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“Authenticity Studies”: una rivista scientifica per lo studio e la tutela dell’arte

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(Tempo di lettura: 5 minuti)

Il Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università degli Studi di Padova ha pubblicato la nuova rivista “Authenticity Studies. International Journal of Archaeology and Art”, iniziativa scientifica nata nei lunghi mesi della primavera 2020, quando una semplice idea si è trasformata in un progetto condiviso fra docenti e studenti della realtà patavina.

Nel contesto accademico padovano, gli studi archeologici e storico-artistici risalgono alla fine dell’Ottocento e l’attenzione alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio culturale trova le sue radici in tempi ancora più remoti, con la costituzione delle prime collezioni universitarie e l’apertura dei primi musei.

Nuova linfa per gli studi sull’autenticità e l’attribuzione è arrivata nel 2014, quando un importante politico locale, Bruno Marchetti, ha deciso di lasciare in eredità all’Università la sua collezione di oggetti presumibilmente archeologici. Le riflessioni su questo nutrito gruppo di materiali (ceramiche, vetri, metalli, marmi) hanno portato alla necessità di un dibattito internazionale sul tema: nel 2017 si è avviato un percorso porta direttamente a questa nuova realtà editoriale.

Nel 2017, infatti, si è tenuta la prima edizione dell’International Winter School “Anthropology of forgery. A multidisciplinary approach to the study of archaeological fakes”, settimana di studi per l’analisi e la comprensione dei falsi archeologici (ora pubblicata all’interno della collana Antenor Quaderni della Padova University Press), seguita, pochi mesi dopo, dall’avvio del Progetto MemO, “La memoria degli oggetti. Un approccio multidisciplinare per lo studio, la digitalizzazione e la valorizzazione della ceramica greca e magnogreca in Veneto”, coordinato da Monica Salvadori e sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo attraverso il bando “Progetti di Eccellenza 2017”.

Lo studio della falsificazione rientra allora tra i capisaldi del Progetto MemO. In questo quadro si sono attivate diverse esperienze multidisciplinari di dialogo e confronto: dalla seconda edizione di “Anthropology of forgery. Art Collecting, Authentication, and Innovative Tools for a Culture of Legality in Cultural Heritage”, che si è tenuta a Padova, Vicenza e Castelfranco Veneto nel 2019 e recentemente pubblicata, al Convegno internazionale “Forma e immagine. Nuove prospettive di studio e valorizzazione della ceramica greca e magno-greca”, in corso di pubblicazione, e alla più recente International Spring School “Pottery in Ancient and Contemporary World. Materials, Societies, Economies, (and Forgeries)”, tenutasi online nella primavera del 2021 con oltre 90 partecipanti da tutto il mondo.

Attraverso un approccio multidisciplinare, l’impegno per la comprensione del fenomeno della falsificazione ha portato il gruppo di ricerca a collaborare con il Dipartimento di Diritto Privato e Critica del Diritto (grazie al supporto del Prof. Avv. Paolo Moro): in questo contesto si segnalano i progetti “Fake on trial. Processo al falso d’arte antica” (2020-2021) e “Diritto alla Bellezza. Un corso interdisciplinare per giuristi, operatori culturali e collezionisti” (2021-2022), quest’ultimo erogato come MOOC (massive open online course), cioè un corso certificato dall’Università ma accessibile gratuitamente a chiunque (con quasi 600 iscritti!).

Le riflessioni interdisciplinari alla base di queste attività sono state raccolte nel volume “La poliedricità del falso. Arte, cultura e mistificazioni nel mondo contemporaneo”, a cura di Monica Salvadori e Luca Zamparo, ora in libreria per Carocci editore.

Allo stesso tempo, il tema della tutela del patrimonio culturale autentico è stato inserito nel percorso espositivo e didattico “Argilla. Storie di vasi” allestito alle Gallerie d’Italia – Palazzo Leoni Montanari di Vicenza in collaborazione con la Direzione Arte, Cultura e Beni Storici di Intesa Sanpaolo.

L’impegno nazionale e internazionale è andato di pari passo con un’azione mirata per gli studenti patavini: accanto al Laboratorio di Connoisseurship (le cui lezioni richiamano la lunga tradizione di studi storico-artistici della scuola padovana), dal 2018 è attivo il Laboratorio di Autenticazione dei Beni Archeologici e, dall’anno accademico in corso, l’offerta didattica si è arricchita con l’introduzione di un nuovo insegnamento dal titolo Authentication: concepts and methods presso la laurea magistrale in Scienze Archeologiche.

In questo contesto nasce Authenticity Studies. International Journal of Archaeology and Art, rivista fondata da Monica Salvadori (Editor-in-Chief), Federica Toniolo, Andrea Tomezzoli, Marta Nezzo, Monica Baggio, Luca Zamparo (Managing Editor), ulteriore passo avanti per una scienza aperta e libera e per l’internazionalizzazione della conoscenza.

Cover del primo numero di Authenticity Studies

L’editoriale firmato dai fondatori della rivista si pone una semplice domanda: “Perché una rivista sugli «authenticity studies»?” Le risposte possono essere molteplici e su questa testata giornalistica spesso affrontiamo questi problemi di rilevanza nazionale e internazionale.

Se si aprono le pagine di un qualsiasi quotidiano, infatti, è abbastanza facile imbattersi in notizie sul patrimonio culturale, che spesso si riferiscono a fatti gravi (e/o criminali) come furti, trasferimenti illeciti, contraffazioni o, peggio ancora, distruzioni di luoghi e cose di particolare interesse culturale per la comunità nazionale e, di conseguenza, internazionale. L’aumento e la persistenza di numerosi fenomeni criminali – evidenziano i docenti patavini – purtroppo non vanno di pari passo con la formazione universitaria.

Questa nuova rivista nasce quindi per rispondere a tre esigenze primarie: 1) fornire una sede scientifica internazionale di discussione tra archeologi, storici dell’arte, diagnosti, restauratori, archeometri, giuristi, operatori museali sui temi dell’autenticità e dell’attribuzione di oggetti e opere; 2) promuovere studi inter-trans-multidisciplinari per lo sviluppo di nuove metodologie operative, nuove tecniche e nuovi strumenti per l’identificazione dei falsi diffusi in ambito culturale; 3) promuovere una cultura della legalità attraverso la formazione, l’aggiornamento e la condivisione dei risultati scientifici all’interno della comunità internazionale.

Come ottenere tutto questo? La risposta risiede nell’impostazione stessa della rivista, aderente ai più alti standard scientifici internazionali.

Authenticity Studies, pubblicata dalla Padova University Press, è completamente gratuita sia per gli autori che per i lettori, è accessibile direttamente online, si basa su un sistema di revisione anonima a doppio cieco e si avvale di un comitato scientifico internazionale composto dai maggiori esperti nei vari settori interessati.

Inoltre, gli autori che inviano un contributo a Authenticity Studies. International Journal of Archaeology and Art garantiscono l’originalità del loro lavoro, la proprietà intellettuale del contributo e l’assenza di conflitti di interesse o di interessi economici derivanti dalla pubblicazione dell’attribuzione/autenticazione. Allo stesso tempo, Authenticity Studies non accetta attribuzioni o autenticazioni di oggetti messi in vendita, né accetta ricerche di attribuzione o autenticazione di oggetti di provenienza (e/o proprietà) incerta o di ricostruzione errata o parziale.

Authenticity Studies accetta, invece, contributi originali e inediti sotto forma di saggi, brevi notizie o rapporti incentrati su tre principali linee di ricerca:

  1. la teoria e il metodo dell’attribuzione archeologica e storico-artistica, anche per quanto riguarda le indagini tecnico-scientifiche (e lo sviluppo di tecniche e metodi) derivanti dall’archeometria, dalla conservazione e dagli approcci diagnostici;
  2. le indagini sul fenomeno della falsificazione e sulle modalità di autenticazione degli oggetti, con particolare attenzione alla storia del fenomeno, agli approcci di analisi (umanistici e tecnologico-scientifici), al suo impatto sulla storia degli studi e alla sua percezione nella società (passata e contemporanea), ovvero alle connessioni con il mercato dell’arte e soprattutto con la storia del collezionismo, indagando quindi anche i falsi storici e quelli inseriti, nel tempo, nei musei, sia pubblici che privati.
  3. gli studi sulla provenienza, cioè su come e quando un oggetto è stato realizzato, utilizzato, disperso, ritrovato, conservato, acquistato, esposto e sulle implicazioni nel contesto sociale, culturale ed economico.

Tutto questo è possibile perché la rivista propone diverse modalità. Grazie a una struttura più ampia, i saggi possono indagare gli aspetti teorici e metodologici dell’autenticazione, dell’attribuzione, della falsificazione e degli studi sulla provenienza. D’altro canto, le relazioni brevi presentano casi pratici, originali e rilevanti di attribuzione o autenticazione, salvaguardia e conservazione del patrimonio culturale. Infine, le recensioni vogliono essere un luogo di aggiornamento continuo sulle pubblicazioni, le mostre, le controversie e i casi più rilevanti dell’anno in materia di autenticazione e attribuzione di oggetti archeologici e storico-artistici.

Un nuovo strumento per lo studio e la salvaguardia della cultura: benvenuta, Authenticity Studies!

Per maggiori informazioni:
https://authenticity-studies.padovauniversitypress.it/

Il primo numero della rivista è disponibile liberamente alla pagina:
https://authenticity-studies.padovauniversitypress.it/issue/1/1

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