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Ecco le sculture che erano state rubate all’Antiquarium campano di Santa Maria Capua Vetere. La restituzione oggi

TPC-Roma
(Tempo di lettura: 3 minuti)

L’importante recupero è il frutto di un’attività investigativa della Sezione Archeologia del Reparto Operativo del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, in collaborazione con la Sezione Elaborazione Dati e coordinata dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere.

Il 18 novembre 1985, in Santa Maria Capua Vetere (CE), presso l’Antiquarium dell’Anfiteatro campano, venne consumata una rapina nel corso della quale furono asportati numerosi reperti archeologici, di vario genere e tipologia, che, successivamente e in diverse circostanze, vennero recuperati, ad eccezione di una scultura in marmo raffigurante la divinità Diana e di due teste marmoree raffiguranti l’imperatore Settimio Severo, del III sec. d.C., e la divinità Dioniso, del II sec. d.C. 

Testa in marmo raffigurante  l’imperatore “Settimio Severo, 200-211 d.C.,   altezza cm 30 .

Nel 2016, nel corso delle attività di monitoraggio sul mercato internazionale delle opere d’arte, è stata rilevata una vendita sospetta presso una nota casa d’aste di New York.

La comparazione dell’immagine dell’opera individuata con quella contenuta nella Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti, gestita dal Comando, confermò che il bene presente nel lotto sospetto corrispondeva con la testa in marmo raffigurante Dioniso, messa in vendita con una base d’asta di 70.000 dollari da un collezionista estero, inconsapevole della provenienza illecita del bene.

Della scoperta è stato repentinamente informato, fornendo tutti gli elementi utili all’identificazione e alla rivendica del bene, il collaterale servizio doganale statunitense (Homeland Security Investigations – Immigration and Customs Enforcement di New York, USA), che ha proceduto alla messa in sicurezza della scultura. 

Testa in marmo  raffigurante Dioniso barbato con “kalathos” sul capo, seconda metà del II secolo d.C , altezza cm 29.      

Nel 2019 i Carabinieri del T.P.C. avevano individuato con le stesse modalità, in un lotto della medesima casa d’aste di New York, la testa in marmo raffigurante l’Imperatore Settimio Severo, messa in vendita con una base d’asta di 600.000 dollari da un collezionista estero, inconsapevole della provenienza illecita del bene.

In questo caso veniva informato il Col. Matthew Bogdanos, responsabile dell’Antiquities Trafficking Unit del Manhattan District Attorney’s Office – County of New York (USA), al quale sono stati forniti tutti gli elementi utili all’identificazione e alla rivendica del bene, poi sequestrato dalle Autorità statunitensi.

Nel mese di giugno di quest’anno, esaurite tutte le procedure necessarie al rimpatrio delle opere dagli U.S.A., entrambe le teste marmoree sono state riportate in Italia.

Oggi, grazie alla perseveranza dei Carabinieri del T.P.C. ed alla straordinaria collaborazione consolidatasi, nel corso degli anni, tra il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, le Autorità Giudiziarie e di Polizia Federali e Statali americane, in particolare con il New York County District Attorney, nonché con la Casa d’aste Newyorkese, le due importanti opere vengono restituite alla collettività e ricollocate nel loro giusto contesto.

Rimane aperta “la caccia” all’ultimo bene rapinato nel 1985 e ancora mancante all’appello, la dea Diana, per la quale continua la ricerca e l’impegno dei Carabinieri e della Procura della Repubblica di Santa Maria C.V. per riconsegnarla alla pubblica fruizione.

[Fonte: Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale].

                                   

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