Il busto di Nefertiti deve rimanere a Berlino, secondo i tedeschi
di Anna Pelagotti
Di chi sono le opere conservate nei musei? Di chi è il busto di Nefertiti, che in Germania amano chiamare la loro “Gioconda”?
“All the cultural assets from other regions of the world do not belong to us, they are here illegally” ha dichiarato durante un’intervista Saraya Gomis, Sottosegretaria di Stato per la diversità e la lotta alla discriminazione. Ma non molti sembrano essere d’accordo con lei, almeno per il momento. Nonostante che la Germania abbia recentemente acconsentito, ad esempio, a restituire alla Nigeria 1100 oggetti (ma non tutti) frutto delle loro razzie colonialiste nel paese, il busto di Nefertiti, “La bella donna è arrivata”, rimarrà a Berlino, dove è visitato da circa mezzo milione di turisti l’anno.
Il busto è uno dei reperti dell’antico Egitto più conosciuti al mondo. Fu rinvenuto dall’archeologo tedesco Ludwig Borchardt nel sito di Akhetaton, odierna Amarna, la nuova capitale fatta costruire dal faraone Akhenaton.
Gli archeologi stavano scavando nella bottega dello scultore Thutmose, quando in una delle stanzette laterali vennero alla luce oltre venti stampi in gesso, teste in pietra completate e altre ancora da terminare.
Tra queste anche il bellissimo busto della moglie del faraone. La statua al momento della scoperta era in ottimo stato di conservazione, tanto da far pensare ad un falso, una teoria che poi venne confutata grazie alle analisi scientifiche condotte sul pezzo, ora datato 1340 aC.
L’opera risulta realizzata con una tecnica sopraffina. È scolpita fino nei dettagli più minuti in pietra calcarea rivestita poi da stucco dipinto con colori vivaci; la pupilla degli occhi (di cui ci è arrivato solo il destro) è realizzata con pietra calcarea ed inclusi di cristallo di rocca.
Il reperto venne acquisito dal finanziatore degli scavi, James Simon, il quale lo donò nel 1920 allo stato prussiano. Fu esposto per la prima volta al pubblico nel 1924. Ed è da allora che l’Egitto ne chiede, finora senza successo, la restituzione.
Durante gli anni del Nazismo, il capo della Luftwaffe Hermann Goering progettò di restituirlo all’Egitto, ma Adolf Hitler decise invece che il busto avrebbe avuto un posto d’onore in un museo tedesco, a Berlino, che doveva essere la capitale del suo Reich millenario.
E ora «Punti di vista diversi sul diritto di proprietà (…) del busto di Nefertiti, sia in senso legale che morale» rendono impossibile restituire il busto di Nefertiti al loro paesi d’origine, ha dichiarato Lena Kerch, senatrice e capo diretto di Saraya Gomis. La strada per l’Egitto sembra ancora molto lunga, ed il busto di Nefertiti, nonostante sia chiaramente un’opera egiziana, per ora rimane dove lo volle il Fuhrer.
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