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Presso il Planetario delle Terme di Diocleziano, attuale sede del Museo dell’Arte Salvata, si è tenuta una conferenza stampa di grande importanza. L’evento è stato dedicato alla presentazione del gruppo scultoreo Orfeo e le Sirene, recentemente restituito all’Italia dal Getty Museum di Malibu.

La sala era gremita di figure di spicco: il direttore del Museo Nazionale Romano, Stéphane Verger, il Ministro della Cultura, Dario Franceschini, e il Generale di Brigata Roberto Riccardi, Comandante dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale (TPC). In rappresentanza degli Stati Uniti erano presenti diversi investigatori del District Attorney’s Office di Manhattan, come Giuditta Giardini, Alyssa Thiel e Daniel Healey, insieme all’agente speciale dell’HSI, Robert Mancene, e a Shawn Crowley, Incaricato d’Affari presso l’Ambasciata USA in Italia.

Il dott. Verger ha aperto la conferenza ispirandosi a un passo di Apollonio Rodio. Ha evocato il mito di Orfeo, il cantore che con la sua musica riuscì a incantare le sirene e a proteggere la nave Argo nella sua missione verso la Colchide. Ha spiegato che questa sfida tra Orfeo e le sirene rappresenta il cuore simbolico del gruppo scultoreo, ora esposto con i due personaggi posti di fronte al mitico cantore. Verger ha sottolineato che il ritorno di queste opere in Italia segna un’occasione preziosa per studi più approfonditi e, soprattutto, per il loro futuro trasferimento al Museo Archeologico Nazionale di Taranto (MArTa), restituendo al territorio d’origine un patrimonio di inestimabile valore. Ha inoltre rivolto un ringraziamento al Generale Riccardi, al Ministro Franceschini e al direttore generale musei, Massimo Osanna, per il successo dei primi mesi del Museo dell’Arte Salvata, che permette di esporre immediatamente i reperti recuperati.

“Orfeo e le Sirene” al Museo dell’Arte Salvata (Foto: E.A.Minerva, A.Sbaffi ©Ministero della Cultura).

Il Generale Riccardi, al suo ultimo giorno come Comandante del TPC, ha espresso gratitudine alle autorità presenti. Citando Dostoevskij, si è interrogato se “la bellezza salverà il mondo” e ha affermato che, in realtà, potrebbe essere l’opposto: è la tutela dell’arte e del patrimonio che dà senso e valore al mondo. Ha definito il Museo dell’Arte Salvata un simbolo di questa lotta, e Orfeo, con la sua musica, un’icona di resilienza contro l’illegalità. Riccardi ha ricordato le indagini complesse che hanno portato al recupero delle opere, partendo dalle prove raccolte dai luogotenenti Morando e Antoci che hanno dimostrato la provenienza da uno scavo illecito a Lama di Taranto. Ha chiuso il suo intervento ribadendo l’importanza di preservare l’arte, un bene capace di curare ferite e restituire bellezza e identità alle comunità d’origine.

Eugenia Pontassuglia, Procuratore di Taranto, ha lodato il lavoro congiunto tra istituzioni italiane e americane che ha reso possibile il ritorno delle opere. Ha sottolineato come la cooperazione internazionale e la condivisione rapida di informazioni siano fondamentali per contrastare il traffico illecito di beni culturali, auspicando che questa rete collaborativa possa non solo recuperare opere trafugate, ma anche prevenirne il furto.

Shawn Crowley, rappresentante degli Stati Uniti, ha ringraziato tutte le parti coinvolte, evidenziando l’importanza del rinnovo del patto bilaterale tra Italia e USA contro il traffico illecito di reperti. Ha descritto il recupero di Orfeo e le Sirene, dopo 50 anni, come un esempio emblematico della perseveranza e della collaborazione tra i due Paesi. Un messaggio del procuratore Matthew Bogdanos, letto da Giuditta Giardini, ha celebrato il ritorno di queste opere come un passo fondamentale per restituire identità e memoria alle comunità d’origine.

L’evento si è concluso con un messaggio di speranza e determinazione nel continuare a tutelare e celebrare il patrimonio culturale, un bene universale e condiviso

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