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Serve un’azione diplomatica per il Sacramentario di Frontale

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Si è tornato a parlare nei giorni scorsi sui media locali e nazionali della vicenda del Sacramentario di Frontale, meglio noto come Messaletto di San Domenico Loricato, rubato nel 1925 dalla parrocchiale di Sant’Anna della frazione di Apiro (MC), transitato attraverso la Svizzera e, dopo esser passato per le mani di diversi ricettatori, individuato nella Pierpont Morgan Library di New York per un’intuizione di Raoul Paciaroni (si veda Studia Picena LXXVI, 2001).

Il Sacramentario di Frontale in una foto scattata dall’autore all’interno della Pierpont Morgan Library di New York.

Si tratta di un sacramentario risalente al secolo XI che, secondo la tradizione, San Domenico Loricato ebbe in dono da San Pier Damiani, allorché fu inviato a svolgere la sua attività evangelizzatrice nell’eremo di Frontale, alle pendici del Monte San Vicino. Il preziosissimo codice pergamenaceo, con copertina in argento sbalzato e inserti in avorio scolpito è dunque una reliquia di ben due santi della congregazione avellantita, riunita nei secoli a quella camaldolese. Il sacramentario è attributo così importante nell’iconografia di San Domenico Loricato tanto che il pittore Biagio Puccini – come avevano fatto già molti altri artisti e incisori prima e dopo di lui – nel rappresentare il santo in una tela della cattedrale di San Severino Marche, lo ha raffigurato ben evidente ai suoi piedi. 

Il dipinto di Biagio Puccini che raffigura San Domenico Loricato con il sacramentario dono di San Pier Damiani.

Ora questo volume è anonimamente conservato nella biblioteca newyorchese (il manoscritto è consultabile in ogni sua parte al link: https://www.themorgan.org/collection/sacramentary/76962, sottratto alla cura e devozione degli abitanti di Frontale, che, seppure ne furono privati furtivamente quasi cento anni fa, ne conservano ancora oggi memoria vivissima.

A seguito dell’istanza dell’allora parroco, don Nazzareno Binanti, che ha prodotto copia della denuncia originale del furto avanzata dal suo predecessore nel 1925, e per sollecitazione della Commissione per l’arte sacra dell’Arcidiocesi di Camerino – San Severino Marche, i Carabinieri del Nucleo Tpc di Ancona hanno svolto approfondite indagini e la Procura della Repubblica di Macerata ne ha chiesto il sequestro. Il procedimento giudiziario si è concluso nel 2020 con la sentenza della Cassazione. Ma la via giudiziaria internazionale, si sa, è lunga e irta di ostacoli; basti pensare a quanto sta avvenendo per la rivendicazione del celebre Atleta di Fano, scultura bronzea preziosissima, per la quale la contesa in tribunale si trascina da oltre vent’anni senza risultati sul piano pratico, nonostante anche in quel caso la magistratura italiana ne abbia decretato la confisca.

Stampa devozionale in acquatinta raffigurante san Domenico Loricato che legge il sacramentario.

Il pm Giovanni Giorgio aveva incardinato il procedimento giudiziario, consapevole di ciò, aveva indicato senza mezzi termini che, come avvenuto in altri casi, le possibilità di successo sarebbero potute derivare dal percorre decisamente la via diplomatica, così come tante volte aveva suggerito anche il t.col. Carmelo Grasso, ai tempi comandante del Nucleo CC Tpc di Ancona. È indispensabile un’azione di moral suasion che possa spingere gli attuali detentori a restituire il volume, nella consapevolezza dell’alto valore devozionale che esso possiede e considerando che è stato illecitamente sottratto ai legittimi proprietari. 

Ora che la vicenda giudiziaria si è conclusa senza possibilità di ulteriore appello, non resta altro che mettere in atto un’azione diplomatica per la restituzione del prezioso manoscritto, ciò non solo nell’interesse del nostro patrimonio nazionale, ma perché venga restituita dignità a una reliquia così importante e resa finalmente giustizia ad una comunità di fedeli, defraudata di un bene che aveva custodito gelosamente per quasi un millennio.

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