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Documenti di interesse pubblico e demaniale restituiti all’Archivio Storico della Croce Rossa Italiana 

(Tempo di lettura: 3 minuti)

A Roma, presso la sede della Croce Rossa Italiana, alla presenza del Vice Presidente Nazionale di Croce Rossa Italiana, dott. Rosario Maria Gianluca Valastro, e del dott. Nicola Scarfò, Responsabile amministrativo dell’unità operativa “Immobili e valorizzazione patrimonio storico” del Comitato Nazionale della Croce Rossa Italiana, il Comandante del Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) di Roma, Cap. Francesco Nicolò Pirronti, ha restituito 23 documenti archivistici, risalenti al periodo compreso tra il 1935 e il 1945, che erano stati messi in vendita su un noto sito di e-commerce

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Si tratta di fascicoli che descrivono la capillare organizzazione territoriale della Croce Rossa Italiana durante la Seconda Guerra Mondiale e, in particolare, i presidi sanitari costituiti nei capoluoghi di provincia italiani per il contenimento delle conseguenze determinate dai bombardamenti aerei sulla popolazione civile. Proprio il rilevante interesse pubblico di tali documenti ne rileva il carattere demaniale oltre che l’elevato interesse culturale per la storia delle province rappresentate. 

Le indagini sono state avviate nel mese di ottobre 2021 dai Carabinieri del Nucleo TPC di Roma, a seguito della denuncia presentata dai responsabili del Comitato Nazionale della Croce Rossa Italiana: le successive attività svolte hanno individuato e portato al recupero dei documenti archivistici presso le abitazioni di residenti privati nelle città di Bonemerse (CR) e Bosco Marengo (AL), che hanno spontaneamente consegnato quanto illecitamente detenuto, per un totale di 23 fascicoli, tutti beni culturali di carattere demaniale, riconducibili all’Archivio Storico del Comitato Centrale della Croce Rossa Italiana.

Di fondamentale importanza per l’accertamento del carattere demaniale dei beni e della loro appartenenza al patrimonio dell’ente citato, nonché per riconoscerne l’autenticità e il valore culturale, è risultata la collaborazione sinergica con il personale altamente specializzato della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica del Lazio.

La restituzione dei beni archivistici, disposta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cremona che ha coordinato tutte le attività di indagine, ha riportato i preziosi documenti presso la sede opportuna, ove potranno tornare ad essere oggetto di studio, consultazione e futura fruizione da parte del pubblico.

[Fonte: Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale].

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