Grazie alla collaborazione della Brigada de Patrimonio Historico spagnola, tornano in Italia due opere del ‘600
While prosecuting the perpetrators of cultural heritage crimes proves a complicated matter, the collaboration between Spanish and Italian law enforcement agencies has brought about the repatriation of two other artworks.
This is how the reliquary bust of Pope Saint Clement and the canvas “Bodegón de Cocina” were returned to Italy and their legitimate owners. Another success for the Spanish Brigada de Patrimonio Histórico and the Italian Carabinieri.
Ricollocare opere d’arte rubate nella loro sede originaria richiede importanti sforzi collaborativi fra istituzioni pubbliche e le forze dell’ordine a livello nazionale e internazionale, soprattutto nei casi di compravendite transfrontaliere. È un copione che si ripete e che recentemente ha visto protagonisti due pezzi di grande valore storico, entrambi del XVII secolo e provenienti dall’Italia.
Il primo, un busto reliquiario raffigurante Papa San Clemente (80 x 53 x 54 cm) sarebbe stato rubato dalla Chiesa del Gesù a Lecce. Ricevuta la notizia di reato dallo Stato italiano, un attaché di polizia italiana in Spagna entra in contatto con la Brigada de Patrimonio Histórico, la quale identifica l’antiquario spagnolo in possesso del bene. Le dichiarazioni rese in sede d’interrogatorio confermano l’assenza di autorizzazione all’esportazione e quindi l’illiceità del negozio. Per l’esattezza, il pezzo era in vendita alla fiera antiquaria Mercanteinfiera a Parma nel 2020. Per procedere alla restituzione dell’opera all’Italia fondamentale è la consultazione di una serie di fotografie fornite dalle forze dell’ordine italiane a quelle iberiche. Queste costituiscono prova della collocazione dell’opera presso la pala d’altare leccese prima della sua scomparsa. Informato delle conseguenze di un eventuale atto di vendita di un oggetto acquistato illegittimamente, l’antiquario spagnolo acconsente alla sua restituzione. Più complicati sono gli aspetti legati alla persecuzione del reato. Tuttavia, durante l’interrogatorio emergono informazioni relative all’identità del commerciante italiano. Questa volta, è la Brigada a darne comunicazione ai colleghi italiani, alleggerendo, almeno in parte, il carico di lavoro d’indagine sul responsabile dell’illecito.
La denuncia di furto di Bodegón de Cocina, un olio su tela della Scuola Lombarda rappresentante un’inconsueta natura morta con tre personaggi (57 x 75 cm), risale all’agosto del 2000. Originariamente esposta a Bologna, nel 2021 l’opera d’arte si trova in Spagna presso tre antiquari. Individuata la tela in una vendita all’asta online, l’ufficio INTERPOL di Roma trasmette con urgenza la notizia alla Polizia Nazionale Spagnola. Dall’interrogatorio che ne consegue emerge che il bene fosse stato venduto ai tre da un antiquario del famoso mercato El Rastro a Madrid. A sua volta identificato e ascoltato in interrogatorio, l’antiquario sostiene che sia stato il padre, diversi anni prima, a comprare l’opera. Nessuna documentazione della compravendita, tranne – come unica informazione – nome e cognome di un cittadino egiziano negoziante di mobili nella zona, il quale però nega di aver mai visto prima il dipinto. Unica prospettiva rimasta alla Brigada è quella di informare i proprietari – illegittimi – del dipinto che l’assenza di autorizzazione all’esportazione di quel bene inficerà i futuri atti di vendita. Come per il busto papale, anche in questo caso gli antiquari acconsentono alla restituzione dell’opera.
Si possono trarre, quindi, alcune conclusioni. Se dal punto di vista della persecuzione dell’illecito la prospettiva di successo risulta più complessa e può richiedere attese indefinite, dall’altra parte, l’impegno profuso dalle forze dell’ordine dei due paesi è ripagato dall’effettivo ricollocamento dell’opera nella sua sede di origine. In entrambi i casi, la collaborazione fra lo Stato Italiano e quello Spagnolo ha portato a risultati soddisfacenti, rappresentando un buon esempio di cooperazione internazionale contro il traffico illecito di opere d’arte.
Laureata in Giurisprudenza (Firenze 2019) con una tesi sulla protezione del patrimonio culturale nei confitti armati, si iscrive a un corso di specializzazione in gestione e protezione del Patrimonio Mondiale (Palazzo Spinelli 2020-2021) al quale segue un periodo di tirocinio presso Here_Lab – laboratorio congiunto tra Università degli studi di Firenze e Ufcio Patrimonio Mondiale e rapporti UNESCO del Comune di Firenze. La collaborazione col Laboratorio si rinnova con una borsa di ricerca, che rimane attiva fino a novembre 2023, quando prende servizio presso la Direzione Cultura e Sport del Comune di Firenze. Ha pregressa e consolidata esperienza come progettista in ambito culturale europeo, mentre dal 2020 è membro dell’Associazione Italiana Giovani per l’UNESCO. Da ottobre 2024 ricopre il ruolo di funzionario presso il Segretariato Generale del Consiglio della Regione Toscana.
Per JCHC si occupa del progetto in collaborazione con la Brigada de Patrimonio Histórico della Policía Nacional spagnola.