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Quale futuro per Castel Madruzzo?

(Tempo di lettura: 3 minuti)

«Fiabesco Castello Incastonato in un Magnifico Parco di 12 Ettari» recita l’annuncio che da qualche tempo è pubblicato sulla vetrina digitale di Immobili di Prestigio, l’agenzia romana specializzata in appartamenti di lusso e magioni di campagna. Da via del Babbuino alle colline della Maremma, da un baglio in Sicilia a Portofino, ce n’è per tutti i desideri e per ogni portafoglio, ma il maniero in Valle dei Laghi è senza dubbio il più interessante sotto il profilo storico-artistico.

Castel Madruzzo – Veduta

La prima memoria documentale di Castel Madruzzo risale al 1161: Adelpreto, principe vescovo di Trento, concede ai membri della famiglia Madruzzo, Gumpone e suo nipote Boninsegna, di edificare su di un’altura che sovrasta l’abitato, oggi comune di Madruzzo, e di amministrarne il territorio attiguo. Per due secoli il feudo rimane di proprietà della casata fino alla sua estinzione nel 1380. Segue una stagione di instabilità e degrado. Già in rovina, alla metà del XV secolo, il castello viene acquistato dai signori di Nanno, originari della Val di Non, che pochi decenni più tardi acquisiscono il nome di Madruzzo: nei due secoli a venire diverranno una delle più potenti famiglie trentine, riuscendo a far “incoronare” principe vescovo di Trento quattro suoi membri. Cristoforo, il più famoso dei principi vescovi madruzziani e anfitrione del Concilio, nacque nel 1512 proprio a Castel Madruzzo. È in questo periodo che la fortificazione cambia fisionomia: all’austerità difensiva tipicamente medievale, composta da due torri merlate e dalla cinta muraria, si aggiungono nuovi elementi residenziali rinascimentali più adatti ad accogliere i nobili e le autorità in visita. Una seconda cinta a bastioni cilindrici circonda il castello Vecchio e collega le strutture più recenti. Nel 1658 si interrompe la linea maschile anche della seconda famiglia dei Madruzzo e nel 1661 il castello passa ai Lenoncourt. Appena 30 anni più tardi anche questa casata si estingue e le loro proprietà vanno ai Carretto di Genova. Nel 1703 il maniero viene occupato dalle truppe del generale Vendôme, nell’ambito della Guerra di successione spagnola, depredato e dato alle fiamme. Ricostruito nel corso del XIX secolo, ben presto cade nuovamente in rovina e nel 1873 entra nei possedimenti della famiglia Larcher che ne ristruttura alcune parti. Qui Antonio Fogazzaro termina di scrivere il suo primo romanzo, Malombra. Dal 1963 Castel Madruzzo è di proprietà dei fratelli Montagna, due gentiluomini di Milano, che ne hanno curato i più recenti restauri e che, per un certo periodo, hanno trasformato la dimora storica in una residenza-albergo.

Castel Madruzzo – La cappella

Ora si vende, una decisione maturata però da tempo: Il Sole 24 Ore, già il 29 maggio 2008, aveva pubblicato a due colonne l’annuncio di vendita per 7,5 milioni di euro. Un prezzo «molto competitivo», sottolineava Eugenio Farina, il consulente incaricato alla promozione e alla commercializzazione dell’immobile intervistato all’epoca dal Trentino. Sembrava potesse finire nelle mani di qualche magnate dell’Est «perché oggi i clienti più agguerriti sono i russi. Da cinque anni ormai si stanno insediando sul lago di Garda; comprano solo immobili molto importanti: una delle ultime vendite è stata villa Feltrinelli a Gargnano. Sono tutti titolari di grosse aziende, soprattutto legate ai combustibili, tipo Abramovič per intenderci». Invece non se ne fece nulla. Il vento che oggi soffia, anche sulla Russia, è cambiato e la richiesta è scesa da 7,5 a 5,5 milioni di euro.

Dopo aver messo a segno (non senza penare) a dicembre 2022 la permuta per l’acquisizione di Castel Valer, “Mamma Provincia” eserciterà il diritto di prelazione per aggiungere al patrimonio – e soprattutto restituire per la prima volta alla fruizione pubblica – un’altra testimonianza della storia trentina?

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