Libri in fuga, tra distopia e realtà
Recentemente, e abbastanza sottotraccia, è andato in stampa un agile libriccino di 79 pagine, un racconto distopico che spara subito il lettore tra la folla gremita attorno al palco in piazza Plebiscito a Napoli. È la mattina del 10 agosto 2032, è tutto pronto, autorità e cittadinanza sono lì per assistere all’evento epocale disposto dal Ministro della Cultura dieci anni prima: libri e scaffalature della Biblioteca Nazionale devono sloggiare da Palazzo Reale. Destinazione Palazzo Fuga.
E, se la decisione è presa ai giorni nostri, è lecito immaginare che l’Anonimo Napoletano, il misterioso autore del libello, si sia ispirato al decano dei ministri che si sono occupati di beni culturali, a Dario Franceschini più che al napoletano – coincidenza – successore fresco d’investitura. Gennaro Sangiuliano dunque non c’entra, ma il racconto ha invece molto a che fare con un fenomeno del nostro tempo, ovvero la convergenza e la coagulazione delle idee sui social: a un gruppo informale nato su Facebook, al quale aderiscono architetti e ingeneri, storici dell’arte e artisti, bibliotecari e accademici di diverse discipline, riesce il salto di qualità. Le proposte piacciono al Ministro, interviene il riconoscimento istituzionale e la formalizzazione di una Commissione dei Grandi Traslocatori. Il che fa sorridere, ora, ma se questa distopia fosse più prossima alla realtà di quanto non siamo disposti a credere?
Perché la “bizzarria”, quella che più dovrebbe far riflettere, non è tanto l’accreditamento di autorevolezza via social quanto la propaganda, il bombardamento distorsivo, giornalistico e culturale, che mette in piedi la Commissione per convincere gli incerti e gli indifferenti, e per zittire i contrari; quel meccanismo per cui un’idea del tutto strampalata, inutile e costosissima – e quindi pure dannosa – si trasforma in un progetto acclamato e in una urgenza sostenuta dalla folla: non vi dice niente?
Per cui la Biblioteca Nazionale di Napoli passa da Vittorio Emanuele III a Diego Armando Maradona senza alcun plissé, e il sangue di San Gennaro si scioglie all’uscita del camion con il primo carico di libri. E così via, gran festa. Fino all’assalto di un tir.
Non voglio anticipare altro di questo godevolissimo pamphlet perché la scrittura dell’Anonimo Napoletano, dietro cui pare celarsi il nome e la dedizione di uno dei più impegnati custodi del patrimonio librario partenopeo, vi condurrà con amara ironia nei sentieri del paradosso – e del reale che conoscono gli addetti ai lavori – e vi mostrerà il sottobosco in cui così tante e tante volte ha rischiato di perdersi il nostro patrimonio culturale.
«Esprimo il mio più vivo compiacimento nell’apprendere che il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, abbia scelto di inaugurare le attività del suo dicastero a Napoli visitando l’istituto di Studi Storici e la Fondazione Biblioteca Benedetto Croce ponendo l’accento sull’importanza del patrimonio librario e documentario, e sulla rilevanza di ricerca e di studi nella nostra città, in particolare, sulla tradizione di alti studi storici e filosofici che vanta Palazzo Filomarino», così Maria Iannotti, direttrice della Biblioteca Nazionale di Napoli, il 26 ottobre 2022. Su Facebook.
Anonimo Napoletano, Libri in fuga ovvero Del felicissimo trasferimento della Biblioteca Nazionale di Napoli, Guida editori, Napoli 2022, pp. 79, € 9,00.
Dopo la laurea a Trento in Scienze dei Beni Culturali, in ambito storico-artistico, ho “deragliato” conseguendo a Milano un Perfezionamento in Scenari internazionali della criminalità organizzata, un Master in Analisi, Prevenzione e Contrasto della criminalità organizzata e della corruzione a Pisa e un Perfezionamento in Arte e diritto di nuovo a Milano. Ho frequentato un Master in scrittura creativa alla Scuola Holden di Torino. Colleziono e recensisco libri, organizzo scampagnate e viaggi a caccia di bellezza e incuria.