La Germania restituisce i Bronzi del Regno del Benin alla Nigeria
La Germania prosegue il suo piano di restituzione di opere trafugate a seguito del saccheggio coloniale ottocentesco della Nigeria. È stato, infatti, raggiunto uno storico accordo tra Germania e lo Stato africano riguardante l’alienazione di più di mille opere. Durante una cerimonia tenutasi a Berlino il primo luglio, sono stati restituiti ai rappresentanti nigeriani due manufatti bronzei: una «oba» (testa di re) e una targa del XVI secolo. Gli altri reperti che faranno rientro sono parte delle collezioni di diversi musei etnologici tedeschi come quello di Berlino che detiene il numero maggiore di pezzi.
Annalena Baerbock, ministro tedesco degli affari esteri ha dichiarato: «I bronzi del Benin tornano a casa. È stato sbagliato appropriarsi di questi manufatti e trattenerli per 120 anni». In un tweet Yusuf Tuggar, ambasciatore della Nigeria in Germania, fa sapere che «è stato un giorno storico con la cerimonia della firma tra i Governi di Germania e Nigeria per il trasferimento incondizionato della proprietà di 1.130 beni culturali. La Germania ha aumentato il proprio impegno per riparare ai torti coloniali. Inizia una nuova era nella diplomazia culturale».
Questi oggetti sono la testimonianza del ruolo attivo della Germania nella storia del colonialismo europeo. Infatti, all’indomani della spedizione punitiva britannica in Nigeria del 1897, alcuni reperti furono acquistati da uomini di affari tedeschi e importati in Europa; dagli anni ’60 il governo nigeriano ne chiede la restituzione.
I Governi nigeriano e tedesco hanno pubblicato una dichiarazione congiunta in cui si legge: «Entrambe le parti esprimono la loro volontà politica di restituire tutti i Bronzi del Benin conservati nei musei e nelle istituzioni pubbliche tedesche». Tuttavia, una nota sul sito del Ministero degli esteri tedesco rimarca che «non tutti i Bronzi presenti nelle collezioni dei musei tedeschi torneranno immediatamente in Nigeria.
La parte nigeriana si è dichiarata disposta a lasciare alcuni manufatti in prestito, in modo che possano continuare a essere esposti in Germania. Questo è un gesto molto speciale di fiducia e di amicizia tra i due Paesi».
Altri istituti culturali e musei hanno intrapreso accordi di restituzione come nel caso dello Smithsonian.
Si attende una mossa anche da parte del British Museum che conserva la più ampia collezione di reperti del Benin: obbligato da una legge degli anni ’60, il Museo londinese non può estrapolare in modo definitivo beni d’arte dalle sue collezioni, ma sta negoziando il prestito dei manufatti del Regno del Benin con il Museo Edo di Arte dell’Africa occidentale nel sud della Nigeria.
Archeologa. Laurea magistrale in “Orientalistica: Egitto, Vicino e Medio Oriente” con una tesi in Archeologia dell’Arabia Meridionale. Ha frequentato la Scuola Interateneo di Specializzazione in Beni Archeologici di Trieste, Udine, Venezia Ca’ Foscari, concludendo con una tesi sulla legislazione dei bbcc, incentrata sui crimini contro i beni culturali in Sicilia. Alterna il lavoro di cantiere a quello di operatrice museale.