al Generale Conforti, che fu tra i primi a mettere in luce il problema dell’illegalità dei traffici segnando una storica svolta in questa consapevolezza. Il Direttore ha espresso la sua idea di museo che è sia statico, inteso come luogo di esposizione, che dinamico perché permette di fare ricerca sui pezzi, studiarli, analizzarli, scoprire eventuali manomissioni e falsi. Inoltre dà la possibilità di valorizzare le opere e di contribuire alla loro conoscenza, stimolando dibattiti tra gli studiosi relativi ai materiali esposti.
Gli oggetti scelti per questa prima fase espositiva resteranno qui fino al 15 ottobre per poi essere sostituiti da altri che, in parte, sono già stati selezionati. Questi verranno restituiti ai luoghi di origine o, nel caso in cui non sia possibile identificare con certezza il contesto di provenienza, si porteranno in quei posti che per produzione e affinità stilistiche siano il più possibile vicini.
In chiusura si dà spazio alle domande dei giornalisti presenti: Laura Larcan interviene chiedendo al comandante Riccardi di illustrare i pezzi che secondo lui hanno avuto la storia più avvincente oppure un caso eclatante di salvataggio estremo. Il comandante ricorda come la scoperta dei depositi nel Porto Franco di Ginevra abbia dato avvio al recupero di tantissime opere e a restituzioni eccellenti, cita la statua di Vibia Sabina ora visibile nel Tempio di Adriano a Piazza di Pietra restituita da Boston. Il Generale ribadisce che le opere qui esposte provengono da un sequestro recente fatto dalla procura di New York e che si tratta di oggetti di eclatante bellezza, come ad esempio il Pithos con Ulisse che acceca Polifemo, ma anche i tanti oggetti di uso quotidiano nonché i reperti con scene di Eros che dona oggetti ad una sposa. Per il pithos ricorda anche che era già stato oggetto di studio da parte di molti specialisti ma che ora finalmente potrà essere studiato sotto molti punti di vista e capirlo meglio.
Alla fine, presenti e giornalisti scemano, si creano gli inevitabili capannelli di intervistati e inviati, si percepisce fra le tante divise l’entusiasmo per questo museo che alla fine è un riconoscimento fondamentale all’operato di chi fa o ha fatto parte del Nucleo Tutela, ma ovviamente molti visi sono rapiti dalla bellezza dei reperti esposti ai quali si può finalmente dedicare la giusta attenzione.
Museo dell’Arte Salvata
Aula Ottagona del Museo Nazionale Romano
Via Giuseppe Romita 8 – 00185 Roma
Orari
Dal martedì alla domenica 11.00 – 18.00
Lunedì chiuso.
La biglietteria chiude un’ora prima.
Dal 16 giugno al 15 ottobre 2022
Sarà ad accesso gratuito per i possessori del biglietto d’ingresso alle Terme di Diocleziano o del biglietto combinato per l’accesso a tutte le sedi, acquistabile on-line oppure presso le biglietterie. L’accesso gratuito è garantito ai possessori della MNR Card.
Biglietto d’ingresso delle Terme di Diocleziano
Intero € 8 (+2 € di prevendita in caso di acquisto on line)
Ridotto € 2 (+2 euro di prevendita in caso di acquisto on line)
Biglietto combinato per l’accesso a tutte le sedi del Museo Nazionale Romano
Permette l’ingresso una volta in ciascuna delle sedi e due volte nella sede di Palazzo Massimo e sarà valido una settimana dal giorno dell’acquisto.
Intero € 12 (+2 euro di prevendita in caso di acquisto on line)
Ridotto € 8 (+2 euro di prevendita in caso di acquisto on line)
Consegue a pieni voti la laurea in Lettere Antiche con Indirizzo Archeologico presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” con una tesi in Metodologia e Tecnica della Ricerca Archeologica. Successivamente, consegue il Diploma di Specializzazione in Archeologia Classica presso l’Università La Sapienza di Roma con una tesi in Teorie e Tecniche del Restauro Archeologico. Ha approfondito gli studi inerenti al Patrimonio Culturale e la sua tutela e difesa attraverso l’analisi dell’Operazione Ifigenia del CC TPC. Dal 2004 si occupa di assistenza archeologica, di direzione di scavi archeologici e della redazione della relativa documentazione. Ha partecipato a missioni archeologiche in Giordania presso il sito di Wadi Useykhim. Dal 2012 al 2016 ha collaborato occasionalmente con il Museo Civico Archeologico di Albano Laziale. Dal 2014 al 2016 ha rivestito il ruolo di socio fondatore e vice presidente dell’ associazione culturale Honos et Virtus e per il sito www.honosetvirtus.roma.it, ha curato la rubrica “Recensiones”. Dal 2017 è socio fondatore e vice presidente dell’associazione culturale no profit Niger Lapis. Dal 2018 ricopre il ruolo di OS 25 e da giugno 2021 collabora con Munus srl come operatore didattico presso Musei Capitolini, Mausoleo di Augusto, Ara Pacis e Mercati di Traiano. Ѐ iscritta nell’elenco nazionale ai sensi del DM 20/05/2019 n. 244 per il profilo di “Archeologo di I Fascia” ed è iscritta con il n. “RM – 2472” nel ruolo di Periti ed Esperti Sezione Unica della CCIAA di Roma per la Categoria XXIV ANTICHITÀ E BELLE ARTI.
Ѐ tra gli autori del progetto “Assassini dell’Arte — I podcast che raccontano le storie dei Crimini contro la Cultura”, patrocinato dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale e sponsorizzato da Intesa San Paolo. A maggio 2022 ha ricevuto il Premio “Jean Coste” per la sezione Università – Archeologia.