Il fiorente traffico illecito dei beni liutari. Un altro caso a Berlino
Il furto e la ricettazione degli antichi violini italiani non conoscono la parola “crisi”. L’ultimo caso riguarda un prezioso violino italiano del XVIII secolo, realizzato dal maestro liutaio napoletano Nicolò Gagliano, ritrovato alcune settimane fa dalla Polizia tedesca durante una perquisizione a Berlino. Lo strumento risultava essere stato rubato tre anni fa all’Accademia musicale Hanns Eisler, a Mitte.
Il violino, il cui valore si aggira attorno ai 300.000 euro, era stato proposto in vendita dagli autori del furto – ignari del reale valore del bene rubato – ad un ricettatore per l’esigua somma di 200 euro.
Il tempo è trascorso e, dopo tre anni, gli agenti tedeschi lo hanno ritrovato nell’appartamento della madre del ricettatore a Kreuzberg. Stando alle dichiarazioni del pubblico ministero, il violino è stato ritrovato nel corso di un’indagine su altri reati per i quali il ricettatore risultava indagato, operazione che ha coinvolto circa 80 agenti di polizia, fra i quali anche alcuni dei reparti speciali (SEK), che hanno perquisito quattro residenze di Berlino nel quartiere di Friedrichshain.
Il ritrovamento di pregiati violini antichi (si veda anche il caso di Parma) nelle abitazioni di spacciatori e ricettatori sta riportando all’evidenza degli operatori il fenomeno dell’illecita circolazione dei beni musicali antichi, ed in particolare di quelli liutari, del riconosciuto e globale valore economico transattivo, che ha visto negli ultimi vent’anni un interessamento sempre maggiore delle associazioni criminali con rete organizzativa di carattere transnazionale.
L’interesse per gli alti valori di mercato riconosciuti alla liuteria antica e la facilità di trasferimento dei beni da uno Stato all’altro agevolano le cosiddette operazioni di riciclaggio di denaro finalizzate alla reimmissione di equivalenti valori economici nel circuito lecito del commercio d’arte. Dal furto di un violino alla sua emersione sul mercato, a volte possono trascorrere anche anni e in alcuni casi l’estrema difficoltà di tracciare una netta linea di confine tra il mercato legittimo e quello illegittimo spesso consente agli strumenti musicali rubati di transitare dal mercato “nero” a quello “grigio” a quello “bianco” rendendo particolarmente complesso anche l’intervento del diritto penale.
Fabio Perrone, cultore di Strumenti Musicali (L-ART 07) presso la Facoltà di Musicologia dell’Università degli Studi di Pavia. Si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio di Verona, laureato a pieni voti in Musicologia presso l’Università degli Studi di Pavia e con lode in Conservazione dei Beni Culturali presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Parma. Esercita dal 2000 attività di consulente in materia di beni culturali. È iscritto al Collegio Lombardo Periti-Esperti-Consulenti e al Collegio Periti Italiani. Dal 2004 è Perito e CTU presso il Tribunale di Cremona e CCIAA e collabora con le Compagnie di Assicurazione nel settore tecnico (servizi di stima e perizie di strumenti musicali nonché consulenza assicurativa specifica). Oltre alla libera professione esercita attività di insegnamento: è stato docente di strumenti musicali presso il Conservatorio di Musica “Briccialdi” di Terni, è stato docente di Legislazione e Museologia presso la Scuola Internazionale di Liuteria di Cremona e dal 2002 tiene regolarmente seminari presso il Dipartimento di Scienze Musicologiche dell’Università degli Studi di Pavia. Collabora col Sole24Ore e ha insegnato al Master Management dell’Arte e dei Beni Culturali presso la Business School del Sole24Ore.