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Italia, Spagna e Gran Bretagna: il viaggio dell’Atlante Portolano di XVI secolo

(Tempo di lettura: 3 minuti)

Abstract: A 16th-century handwritten Portolan Atlas by Battista Agnese enters the Spanish National Library thanks to the donation by a British citizen, the original owner, and the intermediation of the Heritage Brigade of the Spanish National Police.

Battista Agnese fu un cartografo italiano nato a Genova che tra il 1536 e il 1564 lavorò a Venezia dove divenne una delle figure più importanti della cartografia rinascimentale: creò circa 100 mappe manoscritte, di cui una settantina sparse oggi in tutto il mondo. Vere e proprie opere d’arte, per lo più atlanti portolani e nautici, riprodotti su pergamena per alti funzionari e ricchi mercanti. Quasi certamente, l’Atlante in oggetto gli era stato commissionato da Diego Hurtado de Mendoza – ambasciatore di Carlo V a Venezia, dove il cartografo aveva la sua bottega – allo scopo di offrirlo in dono al giovane Filippo II. Si tratta di un atlante appartenente al tipo 2, detto “post-californiano”, per la raffigurazione della penisola della California, assente nei tipi precedenti.

La provenienza del dono, e quindi l’ingresso della Carta in Spagna, è registrata nel Libro della Camera dell’allora Principe, nel 1547. Secondo il Professore José Luis Gonzalo Sánchez-Molero, Rettore della Facoltà di Scienze della Documentazione dell’Università Complutense, da allora la Mappa è rimasta nella Biblioteca Reale. La sua presenza è rilevata nel Catalogo dei libri di sua Maestà, un inventario delle opere che la famiglia reale aveva ancora nella ex fortezza musulmana, l’Alcázar Reale di Madrid, dove è poi sorto il Palazzo Reale. 

Secondo il Professor Gonzalo, l’Atlante doveva essere destinato alla Biblioteca di El Escorial, all’interno dell’omonimo monastero di San Lorenzo, a circa 50 km dall’Alcázar. Tuttavia, la copia non ha la tipica copertina monastica dei libri di El Escorial. Non ci sono etichette, targhette, firme topografiche. Dunque, non sussistono prove circa l’invio e la successiva permanenza presso la Biblioteca di El Escorial. A confermare la teoria che la Mappa non fosse stata trasferita è la rilegatura, risalente alla fine del XVIII secolo e, nello specifico, al famoso rilegatore reale Gabriel Gómez Martín. Sappiamo infatti che Gómez lavorò per il re Carlos IV nei presidi reali della capitale e che le copertine di alcuni libri con la targhetta del monarca, rilegati dallo stesso Gómez, sono copie gemelle di questo Portolano. 

Oggi, questo pezzo prezioso di cui per anni si era persa traccia, ma che con alta probabilità non aveva lasciato la Biblioteca del Palazzo reale almeno fino a tutto il XVIII secolo, entra a far parte della Biblioteca Nazionale di Spagna, arricchendone l’importante collezione cartografica. Ciò è stato possibile grazie alla donazione di un cittadino britannico, proprietario del bene, e all’intermediazione della Brigata del Patrimonio della Polizia Nazionale Spagnola. 

L’esemplare donato alla Biblioteca Nazionale si trova in un ottimo stato di conservazione. Come spiegano gli esperti, è possibile affermare che il cartografo stesse lavorando per il nobile Diego Hurtado de Mendoza, e non su commissione diretta del Re, vista la qualità inferiore della cartografia. Si tratta di una copia di laboratorio, spiega il rapporto del Professor Gonzalo: “Agnese realizzava copie di alta qualità, ma questa copia non è una delle sue mappe più prestigiose”. Considerati tra i più importanti manoscritti realizzati in Europa, gli Atlanti Portolani di Battista Agnese sono veri e propri gioielli cartografici, grandi tesori della cartografia internazionale che possono arrivare a valere fino a 2 milioni di euro, come il pezzo di mercato di quello in oggetto.

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