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New York. Restituiti all’Italia numerosi reperti archeologici provenienti da scavi clandestini

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Si è tenuta a New York la cerimonia di restituzione all’Italia di reperti archeologici di grande rilevanza storica e artistica, oggetto di traffici illegali e recuperati dalle autorità giudiziarie statunitensi grazie alla collaborazione tra il Comando per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) dell’Arma dei Carabinieri e il Manhattan District Attorney’s Office.

I beni sono stati formalmente consegnati al Console Generale d’Italia a New York, Min. Plen. Fabrizio Di Michele, alla presenza del Procuratore Distrettuale della New York County, Alvin Bragg, e del Comandante TPC, Generale di Brigata Roberto Riccardi.

I beni restituiti coprono un ampio arco temporale compreso tra il 2500 a.C. e il VI secolo d.C.

Dei 142 oggetti restituiti ieri, 60 sono stati recuperati dalle Royal-Athena Galleries; 48 sono stati recuperati in seguito alle indagini su Michael Steinhardt, uno dei più grandi collezionisti d’arte antica del mondo; altri 34 sono stati sequestrati a seguito di altre indagini ancora in corso.

Nel dicembre 2021, l’ufficio del procuratore distrettuale di Manhattan aveva concluso un’indagine internazionale di lungo corso, con il sequestro di 180 beni rubati per un valore di 70 milioni di dollari.

Tra gli ultimi oggetti restituiti, un affresco proveniente da una villa di Ercolano e databile al 50 d.C. Recuperato anche questo in seguito alle indagini su Steinhardt, raffigura un Ercole bambino che strangola un serpente. Il collezionista lo aveva acquistato nel 1995 per 650.000 dollari senza preoccuparsi di doverne dimostrare la provenienza. Attualmente il suo valore di mercato è di 1.000.000 di dollari.

Insieme all’affresco di Ercolano, l’ufficio del procuratore distrettuale di Manhattan ha rimpatriato altre 141 antichità, tra cui reperti che sono oggetto di indagini ancora in corso, come tre affreschi strappati dal muro di una tomba a Paestum, databili al IV secolo a.C.; un pithos arcaico (giara) databile al 700 a.C. ca., sequestrato a seguito di un’indagine su Edoardo Almagià.

«Sebbene i pezzi restituiti abbiano un notevole costo sul mercato, portano con sé valori storici, artistici e culturali di portata eccezionale. Questi manufatti meritano un posto nella loro terra natale, dove il popolo italiano possa apprezzarle perché espressione della sua cultura», ha affermato il procuratore distrettuale Alvin Bragg. «Sono troppi i reperti archeologici di notevole importanza che vengono saccheggiati e trafficati illecitamente in tutto il mondo; noi continueremo con impegno a condurre queste indagini in collaborazione con le forze dell’ordine internazionali».

Fabrizio Di Michele, Console Generale d’Italia a New York.

«Il rimpatrio di questi 142 capolavori, precedentemente trafugati o saccheggiati in Italia, è molto importante per il nostro Paese», ha affermato Fabrizio Di Michele, Console Generale d’Italia. «Ancora una volta è la testimonianza della proficua collaborazione tra le autorità italiane e statunitensi, e in particolare tra la Procura distrettuale della contea di New York, l’Homeland Security Investigations e il Comando Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri. Sono particolarmente grato al procuratore distrettuale Alvin Bragg e al suo eccezionale team per l’impegno profuso. Desidero esprimere loro il massimo apprezzamento da parte del governo italiano per gli sforzi volti a garantire il ritorno di questi oggetti preziosi al luogo in cui appartengono», così il Console Generale Di Michele.

Il Gen.di Brig. Roberto Riccardi del Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale.

“Ancora un concreto segno della collaborazione delle Autorità statunitensi per il recupero dei beni culturali trafugato. Il mio ringraziamento al Colonnello Matthew Bogdanos e ai suoi collaboratori”, ha commentato il Comandante dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, Gen.B. Roberto Riccardi

«Ladri di antichità e collezionisti hanno tentato di depredare e contrabbandare questi oggetti, di custodirli in collezioni private o di venderli per un profitto illecito. Coloro che saccheggiano reperti archeologici non stanno solo rubando oggetti provenienti dal passato, ma ci privano anche del nostro futuro, togliendo ai nostri figli la possibilità di apprezzare la storia e l’arte di coloro che li hanno preceduti», ha affermato l’agente speciale in carica, Ricky J. Patel, dell’Homeland Security Investigations (HSI) New York. «HSI è orgogliosa di lavorare al fianco delle polizie internazionali per rintracciare questi beni e garantire che vengano restituiti ai legittimi proprietari».

Questa notizia segue di pochi mesi il rimpatrio di altri 201 reperti archeologici, che erano stati illegalmente esportati negli Stati Uniti nel corso degli ultimi decenni, smerciati dai grandi trafficanti internazionali e acquisiti – a volte dopo vari passaggi di mano – da importanti musei, case d’asta, gallerie antiquarie e collezionisti privati. Su quei reperti i Carabinieri TPC avevano indagato insieme ai colleghi di Federal Bureau of Investigation (FBI) e Homeland Security Investigations (HSI), riportando a casa in aereo i tesori sotrratti. 

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