Tornano in India 307 opere d’arte sequestrate dall’Antiquities Trafficking Unit di Manhattan
L’Antiquities Trafficking Unit di Manhattan restituisce 307 beni archeologici all’India a seguito di indagini su noti trafficanti di antichità del Sud-Est Asiatico
Continua la serie di successi del Procuratore Distrettuale di Manhattan, Alvin L. Bragg Junior, in collaborazione con l’Homeland Security Investigations: lo scorso 17 ottobre, a conclusione di indagini svolte su numerose e complesse reti di trafficanti di arte indiana, 307 antichità dal valore complessivo di circa 4 milioni di dollari sono state restituite all’India durante la cerimonia presso il consolato indiano di New York.
Dei 307 oggetti, riporta il comunicato stampa dell’ufficio del Procuratore Distrettuale, 235 sono stati recuperati a seguito delle indagini su Subhash Kapoor, già noto per aver trafficato oggetti dall’Afghanistan e da numerose nazioni del Sud-Est asiatico, e questi si aggiungono ad altri circa 2300 pezzi già recuperati dallo stesso ufficio. Fra le antichità ora restituite, si annovera l’Arco Parikara, precedentemente parte della collezione della Yale University Art Gallery, che lo aveva acquisito nel 2007 grazie a una donazione della Rubin-Ladd Foundatione di New York e Georgetown su lascito testamentario di Ester R. Portnow.
Cinque degli oggetti restituiti, fra cui un rilievo delle divinità Vishnu e Lakshmi su Garuda dell’XI secolo trafugato da un tempio dell’India Centrale, risalgono invece all’attività iniziata negli anni ’60 di Doris e Nancy Wiener, condannata l’anno scorso per le sue attività di contrabbando. Un oggetto è stato sequestrato a seguito delle indagini su Nayef Homsi, gallerista dell’Upper East Side di New York, già noto per il suo coinvolgimento anche in passato in scavi clandestini, esportazione e vendita di arte antica soprattutto da Afghanistan, India e Pakistan, mentre i restanti 65 provengono da una serie di network criminali di dimensioni minori.